Russia: referendum su blockchain per la vittoria di Vladimir Putin

10 giorni ago
Vladimir putin

Mark Feygin, leader dell’opposizione in esilio, sta lanciando un referendum anonimo in Russia basato su blockchain, per verificare la legittimità della vittoria elettorale di Vladimir Putin. Il voto sarà condotto su un’applicazione Russia2024, e si utilizzerà la blockchain Arbitrum. 

Russia: il referendum Blockchain-based per verificare la legittimità della vittoria di Vladimir Putin

Secondo quanto riportato, pare che Mark Feygin, leader dell’opposizione russa in esilio, sta lanciando un nuovo referendum anonimo basato sulla blockchain. 

Il nuovo strumento sarà alimentato da Arbitrum e servirà a verificare la legittimità della vittoria elettorale di Vladimir Putin, nel suo quinto mandato da Presidente della Russia da poco conquistato.  

Nello specifico, tale strumento non avrà alcuna rilevanza legale, ma sarà utilizzato per dare ai russi critici un nuovo modo anonimo per registrare un loro “voto di protesta”. 

Di fatto, pare che l’ultima schiacciante vittoria elettorale di Vladimir Putin con l’87% di votazioni a suo favore, sia stata definita da molti come preordinata, gestita a tavolino e una farsa.

Non solo, il nuovo strumento blockchain-based vuole anche riunire i critici nel Paese in cui, le conseguenze del dissenso, possono essere di rischio troppo elevato. Un po’ com’è successo a Alexei Navalny, leader dell’opposizione, recentemente morto mentre era imprigionato in una colonia penale artica.

Il voto sarà condotto su un’applicazione chiamata Russia2024, costruita utilizzando il Freedom Tool di Rarimo.

Russia: il referendum su blockchain Arbitrum contro Putin è a prova di Bitcoin

Russia2024, l’applicazione del referendum, utilizzerà la blockchain Arbitrum e la crittografia a zero-knowledge, rendendo l’identità dei votanti non rintracciabile.

In generale, gli utenti dovranno scaricare l’applicazione Russia2024 e dimostrare la propria cittadinanza, scansionando il passaporto con il telefono.

I passaporti sono dotati di un chip biometrico che lo strumento utilizza per confermare l’identità dell’elettore e facilitare un voto anonimo. Se una persona non possiede uno smartphone, un singolo telefono può essere utilizzato come strumento di voto condiviso.

Non solo, il voto sarà consentito per circa due settimane e i finanziatori dello strumento sono “sicuri” che si tratti di un modo sicuro di votare e che gli elettori non debbano temere ripercussioni.

A tal proposito, il cofondatore di Freedom Tool, Lasha Antadze, ha dichiarato: 

“Anche dopo la morte di Navalny, le persone sono uscite e hanno protestato, quindi voteranno come contromisura al risultato. Il voto decentralizzato e il Freedom Tool sono progettati in modo tale che non ci sia una singola entità da attaccare, bloccare o eliminare. Non si può hackerare, proprio come non si può hackerare il bitcoin”.

Arbitrum e il traguardo dei $150 miliardi scambiati sul layer2 crypto

Parlando proprio di Arbitrum, di recente, il layer-2 crypto di Ethereum ha raggiunto un risultato ancora non eguagliato dai suoi competitors: 150 miliardi di dollari di volume generato sulla chain. 

In meno di 3 anni dalla sua nascita, Arbitrum è riuscito ad affermarsi come la quinta catena più ricca di sempre, dietro a Solana, BNB Chain, Tron e Ethereum. 

Nello specifico, DefilLama vede Arbitrum come quinta blockchain per TVL, con un totale di fondi bloccati di 2,6 miliardi di dollari. Se si considerano anche i fondi “bridgati” ma non impegnati in dApp, il TVL salirebbe a 16,35 miliardi di dollari. 

Ad ogni modo, questo traguardo è stato possibile grazie al contributo di altri protocolli della DeFi. Il primo tra tutti è Uniswap, seguito da Ramses Exchange, Cameleot, TraderJow, Pancakeswap, Hashflow, Sushiswap, Dodo, Vertex, Balancer e GMX. 

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