Venerdì 13: ecco perché c'è chi lo teme

13 Ott 2023
Venerdì 13

Ci sono coppie che per nulla al mondo si sposerebbero di venerdì 13, persone che inviterebbero a cena un nemico, piuttosto che trovarsi a tavola con una dozzina esatta di ospiti. E perfino compagnie aeree e strutture ricettive che evitano di usare quel numero “sfortunato”, semplicemente saltandolo, rispettivamente nel conteggio delle file di poltrone e dei piani d’hotel. Potere della superstizione, che in tema di venerdì 13 ha da tempo superato i confini anglosassoni per imporsi come data infausta in tutto il mondo Occidentale, Italia compresa, dove lo stesso giorno della settimana è storicamente più temuto quando cade il 17 del mese. Merito di diversi film horror di successo - tra cui spicca appunto la saga Venerdì 13, con ben 10 titoli fra il 1981 e il 2001, che la Blumhouse Productions ora vorrebbe resuscitare – nonché di una serie infinita di romanzi.

Le origini della superstizione

Ma come è cominciato tutto? Secondo gli storici, il numero 13 è stato a lungo collegato alla sfortuna: nella mitologia scandinava, per esempio, una cena di 12 semidei finisce in scontro durissimo quando Loki, il dio del male, si presenta senza invito. Per non parlare dell'Ultima Cena biblica, con Giuda Iscariota che si unisce come tredicesimo ospite. E ancora: nel Nord America, le esecuzioni venivano eseguite spesso di venerdì, trasformandolo così nel “giorno dell'impiccato". Nel XIX secolo la superstizione si diffuse (anche in Francia) al punto che gli oppositori di New York e di Londra fondarono i Thirteen Clubs, dove si organizzavano cene con 13 ospiti per deridere le superstizioni, con tanto di invito a versare sale versato sul tavolo. Tant’è: nel 1931 una nave che trasportava il primo ministro canadese rifiutò di salpare di venerdì 13, aspettando fino alle 00:01 del giorno 14.

Non è il caso di preoccuparsi

Chiariamo: la paura del venerdì 13 (paraskevidekatriafobia) non è una fobia vera e propria, ma può essere insidiosa perché “spinge a concentrarsi sulle cose negative che accadono quel giorno”, come ha spiegato al New York Times Barry Markovsky, professore emerito di sociologia presso l’Università della Carolina del Sud. In pratica: se si rompe l’auto in una data qualunque, al massimo si tratta di “un giorno sfortunato”; se accade di venerdì 13 di “un giorno infausto”.

Ma c’è anche chi va oltre. Sagar Gupta per esempio, un ragazzo indiano di 24 anni, ne aveva una fifa blu da quando vide un horror del 2009 su una famiglia che incontra uno spirito malvagio nel nuovo appartamento, al 13° piano di un edificio. "È stata un'esperienza traumatica", ha detto. "Ho iniziato a pensarci di continuo". Fino a temere di prendere il solito autobus – guarda caso della linea 13 - per andare ogni giorno alla scuola di Mumbai.

Per rassicurare tutti sul fatto che si tratta di un giorno come un altro e che non c’è niente da temere, qualche anno fa gli economisti della Brunel University di Londra hanno valutato la qualità della vita delle persone nate il giorno 13, o il venerdì 13. Utilizzando i dati del governo britannico, hanno confrontato circa 120.000 profili con quelli di chi compiva gli anni il 12 o il 14. Bene, c’è stato qualche effetto sull’occupazione, sui salari o sulla qualità della vita in generale? "Non abbiamo riscontrato alcun effetto", ha affermato Jan Fidrmuc, uno degli autori dello studio, ora professore all'Università di Lille, in Francia. Per concludere: "Non c'è niente di vero nella superstizione." Quanto alle paure di Sagar Gupta: un po’ di conforto gli è arrivato da una delle sue artiste pop preferite, Taylor Swift, che ha più volte dichiarato come il 13 sia il suo numero fortunato. "Così, quel numero è diventato davvero positivo per me", ha spiegato il fan. “Oggi, se dovessi acquistare una casa al 13° piano, lo farei con un sorriso”.

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