Vasco Rossi: «Dire che tutte le droghe sono uguali è da criminali. Io ...
Frainteso, a volte, ma mai dai suoi fan, che «hanno sempre capito tutto perfettamente». Vasco Rossi, intervistato in un incontro organizzato da ViviMilano al Corriere della Sera, prima dei 7 concerti (tutto esaurito) che terrà a San Siro, si è aperto senza tabù, ricordando anche quando «ero stato preso come capro espiatorio di tutti i problemi degli anni 80». Lui, che da 45 anni, nelle sue canzoni, «racconto i miei problemi, rabbie e frustrazioni», «facevo ironia e venivo preso sul serio». Sa bene di essere sempre stato un «provocatore», e che non sempre i suoi messaggi sono stati recepiti nel modo giusto.
Parlando di Bollicine, precisa che «non si può dire che tutta la droga è uguale, ci sono sostanze particolarmente pericolose, come l'eroina, metterle tutte nello stesso calderone è da criminali». Poi torna sull’argomento spiegando il significato autentico di Vita spericolata: «È stata la canzone più male interpretata perché in realtà dice che voglio stravivere, non che voglio morire, non che voglio farmi delle pere. Io non ho mai usato l'eroina e l'ho sempre detto, il movimento degli anni 70 è andato a farsi fottere perché è arrivata l'eroina». E ancora: «Le sostanze che ho usato le ho prese per fare di più quello che volevo fare: scrivere canzoni, stare sveglio. Negli anni 80 con le anfetamine ho preso il volo, ma ero sempre cosciente. Ho sempre usato le sostanze e non mi sono mai fatto usare da loro».
La scaletta dei suoi prossimi concerti parlerà «del sociale». «Non dei social, ma del momento che stiamo vivendo, un momento drammatico. Siamo nella più distopica situazione che si potesse creare e stiamo tornando indietro di brutto. Dappertutto vedo il trionfo di questo populismo, di questo sparare balle continuamente. Ci stanno rimbambendo con le fake news, con i social la gente è incattivita. La pandemia ha fatto esplodere questo delirio totale collettivo, io sono allibito».
Anche Vasco Rossi è stato attaccato sui social, quando ha commemorato la Giornata della memoria: «Si ricorda perché si spera che non succeda più, mio padre è quasi morto in un campo di concentramento e io sento molto questa cosa qui, neanche riesco a guardare i film sui campi di concentramento». Ma adesso «sta accadendo un'altra cosa vergognosa, Netanyahu è un capo di governo criminale, non lo è tutta la popolazione, ma sta facendo cose non accettabili dal punto di vista umano. Ma non puoi dirmi che non posso ricordare l'Olocausto, non c'entra un cazzo. Il delirio completo che sta succedendo in Palestina non è accettabile».
La guerra «dovrebbe essere bandita dall'umanità, non può essere più un sistema di agire, dovrebbe diventare un tabù. Quando uno dichiara guerra andrebbe messo subito in manicomio».