polizze previdenziali integrative per i contrattisti maeci nei paesi ...

Aise

ROMA\ aise\ - “Dopo anni di battaglie condotte esclusivamente da Confsal Unsa a tutela dei lavoratori vittime della disparità di trattamento in materia previdenziale, determinatasi a seguito dell’entrata in vigore del Regolamento europeo 883/2004, nell’ambito delle quali si è fatta carico – anche finanziariamente - di presentare l’unico ricorso in materia, che ha dato l’input per l’istruttoria amministrativa in oggetto, è giunta in queste ore la notizia tanto attesa dell’approvazione da parte dell’Ufficio centrale di Bilancio della stipula, per la prima volta in assoluto presso la rete, di due polizze previdenziali integrative (una per il personale a legge locale, conclusa con la società Allianz, e una per il personale a legge italiana, conclusa con la società Generali Spa), con oneri a carico dell’Amministrazione”. A darne notizia è la Confsal Unsa Esteri, che in questa nota rivendica la sua azione “solitaria” per ottenere le polizze integrative a sostegno dei contrattisti impiegati nella rete diplomatico-consolare nei Paesi Bassi.
“Si tratta – spiega il sindacato – di un esercizio assolutamente innovativo, a cui abbiamo partecipato come Confsal Unsa in maniera attiva e senza eguali, basato su una interpretazione evolutiva di quanto previsto dall’articolo 158 del Dpr 18/67 in materia di “previdenza e assistenza”, nella prospettiva di garantire una tutela piena e inderogabile della condizione e delle aspettative di natura previdenziale del nostro personale a contratto, secondo standard moderni e condivisi. Quanto ottenuto dalla Confsal Unsa per il personale nei Paesi Bassi, rappresenterà – anche in ragione di quanto prospettatoci dall’Amministrazione nel corso dell’ultimo anno – una sorta di “apripista” per la Danimarca, i cui lavoratori si trovano nelle medesime condizioni dei colleghi in servizio in Olanda, a seguito dell’entrata in vigore del predetto Regolamento”.
Il Regolamento 883, ricorda la Confsal Unsa, “ha disposto in via generale che, all’interno della Ue, l’ente previdenziale competente a ricevere le contribuzioni dei lavoratori e ad erogare le corrispondenti prestazioni pensionistiche è quello del Paese in cui il lavoratore presta servizio, a prescindere dalla cittadinanza dello stesso. Tale disciplina ha determinato il passaggio obbligatorio alla previdenza locale per tutti gli impiegati precedentemente iscritti all’Inps, ad eccezione di quelli in servizio in Paesi in cui erano stati stipulati accordi in deroga. I Paesi Bassi non sono rientrati tra i Paesi destinatari della predetta deroga, in ragione dell’assoluta indisponibilità delle autorità olandesi a concludere tali accordi, pertanto, il personale a contratto in servizio in loco è stato vittima di una drammatica disparità di trattamento e di un deterioramento delle condizioni previdenziali, in ragione del fatto che il sistema previdenziale olandese prevede un regime fortemente svantaggioso rispetto all’Inps, segnalato costantemente dalla Confsal Unsa e oggetto di un confronto che si è trascinato non solo in sede amministrativa, ma anche in sede Parlamentare e giudiziale”.
Da queste premesse – continua il sindacato – ha preso avvio l’istruttoria che ha condotto all’individuazione dei presupposti giuridici legittimanti la stipula dell’Assicurazione previdenziale integrativa in parola, a cui abbiamo partecipato attivamente come interlocutore alacre ed imprescindibile”.
“Si tratta – conclude la nota – di una grande vittoria della Confsal Unsa che conferma di essere il primo sindacato della Farnesina, non solo per i numeri che ne caratterizzano la rappresentanza ma anche e soprattutto per il pragmatismo e la lungimiranza di azione che ne scandiscono ogni iniziativa ed intervento”. (aise) 

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