L'amore per il design nel carnevale fantastico di Bottega Veneta

Piero Gatti, Cesare Paolini e Francesco Teodoro in prima fila da Bottega Veneta, protagonisti del prima, del durante e del dopo show: è l’intelligenza esuberante del design che supera il tempo. Non si è parlato d’altro, né si è fotografato altro per tutta la sera del sabato della Milano fashion week – forse Madonna, che è Madonna, da Dolce & Gabbana è riuscita a provocare lo stesso livello di nevrosi da venerazione collettiva. Merito di Matthieu Blazy e del suo amore, ricambiato incondizionatamente, per l’industrial italiano che lo lascia fare e disfare a piacimento, sicuro com’è del suo tocco da Re Mida. Idea semplice: scegliere un’icona tra le più riconoscibili al mondo e cambiarle il vestito.

La poltrona Sacco di Zanotta in maschera, un carnevale di animali disposti lungo tutto lo showroom del marchio, a seguire e tracciare il percorso per la primavera-estate 2025. Conigli, gatti, mucche, pulcini, galline, elefanti, volpi, orsetti, coccinelle, indossano le livree d’ordinanza in Vip e pelle a contenere quella nuvola di palline di polistirolo espanso ad alta resistenza e sono pronti per abbracciare gli ospiti nella loro morbidezza; poi prenderanno il primo biglietto aereo per Miami e le destinazioni selezionate dal marchio che li metterà in vendita in edizione limitata. Nessuna pretesa artistica, solo un delicatissimo divertimento fanciullesco; il profilo è quello di pupazzi, al limite del fumettistico, l’effetto quello di una stanza d’asilo e non importa se siamo tutti cresciuti, anche il più coriaceo si è sciolto. Vista da qui, da questa prospettiva dal basso che è proprio quella di quando si tendevano le braccia ai genitori per farsi sollevare, la collezione si carica di quell’effetto wow che è la meraviglia delle prime scoperte.

Sempre osservando la figura dal basso, sembra che i capi siano stati disegnati dal pavimento, da sotto a sopra, tanto sono vari nelle asimmetrie e nelle proporzioni sregolate. A rimetterle a posto ci sono uno styling volutamente incosciente e la sartoria: oversize calibrato su zoom in scala per giacche e cappotti, così come per molti top e camicie, un trionfo della manica raglan e della spalla abbassata; gonne spezzate a due lunghezze, tagliate di lato, arricchite di frange e balze; maglieria iper-strutturata o iper-stropicciata, abiti in tessuti croccanti per i capricciosi del non stirato. E poi la magia della pelle stampata che simula la lana e il cotone, quella delle lavorazioni che riproducono il pelo e la pelliccia e che sono volatili come piume, le paillettes di cristalli, gli immancabili accessori intrecciati, in un compendio degli effetti speciali a cui ci ha abituato Bottega Veneta e di cui è impossibile stancarsi. Un guardaroba per ritrovare quel senso di stupore che è proprietà dell’infanzia.

La linea tracciata da Blazy è sottile e profonda, partendo dagli oggetti che danno il senso di casa e che colora con la stessa palette rassicurante e giocosa di pastelli e neutri, mette le mani in quella porzione dello spirito che è dei sentimenti, dei ricordi di un immaginario collettivo, e muove dritta verso il cuore dell’abbigliamento per come potremmo pensarlo oggi, con la cautela di una tavolozza rétro appena accesa da fiammate a contrasto; basta avere fiducia nelle derive creative della quotidianità.

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I pouf della collezione The Ark di Bottega Veneta sono in vendita sul sito: www.bottegaveneta.com

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