Dall'idea Lukaku all'assetto tattico: Allegri-Vlahovic, storia di un ...
Dusan e Max sono uniti da un rapporto solido, ma sul campo niente sconti: dal mercato alle sostituzioni, non è la prima volta che le esigenze dei due si scontrano
Giovanni Albanese
28 aprile 2024 (modifica alle 12:59) - TORINO
La stima e la riconoscenza non sempre riescono a domare la rabbia. Quello tra Dusan Vlahovic e Max Allegri continua a essere un rapporto a corrente alternata: l’attaccante è tra i giocatori che più sono legati al tecnico livornese, ma in alcune circostanze non gliele manda a dire; proprio come l’allenatore in alcuni momenti tende a metterlo fuori senza sconti, pur riconoscendo le sue qualità. Contro il Milan, il 9 è stato sostituito dopo appena un quarto d’ora dalla ripresa: e non l’ha presa bene, per quanto il tecnico abbia minimizzato. “Non è uscito polemico, gli attaccanti vengono valutati quando fanno gol, ma io devo guardare invece la prestazione - ha detto Allegri in zona mista -. Secondo me, tutti hanno fatto una buona prestazione e sono stati determinanti i cambi come a Roma con la Lazio”.
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Per andare a fondo nel rapporto tra Vlahovic e Allegri bisogna ripercorrere l’intera stagione, partendo dalle voci di mercato della scorsa estate. Il tecnico spingeva la candidatura di Lukaku, è vero: ma eravamo in un momento in cui la Juve pareva costretta a dover vendere qualche pezzo pregiato e l’interesse del Chelsea per il serbo era ben dichiarato. Nel momento in cui Vlahovic sembrava a un passo dalla cessione - controvoglia (e con i tifosi della sua parte) - Allegri lo ha sempre fatto sentire importante: durante la tournée negli Stati Uniti volle trascorrere col giocatore diversi momenti extra allenamento per allentare la tensione, e - soprattutto - indirizzò il centravanti a un miglioramento in fase di non possesso, fino a consolidare la sua posizione in fase offensiva.
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A inizio stagione Vlahovic e Allegri decisero di venirsi incontro per dare una maggiore consistenza all’attacco bianconero. L’allenatore non poteva dargli il supporto di una seconda punta autentica ma gli avrebbe comunque garantito più sostegno rispetto all’anno precedente (tant’è che ha sempre provato a spingere Chiesa nella migliore interpretazione di quel ruolo), e il centravanti avrebbe dovuto curare molto di più la fase difensiva. Nel corso della stagione questo miglioramento c’è stato, anche se per qualche mese Vlahovic ha fatto fatica a trovare la lucidità per segnare con costanza. Probabilmente non un caso che la svolta della stagione del centravanti sia arrivata con l’inserimento di Yildiz, più seconda punta di Chiesa, tra fine dicembre e gennaio. Ora è a quota 17 gol.
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La Juve in questo 2024 si è aggrappata molte volte ai gol di Vlahovic, anche se nelle gare più importanti è venuto un po’ a mancare. Allegri su questo non ha mai fatto drammi, quasi giustificando il mancato rendimento del giocatore con la poca esperienza che ha nel giocare partite di un certo tipo. In effetti il prossimo step di Dusan dev’essere sulle gare internazionali, sui big match: deve giocarne molti e con qualità. Dovendo rimanere in partita anche quando le cose non vanno come dovrebbero: il cambio contro il Milan, in un match in cui era apparso troppo nervoso e poco efficace sotto porta, in questo senso potrebbe essere più un’opportunità per crescere in prospettiva. E forse anche per un altro appuntamento in calendario a breve: la finale di Coppa Italia.