L’arrivo di Trump ha stravolto la posizione politica tedesca sul conflitto con Mosca. Le prime avvisaglie erano arrivate nei giorni scorsi, quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rimosso il liberale Christian Lindner dall’incarico di ministro delle finanze, ufficialmente per divergenze economiche ma, secondo l’ex membro del dicastero, a decretare la spaccatura vi sarebbe una costante tensione, data dalla vana proposta di un enorme programma di sostegno all’Ucraina, implicante tra le altre cose la fornitura dei missili Taurus.A sorpresa, senza preavviso, si è aggiunta una corrispondenza diplomatica tabù, un indicibile affronto a quella che un tempo fu la salda linea bellicista europea. Per la prima volta dopo due anni Olaf Scholz ha telefonato al presidente russo Vladimir Putin, in un colloquio durato circa un’ora.Un’iniziativa che non è per nulla piaciuta al presidente Volodymyr Zelensky, secondo cui “la chiamata è un vaso di Pandora”. “Ora possono esserci altre conversazioni, altre chiamate… Aiuterà il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, in ultima analisi, a far proseguire la guerra“, ha detto il leader ucraino in un video pubblicato sul suo canale Telegram.Durante una telefonata con Putin, secondo quanto riportato dallo Spiegel, Scholz ha espresso una ferma condanna per gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina. Inoltre, ha evidenziato che il possibile invio di soldati nordcoreani in Russia per partecipare a missioni di combattimento rappresenterebbe una seria escalation e un ampliamento del conflitto.Secondo la Bild, lo scopo di tale appello era di scoprire se la Russia fosse pronta per i negoziati alla luce delle passate elezioni negli Stati Uniti e del prossimo vertice del G20 in Brasile.Dal canto suo, Vladimir Putin ha risposto che Mosca è aperta ai negoziati con Kiev. “Il presidente della Russia ha osservato che la parte russa non si è mai rifiutata e rimane disponibile a riprendere i negoziati interrotti dal regime di Kiev. Le proposte della Russia sono ben note e sono state delineate, in particolare, in un discorso di giugno al Ministero degli Esteri russo”, ha affermato il Cremlino, specificando che possibili accordi dovrebbero tenere conto degli interessi di sicurezza della Russia, basarsi sulle “nuove realtà territoriali” e, soprattutto, eliminare le cause profonde del conflitto, individuate dal presidente russo nella “politica aggressiva a lungo termine della NATO mirata a creare una testa di ponte anti-russa sul territorio ucraino, ignorando gli interessi del nostro Paese nella sfera della sicurezza e calpestando i diritti dei residenti di lingua russa”.A questo proposito, ricordiamo le dichiarazioni dell’ex segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, che alla Commissione affari esteri del Parlamento europeo del 7 settembre 2023, ammise come nell'autunno 2021, Putin avesse cercato di stabilire un dialogo con la Nato per evitare l'invasione dell'Ucraina, chiedendo garanzie su un blocco dell’espansionismo militare dell’Alleanza verso i confini russi."Il contesto era che nell'autunno del 2021 il presidente Putin aveva dichiarato, e inviato di fatto, una bozza di trattato che voleva che la Nato firmasse, promettendo di non espandere la Nato ulteriormente. Questo è ciò che ci ha inviato. Ed era una precondizione per non invadere l'Ucraina. Ovviamente non l'abbiamo firmato… Quindi è andato in guerra per impedire che la Nato si avvicinasse ai suoi confini", affermò, allora l’ex segretario generale dell’Alleanza.§
Vladimir Putin
Le preoccupazioni di Mosca erano ben fondate. Pochi mesi fa il New York Times aveva rivelato che, per almeno otto anni, la CIA ha gestito una rete di basi segrete in Ucraina per spiare la Russia. Queste 12 strutture, situate lungo il confine russo, sono state utilizzate per raccogliere informazioni, addestrare spie ucraine e supportare operazioni contro Mosca.In sostanza, la collaborazione tra le agenzie di intelligence americana e ucraina ha trasformato l'Ucraina in un partner chiave di Washington nella lotta contro il Cremlino. Dal 2016, la CIA ha formato un’unità d’élite ucraina (Unità 2245) specializzata in operazioni sotto copertura, come la decrittazione di comunicazioni militari russe. Inoltre, la CIA ha supervisionato il programma "Operazione Goldfish", finalizzato a insegnare agli agenti ucraini a infiltrarsi efficacemente in Russia.I leader hanno discusso anche delle relazioni bilaterali, dove Putin ha notato “il loro degrado senza precedenti in tutte le direzioni come conseguenza del comportamento ostile delle autorità tedesche”. Il leader del Cremlino ha tuttavia sottolineato che Mosca è “pronta per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”, anche nel settore energetico, se Berlino mostrerà tale interesse. Scholz e Putin hanno infine convenuto di “mantenere le comunicazioni”.Resta da comprendere se l'iniziativa del cancelliere tedesco possa realmente segnare un risveglio della leadership europea, finora praticamente assente sul fronte diplomatico della crisi russo-ucraina, limitandosi al rafforzamento della Difesa e alla corsa al riarmo.Già un mese e mezzo fa, la stampa tedesca riportava che Scholz stava lavorando per ripristinare una linea di comunicazione con il Cremlino, spinto da motivazioni sia economiche sia politiche.A questo proposito Berlino sta attraversando una crisi senza precedenti, con un calo della produzione industriale del 2,5% su base mensile a settembre 2024 e del 4,6% su base annua. Secondo l’istituto Ifo, il paese registra il peggior crollo degli ordini dall’ultima crisi finanziaria del 2009, con il 41,5% delle aziende che a ottobre segnala una carenza di ordinativi, in aumento rispetto al 39,4% di luglio. La situazione è particolarmente critica nel settore manifatturiero, dove il 47,7% delle imprese denuncia una carenza di ordini. Anche il commercio soffre, con il 65,5% delle aziende commerciali e il 56,4% dei dettaglianti colpiti.Scholz, inoltre, si trova in una fase delicata della sua carriera politica, essendo prossimo a un voto di fiducia al Bundestag fissato per il 16 dicembre, che potrebbe certificare la crisi di governo causata dall'uscita dei liberali dalla coalizione. Questo evento aprirebbe formalmente la campagna elettorale in vista delle elezioni previste per il 23 febbraio.Significativo notare come, solo pochi mesi prima, a luglio, il tour del presidente ungherese Viktor Orbán - allora alla presidenza di turno dell’UE - prima a Kiev, dove incontrò Zelensky e poi a Mosca in un faccia a faccia con Putin, suscitò un’ondata di sdegno senza precedenti, accompagnato da una corale schiera di commentatori ed analisti ancora proni a sostenere l’inviolabile dottrina della guerra totale con la Russia, accompagnata dalla provvidenziale vittoria finale.
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