Sull'Arca di Noè di Bottega Veneta Matthieu Blazy porta la sua ...

2 giorni ago

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Se sull'Arca di Noè poteste portare un amore della vostra vita chi sarebbe? E se fosse quello della prima giovinezza? In una sala buia e ambrata da qualche guizzo arancione i famosi sacchi di Zanotta, la poltrona fantozziana del lavoro sempre e comunque nata nel 1968, mutano in animali dolcissimi che rappresentano la popolazione di un’ipotetica Arca di Noè: come ogni show di Bottega Veneta dall’arrivo di Matthieu Blazy, la narrazione inizia con la location stessa che è, ancora una volta, correlata alle grandi aziende del made in Italy tra design e arte, a cui questa volta il designer e la maison hanno chiesto di realizzare 15 colorati animali (in vendita online il giorno dopo lo show) riprendendo quella celebre silhouette a sacco. Quando inizia la sfilata il potere di conferire bellezza al quotidiano, potere ormai saldo nelle mani di Blazy, si palesa con gonne pantalone riviste (una gamba è pantalone, l’altra è gonna), il completo maschile ha linee enormi, come quelle di un bambino che indossa la giacca del padre per giocare a fare il grande, le sue camicie finte di tartan si sono allungate, per cascarci dentro un tempo parallelo, le gonne soffici panna e i blouson arancio sono ormai pillole di città in grande forma con donne di una borghesia molto benestante che hanno voglia di vestire lo stilista che le ha risvegliate dai loro cliché.

Bottega Veneta - Figure 1
Foto elle.com

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Bottega Veneta è il brand che, tra tutti, ha mantenuto quel fare prezioso pigramente definito lusso, ma il tempo del quiet luxury, invece, è stato spazzato via dall’alta marea attuale che richiede di salire su un'Arca dove poter portare solo un proprio simile in mezzo a una moltitudine di altri amanti scelti per costruire un nuovo mondo. Il più grande merito di Matthieu Blazy è di emozionare con quelle prime note giuste che conducono nel suo emisfero, e poi di farlo con abiti ovviamente desiderabili, stagione dopo stagione, diventati dei porti sicuri dove non mancano i suoi ponpon scultura (versione copricapo), la cintura con la fibbia a forma di coniglietto stilizzato, l'abito bianco di ciuffi/frange che svela un micro becco arancio per celebrare il cigno, spolverini strizzati nel tessuto stropicciato, la lana merino tessuta jacquard, le borse della spesa che potrebbero contenere gioielli e non pomodori per la loro ricchezza di lavorazione e materiali. Il gioco e il mai vanto della bravura di Blazy è evidente e anche questo, come da tradizione, anticipa di gran lunga la chiusura di una fashion week milanese con toni non sempre ficcanti, qualche lunga pausa e tempi dilatati di riflessione. Sull’Arca, dunque, chi portereste per lasciare questa città e andare altrove?

Bottega Veneta - Figure 2
Foto elle.com

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Bottega Veneta - Figure 3
Foto elle.com
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