Golden State Warriors-Dallas Mavericks 120-117, Considerazioni ...
Dallas cade di nuovo nel clutch, Curry porta Golden State alla vittoria.
Il ritorno di Klay, la prima partita di NBA Cup, lo scontro tra una Dallas desiderosa di risultati ed una Golden State sempre più sorprendente. C’erano tutti gli ingredienti per un grandissimo spettacolo e siamo stati accontentati. Alla fine passano gli Warriors, al termine di un finale al cardiopalmo in cui si sono ritrovati sotto di 7 lunghezze a 4 minuti dalla fine. I Mavericks non hanno di nuovo gestito bene il clutch time e perdono la terza partita consecutiva con uno scarto pari o inferiore ai tre punti dopo le due sconfitte rimediate contro Phoenix e Denver. Dallas esce dal Chase Center con più di qualche rimpianto, aveva la gara in mano e l’ha buttata sul più bello. Sarebbe stato il modo giusto per cominciare l’In-Season Tournament e per dare una spallata emotiva al proprio inizio stagionale. Così, però, non è stato ed ora il record recita un triste 5-6. Golden State, invece, rimane attaccata alla vetta della Western Conference, nove vittorie su undici partite ed avvio di stagione sempre più ottimo.
C’è un problema Dallas? Dipende da che lato si voglia vedere la cosa. I Mavericks hanno di nuovo perso ed ora il rateo vittorie-sconfitte è addirittura negativo, però bisogna anche vedere come sono arrivate queste tre L. Innanzitutto Dallas ancora non è riuscita ad avere una sola volta il roster al completo. Stanotte è rientrato Dereck Lively, ma PJ Washington e Dante Exum mancano come l’aria. L’australiano, più che altro, porterebbe una grande boccata d’ossigeno in uscita dalla panchina considerato che Spencer Dinwiddie è quasi ai limiti dell’impresentabile ed anche stanotte è stata una presenza negativa sul parquet. Molto bene, invece, sia Jaden Hardy che Quentin Grimes nei minuti che sono stati in campo, dimostrazione che meritano più spazio. È tornato, come già detto, anche Lively e la differenza si è subito vista. Dallas può permettersi il lusso di avere sempre uno tra lui e Gafford come centri e questo dona verticalità sia offensiva che difensiva, grande rim protection e soprattutto anche la possibilità di colpire la difesa avversaria con dei lob. C’è solo un punto da considerare: perché non ha finito la partita Lively?
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Doncic benissimo, magistrale, ma il tiro da tre punti? Lo sloveno, nonostante non fosse al meglio, ha giocato una grandissima gara, anche in difesa. Ha tagliato al ferro con una facilità disarmante ed ha sbagliato veramente pochissimo, se non consideriamo il tiro di tre punti. Stanotte le triple non ne volevano proprio sapere di entrare (2/10 dall’arco) e allora perché continuare a forzare? Ma soprattutto, perché affidare a lui il tiro finale? Inoltre, questa è stata la miglior partita disputata da Klay Thompson da quando è a Dallas. Finalmente stanotte era di nuovo una minaccia da tre punti, gli unici nei della sua gara son stati i tentativi al ferro: 1/4 è troppo poco.
Stephen Curry ha giocato una gara magistrale. Ottima anche la prestazione di Kuminga che ha chiuso la partita con 16 punti. Golden State ha difeso benissimo, ha costretto Dallas a numerose palle perse (17) e l’ha completamente mangiata a rimbalzo. L’aspetto sul quale gli Warriors hanno basato la loro vittoria è stata anche la creazione di molte seconde chance. Catturando ben 18 rimbalzi offensivi, e gestendo meglio i possessi, sono arrivati a concludere dal campo ben 10 volte in più di Dallas. Gli Warriors attualmente hanno un apporto dalla panchina che è irreale ed anche stanotte i giocatori della 2nd unit hanno fatto la differenza producendo ben 42 punti. Dallas, per intenderci, si è fermata solamente a 22.
La situazione delle due squadre è completamente differente. Golden State si trova in una posizione in classifica che probabilmente non si aspettava. È lì, sulla vetta della Western Conference, insieme a Thunder e Suns. Adesso arrivano gare non semplici, ma interessanti, come quella casalinga contro i Memphis Grizzlies e quella esterna sul parquet dei Los Angeles Clippers. Dallas, invece, ora è costretta a vincere le prossime due contro Utah e San Antonio. Come mai? Perché poi arrivano i Thunder, dunque è bene che i Mavs li affrontino il meno possibile con l’acqua alla gola.
Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino con ogni fibra del proprio corpo, ha un’adorazione sfrenata per La Masia e per i mancini di Lionel e Lamine, in più perde il sonno grazie ai Boston Celtics e ai Mavericks.