UniCredit-BancoBpm, ecco il terzo gruppo in Europa per valore di ...

4 ore ago
Banco BPM

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Un conto corrente in UniCredit, un mutuo con Banco Bpm e, casomai, anche un fondo di investimento targato Anima. Il tutto, agli occhi di un risparmiatore, racchiuso all’interno di un’unica banca, che salirebbe sul podio dei più grandi gruppi europei con una capitalizzazione di mercato vicina ai 72 miliardi di euro. Se andasse infatti in porto la mossa a sorpresa di Andrea Orcel sull’istituto di Piazza Meda, il risultato porterebbe la “nuova” UniCredit a scalzare di colpo la concorrenza italiana, scavalcando diverse posizioni anche a livello continentale.

La classifica

Sul podio della classifica delle maggiori banche europee per valore in Borsa, al momento, ci sono la britannica Hsbc e la svizzera Ubs insieme alla spagnola Santander. Ma con un esito positivo dell’opa su Banco Bpm, che a sua volta ha una capitalizzazione di oltre 10,6 miliardi, la torre di Gae Aulenti svetterebbe su tutta l’eurozona, visto che la sola UniCredit, al momento, capitalizza 59,4 miliardi, a cui vanno sommati, oltre a Bpm, un altro paio di miliardi di Anima Holding (a sua volta oggetto di opa da parte dell’istituto di Giuseppe Castagna). Il totale sfiora i 72 miliardi di market cap. Certo, le prime due appaiono irraggiungibili (ad oggi Hsbc vale 157 miliardi e Ubs circa 106) ma Orcel si lascerebbe indietro Santander (68,2 miliardi), Intesa Sanpaolo (64,3 miliardi) e Bnp Paribas (64 miliardi).

Il ruolo di Commerz

Poi ci sarebbe Commerz, dove UniCredit è il primo socio dopo il blitz di settembre e la richiesta regolamentare per arrivare fino al 29,9% del capitale. Ma qui il conteggio si complica, perché sono proprio questi “pesi” che non convincono fino in fondo gli analisti. Per Jurgen Molnar di RoboMarkets, ad esempio, la mossa su Bpm «relativizza le chance di acquisizione di Commerzbank». In effetti, l’istituto tedesco capitalizza a sua volta oltre 17 miliardi di euro e «due acquisizioni di queste dimensioni sono irrealistiche». Il totale, proseguendo sulla falsa riga di questa classica, solo ipotetica, porterebbe quindi UniCommerz più Banco Bpm a 89 miliardi. E fino a 96,3 miliardi con la fusione aggiuntiva di Mps (altri 7,3 miliardi), ma qui forse si entrerebbe in uno scenario di fanta-finanza, così come appaiono di colpo evaporate le suggestioni di un terzo polo bancario.

Il nodo del prezzo

Tra le incognite sottolineate dagli osservatori poi c’è il nodo del prezzo, che a sua volta incide sui valori di Borsa, perché se è vero che un’integrazione Unicredit-Banco Bpm «presenterebbe indubbiamente una rilevante valenza industriale», nell’ambito dell’offerta lanciata «il premio risulta limitato» spiegano da Equita. «L’offerta non appare adeguata se si considerano le sinergie e i dividendi» tagliano corto anche da Intermonte. Tanto che lunedì a Piazza Affari, dove UniCredit ha sofferto con un ribasso del 4,8%, Banco Bpm ha chiuso all’opposto a +5,5% salendo sopra il prezzo dell’ops, segno che gli investitori si attendono un rilancio per convincere i soci. E la stessa banca tedesca è stata “punita” alla Borsa di Francoforte, con un ribasso del 5%, tornando ai livelli di oltre due mesi fa - praticamente prima del blitz di piazza Gae Aulenti - segno che il mercato ha dubbi sui tempi della possibile fusione tra i due istituti.

Nell’attesa, vista la girandola di fusioni, inaugurata a suo tempo con l’operazione Intesa-Ubi, a Piazza Affari gli istituti di peso sul fronte della capitalizzazione ora si contano su una mano (lungo l’elenco delle banche acquisite, da Carige al Creval). Restano sul listino Ftse-Mib, al netto delle società di risparmio gestito, Mediobanca (11,7 miliardi), che pure è un istituto di natura diversa, Bper a quota 8,2 miliardi e la Popolare di Sondrio (3,3 miliardi).

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