Tour, secondo atto: Vingegaard alla prova del San Luca

2 giorni ago

RIMINI – La guerra dei nervi è già cominciata, lo avevamo già notato nelle conferenze stampa della vigilia. Dopo la prima tappa, è evidente che Pogacar e Vingegaard giochino di fino, lanciando messaggi apparentemente casuali che però accendono già la sfida con un pizzico di pepe in più.

Vingegaard - Figure 1
Foto Bici.PRO

La tappa di Bologna sembra fatta apposta per far esplodere la corsa e qualcosa certamente accadrà, sperando che il pubblico sappia stare al suo posto, come purtroppo non è successo ieri in partenza.

Subito dopo la caduta, Hirt assistito dal team (foto AS/Het Nieuwsblad) Subito dopo la caduta, Hirt assistito dal team (foto AS/Het Nieuwsblad) L’assalto di Firenze

In barba a chi sostiene che a Firenze ce ne fosse poca, al via dal Parco delle Cascine la gente ha pensato bene di aprire le transenne e accedere direttamente alla zona dei pullman, senza lasciare spazio ai team, ai corridori e a chi aveva la pretesa di lavorare alla partenza della prima tappa del Tour. E così è successo che Jan Hirt, corridore della Soudal-Quick Step, è finito a terra spezzandosi tre denti. Pare che sia stato galeotto l’aggancio con lo zaino di un tifoso che non sarebbe dovuto essere lì.

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Hirt ha corso la prima tappa con il labbro gonfio e giustamente la cosa è stata sottolineata da Patrick Lefevere: «Ci sono 100 regole per la squadra – ha scritto su X – ma qualcuno con uno zaino ha fatto cadere Jan Hirt tra le firme e l’autobus».

«E’ stato un caos completo – ha dichiarato invece il compagno Lampaert alla televisione belga – l’organizzazione non ha avuto alcun controllo. La gente camminava ovunque. Jan ha continuato a vacillare ed è caduto. Come corridori riceviamo continuamente multe per piccole cose, l’organizzazione dovrebbe guardarsi allo specchio. E’ inaccettabile».

Una prima tappa positiva per Vingegaard, che forse in partenza temeva di pagare pegno Una prima tappa positiva per Vingegaard, che forse in partenza temeva di pagare pegno La guerra dei nervi

Per il resto, sulla strada di Rimini ci si aspettava una giornata di inferno da parte del UAE Team Emirates, più che mai intenzionato ad approfittare del previsto ritardo di condizione di Vingegaard. La cronaca dice che la squadra ha sì forzato il ritmo sul Barbotto, ma che poi non abbia voluto o potuto affondare il colpo. Vingegaard ha accusato il forcing?

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Foto Bici.PRO

«Sono molto contento di come è andata la giornata – ha detto il vincitore uscente del Tour – ma naturalmente siamo un po’ delusi di non aver ripreso i due fuggitivi. Van Aert era molto forte e ha vinto lo sprint per il terzo posto, che poteva essere una vittoria. Ci siamo sentiti entrambi bene, quindi possiamo essere contenti della prestazione. Sono contento delle mie sensazioni, posso guardare con ottimismo alle prossime tre settimane. Ho le gambe per lottare per la classifica generale, ma lottare per la vittoria è un’altra cosa.

«La tappa di Bologna sarà più dura e più esplosiva – ha ragionato Vingegaard – con una salita breve da fare per due volte (il San Luca: 1,9 km al 10,6 di pendenza) e meno salite in totale. Sarà diverso. Ho acquisito molta fiducia nella prima tappa. Vedremo come mi sentirò, farò del mio meglio e poi vedremo».

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Ayuso e Pogacar: ieri anche lo spagnolo si è staccato e ha faticato per rientrare Ayuso e Pogacar: ieri anche lo spagnolo si è staccato e ha faticato per rientrare Tutti in attesa di San Luca

Anche Pogacar è consapevole che oggi a Bologna sarà un altro andare, se non altro perché il doppio San Luca potrebbe restare nelle gambe a chi già ieri fosse arrivato al traguardo con le energie al lumicino. Come è andata davvero fra Pogacar e il grande caldo della prima tappa, che ha raggiunto i 37 gradi?

«E’ andata davvero bene – ha detto Pogacar – il ritmo era buono e nonostante il caldo mi sono sentito benissimo. Per me questo è un vero vantaggio. Nello sprint ho visto un varco, così mi sono buttato in mezzo ed è arrivato il quarto posto. Ho quasi battuto due degli uomini più veloci del gruppo con Van Aert e Pedersen, ma non ce l’ho fatta.

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«Però sulla salita di San Luca ci saranno tattiche più aperte e assisteremo ad una battaglia più grande. Le differenze stanno già aumentando. Ho potuto testare le mie gambe sulle salite ed ero in buona forma nonostante il caldo…».

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