Banco Bpm, no all'offerta di Unicredit: «Preoccupati per le ricadute ...
di Andrea Rinaldi
Il cda di Banco Bpm boccia l’offerta di Unicredit: «Non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per i soci»
Forti «preoccupazioni» per le ricadute a livello occupazionale e sociale. Con queste parole, affidate a una nota, il cda di Banco Bpm ha respinto l’offerta proposta da Unicredit per l’accorpamento tra le due banche. L'offerta di Unicredit «non riflette in alcun modo — si legge ancora nella nota — la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm». È il giudizio del consiglio di amministrazione dell'istituto, che si è riunito la mattina di martedì 26 novembre a Milano, che ribadisce come l'offerta non sia stata sollecitata e ricorda che il valore potenziale di Piazza Meda «è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato».
Il cda di Banco Bpm, riunitosi nella mattina di martedì 26 novembre, ribatte punto su punto all’offerta di pubblica scambio di Unicredit e, oltre a definirla «non concordata» e incapace di riflettere il vero valore di Piazza Meda, tanto che ribadisce il focus sul piano 2023-26 e sull’Opa su Anima senza «trascurare alcuna opzione strategica in grado di creare valore per gli azionisti e gli stakeholder di Banco Bpm».
Fermo restando che si esprimerà sull’ops con tempi e modi dettati dalla legge, il board rileva che il corrispettivo in azioni offerto riflette sì un premio dello 0,5% rispetto al prezzo del titolo di Banco Bpm a venerdì scorso 22 novembre, ma anche uno sconto del 7,6% rispetto al prezzo di ieri, lunedì 25 novembre (giornata che ha fatto segnare un +4,4% in Borsa dopo l’annuncio dell’offerta di Unicredit a 7 euro). Insomma un premio che, per la banca guidata da Giuseppe Castagna non rispecchia «la redditività e l’ulteriore potenziale creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm». Accrescimento che avverrà invece con «le azioni straordinarie già annunciate», ovvero lo shopping del 5% in Mps e l’Opa su Anima, tanto che seguirà aggiornamento del piano strategico, focalizzato secondo il ceo su una strategia «stand alone».
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Inoltre secondo il cda, l’aggregazione con Piazza Gae Aulenti, concentrata nell’espansione in Germania con l’investimento in Commerzbank, di cui ha il 21%, esporrebbe la banca «a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica» che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco Bpm nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico», ovvero una Germania a Pil stagnante.Secondo il board inoltre le sinergie di costo stimate e pari a 900 milioni di euro sarebbero «più di un terzo della base costi di Banco Bpm, destando forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale». Sinergie che il cda non ritiene per altro per nulla valorizzate nelle condizioni dell’ops. Piazza Meda poi contesta anche la valorizzazione del brand, un asset che viene sempre tirato in ballo nei casi di aggregazione: la rapida fusione tra Banco Bpm e Unicredit, come annunciato da Andrea Orcel, farebbe venire meno l’autonomia giuridica del Banco a discapito del brand e riducendo la concorrenza sul mercato bancario. Infine l’ops di Piazza Gae Aulenti espone Banco Bpm alla passivity rule cioè «condizionerà la flessibilità strategica» nelle operazioni straordinarie su Anima e su Mps, «determinandosi così un quadro di elevata incertezza».
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Già agli inizi della riunione, il consigliere di Banco Bpm, Mauro Paoloni, intento a fare il suo ingresso nella sede di Piazza Meda a Milano, alla domanda «L'offerta pubblica di scambio di Unicredit è ostile?» aveva risposto «Sì».
L’offerta pubblica di scambio (Ops) proposta dalla banca di Orcel nel gergo finanziario è definita anche «carta su carta»: non consiste in un esborso di cassa, ma in uno scambio di azioni. Unicredit, infatti, ha proposto agli azionisti di Banco Bpm le proprie azioni a un prezzo implicito di circa 6,66 euro. Alla chiusura in Piazza Affari di ieri - lunedì 25 novembre, giorno della presentazione dell’offerta - Banco Bpm valeva 7 euro (+5% dalla seduta precedente di venerdì 22 novembre). Il gruppo bancario di Castagna dovrà decidere se ritiene il prezzo congruo e dare una risposta.
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26 novembre 2024 ( modifica il 26 novembre 2024 | 14:33)
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