Emanuele Filiberto di Savoia: «Vicino a re Carlo Alberto, la ...

2 giorni ago
Vittorio Emanuele di Savoia

diEnrica Roddolo

Il principe al Corriere: «Mamma Marina, reduce da cinque settimane di ospedale, non è potuta venire a Superga con me». A febbraio il funerale del figlio dell'ultimo re d'Italia, Umberto II

«Papà riposa finalmente a Superga e giorni fa prima della tumulazione ho avvisato le zie, a partire da Maria Gabriella che appassionata storica quale è sempre stata mi ha detto: bravo, sono felice che mio fratello Vittorio Emanuele riposi nella cripta reale dove c'è il padre del primo re d'Italia, Carlo Alberto, e ora anche il figlio dell'ultimo re», racconta al Corriere Emanuele Filiberto di Savoia

Dopo un iter di mesi, dal febbraio scorso quando ci fu il funerale in Duomo, tra veti delle Sovrintendenze e altro qualcuno ha visto nella soluzione che avete trovato un rifiuto alla cripta reale. 
«L'iter è stato lungo ma basta andare a Superga e vedere dove si colloca la tomba di mio padre. Abbiamo chiesto di poter modificare il luogo delle sepolture reali ed è stato necessario costruire un nuovo sarcofago visto che negli spazi esistenti non c'era modo di intervenire. Ci sono voluti mesi ma adesso il sarcofago è pronto nella Sala centrale Reale, dove riposano i re e dove appunto c'è già Carlo Alberto».  


Una sepoltura dopo mesi, in privato. Perché non c'era ieri sua madre Marina di Savoia? 
«Purtroppo è stata cinque settimane in spedale un momento delicato per la sua salute e ha difficoltà a camminare dunque mi sono fatto carico io di tumulare papà. Ma a settembre ci sarà una celebrazione ufficiale con tutta la famiglia riunita, gli Ordini dinastici e daremo il nostro saluto a papà nella sua sepoltura che ha tanto desiderato, qui a Superga». 


Una sepoltura in più che se trova concorde anche la sorella Maria Gabriella, ricuce anche tanti strappi del passato in famiglia.


Si è conclusa lunedì 1 luglio, a distanza di mesi dal funerale al Duomo di Torino, l'odissea per la tumulazione delle spoglie di «Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli oggi tumulato – in forma strettamente privata – all’interno della Cripta Reale della Basilica di Superga in Torino».

Ad annunciarlo è stato ieri il figlio, il principe Emanuele Filiberto, Duca di Savoia, Principe di Piemonte e Principe di Venezia che anticipa che sempre a Superga «prossimamente sarà organizzata una celebrazione di suffragio». Emanuele Filiberto ringrazia «le istituzioni che hanno reso possibile il rispetto delle ultime volontà del compianto Principe circa la propria sepoltura secondo la tradizione di Casa Savoia, quanti, in questi mesi, hanno partecipato al dolore e al lutto della Famiglia Reale».

Sulla collocazione della sepoltura a Superga si era però ieri  scatenata qualche polemica, speculazione. Sostenendo che fosse stata negata a Vittorio Emanuele di Savoia la sala dei re.  

«Sono stato a Superga, sulla bellissima collina di Torino, per una celebrazione di Casa Savoia, è un luogo meraviglioso e si porta appresso la storia del casato. E così come il Pantheon è il luogo deputato ad accogliere le spoglie degli ex re, a Torino riposano i Savoia che non hanno regnato. Dunque anch’io sono destinato lì», aveva confidato al Corriere lo stesso Vittorio di Savoia anni fa. Umberto fu sepolto ad Altacomba, Vittorio Emanuele aveva detto: «Vorrei andare a Superga». 

«Sì, papà ha sempre voluto che fosse così la sua fine - ci aveva detto da Ginevra il figlio intervistato l’indomani della scomparsa del padre nel febbraio scorso -. Lo ripeteva ed esaudirò questo suo ultimo desiderio». 

Un principe e un casato intrecciato con le dinastie reali d’Europa. «Sto ricevendo messaggi da tutto il mondo, dai reali di Spagna a quelli del Belgio, di Monaco, anche dall’Iran, dalla famiglia dello Scia di Persia, come da gente comune perché papà era sempre lo stesso, generoso, alla mano con i nobili vicini ai Savoia come con la gente comune», aveva detto Emanuele Filiberto. 

E al funerale in Duomo sotto un diluvio incessante erano arrivati la regina Sofia di Spagna e principi ed esponenti di molti casati reali. Principi e re per l’addio a un principe, Vittorio Emanuele, che non fu mai re: ma l’omelia non aveva parlato di Corone, regalità. 

«Non è il momento di parlare di Casa Savoia», aveva detto monsignor Paolo de Nicolò, Gran Priore degli Ordini Dinastici della Real Casa. Piuttosto aveva ricordato come la famiglia Savoia sedesse «davanti alla cappella della Sindone: da questa preziosa reliquia traggano forza fede e ispirazione per perché il loro agire sia sempre rivolto al bene alla solidarietà».

Il coro valdostano aveva intonato canti sobri, della tradizione, l’inno sardo aveva accompagnato l’avanzata del feretro sotto lo sguardo della moglie Marina di Savoia, altera e bella come sempre nonostante il peso del dolore e gli 89 anni. 

Tra i principi al funerale anche a Torino anche Alberto di Monaco che ci aveva detto: «È un momento triste, quando si piange un padre, avrei preferito rivederci in situazioni più lievi ma sono contento di essere qui. In questa giornata vive anche il legame storico tra Monaco e l’Italia». 

Dentro, fra i banchi degli invitati al funerale reale il grande cuore di rose bianche di Maria Beatrice «Titti» con la figlia Asaea e la piccola Maria José. Stesso nome dell’ultima regina. E il cuscino a croce Savoia disegnata con i petali bianchi e scarlatti mandato da «Ella». È il soprannome di una vita di Maria Gabriella di Savoia che oggi in Duomo non c’è, non per le ruggini col fratello. In Duomo era presente Maria Pia - carattere duro, determinato - arriva svelta nonostante i quasi 90 anni, la decana dei figli dell’ultimo re.

1 luglio 2024 ( modifica il 2 luglio 2024 | 13:11)

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