Tonfo di Campari, i conti deludono e gli analisti tagliano i target price
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Il contesto difficile tra maltempo, inflazione in crescita e scarsa fiducia dei consumatori pesano sui ricavi. La nomina del nuovo ceo prevista entro il primo semestre 2025di Stefania Blasioli
30 ottobre 2024
3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Tonfo di Davide Campari a Piazza Affari all’indomani della diffusione della trimestrale che ha mostrato fatturato in lieve crescita nei primi nove mesi sebbene l’utile sia in contrazione, mentre il gruppo si aspetta ora, per il resto dell’anno, una crescita delle vendite “low single digit”. Il titolo della società attiva nella produzione di bevande alcoliche ha toccato un nuovo minimo dall’aprile del 2020.
Per eToro Campari intrappolata tra fattori esterni difficili e sfide interne
Nel terzo trimestre dell’anno le vendite nette di Campari sono cresciute di un «modesto» 1,4%, «un risultato ben al di sotto delle aspettative per il terzo trimestre, tradizionalmente uno dei più rilevanti dal punto di vista stagionale» come nota Gabriel Debach, market analyst di eToro. A complicare il quadro, i costi operativi sono aumentati del 1,8%, superando la crescita dei ricavi e colpendo duramente la redditività dell'azienda. Campari ha attribuito le difficoltà a condizioni meteorologiche avverse in Europa e a un contesto macroeconomico sfavorevole. In particolare, l’Italia – mercato chiave per il gruppo – ha registrato un calo del 7%, mentre la Germania ha subito una flessione del 6,2%. Anche il mercato americano, che rappresenta il 45% delle vendite complessive, ha riportato una crescita marginale dell'1%. Guardando avanti, l’azienda prevede che il contesto macroeconomico rimanga sfavorevole per il resto del 2024. «Sebbene il management abbia cercato di mantenere una nota ottimistica per il 2025 e oltre, l’outlook di crescita a bassa singola cifra conferma un approccio prudente» commenta l’analista. Secondo Debach, «questa trimestrale evidenzia come Campari sia intrappolata tra fattori esterni difficili da controllare e sfide interne» ed «è lecito attendersi non solo nuove pressioni, ma forse anche un cambio di rotta». In conclusione, «per Campari il bicchiere sembra ancora mezzo vuoto. Se l’azienda non riuscirà a trovare la giusta ricetta per rilanciare vendite e redditività, il rischio è che gli investitori preferiscano passare ad altri aperitivi più frizzanti».
Maltempo, inflazione e scarsa fiducia dei consumatori pesano sulle vendite
Tra le cause dei risultati deludenti, Intermonte e Banca Akros vedono l'impatto negativo del maltempo in Europa e dell'uragano in Giamaica; la pressione sul reddito disponibile dovuta all'inflazione e alla minore fiducia dei consumatori e dei distributori; il destoccaggio dei canali in Italia e in Europa che «è stato particolarmente pronunciato nel trimestre».
Il nuovo ceo entro il primo semestre 2025
Per quanto riguarda la nomina del nuovo ceo, il cfo ha ribadito, rispondendo alle domande degli analisti, che sono a buon punto con la ricerca, che stanno valutando attentamente la figura da scegliere e che sono positivi sul fatto che la selezione si concluderà entro il primo semestre 2025 Su questa base, arriva il taglio dell’obiettivo di prezzo da parte della maggior parte degli analisti: Barclays a 7.80 da 8.40; Mediobanca a 9.20 da 10; Bernstein a 10.80 da 11.50; Deutsche Bank a 8.50 da 9.70; Banca Akros a 9.6 da 10.2; Intermonte a 9 da 10.2. Per quanto riguarda il ceo, il Cfo ha ribadito, rispondendo alle domande degli analisti, che sono a buon punto con la ricerca, che stanno valutando attentamente la figura da scegliere e che sono positivi sul fatto che la selezione si concluderà entro il primo semestre 2025. Gli esperti di Equita rimangono comunque «fiduciosi sulle prospettive di medio termine grazie al forte posizionamento del portafoglio del gruppo, con l’attesa di un ritorno a crescite a cifra alta del fatturato e a doppia cifra dell’utile dal 2026». In occasione della pubblicazione della trimestrale, Campari Group ha comunicato il lancio di un nuovo programma di acquisto di azioni proprie, per un importo massimo pari a 40 milioni di euro.
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