Arrestato il sindaco di Vigevano per corruzione. Sotto indagine ...

7 giorni ago

Lombardia

L’ordinanza di custodia cautelare riguarda anche una consigliera comunale e tre dirigenti di Asm

28 novembre 2024

Vigevano - Figure 1
Foto Il Sole 24 ORE

3' di lettura

I carabinieri di Pavia stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, di una consigliera comunale e di tre dirigenti di Asm (controllata dal Comune) in materia di reati contro la Pubblica amministrazione. Perquisizioni anche per un politico locale, ex europarlamentare e un imprenditore edile. Origine dell’inchiesta il tentativo nel novembre del 2022 di rovesciare la giunta comunale (cosiddetta “congiura di Sant’Andrea”) , Un consigliere sarebbe stato avvicinato per dimettersi per 15mila euro mentre il sindaco per avere sostegno da un’altra consigliera le avrebbe procurato una consulenza. Il sindaco è accusato di corruzione.

Complessivamente sono cinque gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta: insieme al sindaco leghista di Vigevano Andrea Ceffa, 51 anni, della Lega, al secondo mandato, sono ai domiciliari la consigliera comunale Roberta Giacometti, 43 anni, unica eletta della civica di centrodestra Vigevano Riparte, l’amministratore unico della partecipata Asm, Veronica Passarella, 52anni, il direttore amministrativo della stessa società Alessandro Gabbi, 53 anni e l’amministratore di una società del gruppo Asm, Vigevano distribuzione gas, Matteo Ciceri, 49 anni. Al momento risultano indagati a piede libero e destinatari di perquisizioni l’ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, 49 anni, e l’imprenditore edile Alberto Righini, 51 anni, amministratore unico della Vicos di Vigevano ed ex presidente provinciale e vicepresidente regionale di Ance, l’associazione dei costruttori.

Le indagini

L’indagine dei carabinieri, per come è stata sintetizzata dalla Procura di Pavia, si sviluppa su due filoni distinti e paralleli. Il primo è direttamente legato al tentativo, attuato il 30 novembre 2022, di rovesciare l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Ceffa raccogliendo davanti a un notaio e poi protocollando le dimissioni di 13 consiglieri su 25: tutta la minoranza e quattro della maggioranza (Riccardo Capelli, Silvia Montagnana, Giulio Onori e Rimma Garifullina).

Tuttavia al momento del deposito degli atti all’ufficio protocollo a mezzo di alcuni delegati una delle 13 lettere di dimissione sparì, mentre chi l’aveva firmata, Capelli, nelle ore precedenti aveva manifestato la volontà di revocarla. Una vicenda che ha portato a ricorsi alla giustizia amministrativa, respinti, e anche a un’indagine della Procura, finora rimasta senza sbocchi. In questo quadro, secondo quando rende noto la Procura, gli indagati Ciocca e Righini avrebbero avvicinato «almeno uno dei consiglieri comunali con la promessa di ricevere la somma di euro 15 mila euro se avesse partecipato alle ”dimissioni di massa“». Quel tentativo di corruzione non sarebbe però andato a buon fine.

Più o meno parallelamente il sindaco Ceffa avrebbe agito «per assicurarsi il sostegno politico di un’altra consigliera comunale», cioé Giacometti, avvocato, che aveva maturato malcontento essendo rimasta esclusa da tutti gli incarichi sia nella giunta sia nelle partecipate e che evidentemente si temeva potesse passare con l’opposizione diventando il 13/mo dimissionario che era venuto a mancare.

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