Caso Cospito, Possibile attentato a Bologna. Minacce a Meloni e ...

3 Feb 2023
Giorgia Meloni e Guido Crosetto

Una telefonata anonima al resto del Carlino, accompagnata da una lettera minatoria indirizzata alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Difesa Guido Crosettio scatena le indagini della Dia sugli autori della grave minaccia: "A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito". Queste le parole pronunciate da una voce giovane e maschile durante la chiamata anonima, arrivata martedì al giornale. La Digos sta lavorando per rintracciare il luogo da cui è partita la telefonata che ha messo in allarme le forze dell’ordine.

In redazione al Resto del Carlino è arrivata ieri anche una lettera minatoria contro il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Afredo Cospito, sottoposto al regime 41 bis e in sciopero della fame da ottobre per protestare contro il carcere duro, questa mattina ha parlato con il suo legale per oltre tre ore. L’anarchico, dietro la sbarre a Opera, ha ricevuto ieri anche la visita di un esponente di + Europa. E’ vigile reattivo e respira bene, ha riferito Michele Usuelli. Alfredo Cospito è stato condannato per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e per avere piazzato due ordigni esplosivi fuori da una carema a Fossano, nel cuneese, nel 2006. Intanto, il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, ha inviato al ministero della Giustizia il parere sul caso di Alfredo Cospito. Nei giorni scorsi l'avvocato Flavio Rossi Albertini aveva presentato istanza di revoca del provvedimento nei confronti del suo assistito. Nulla è trapelato sul contenuto del parere.Sono arrivati oggi al ministero della Giustizia nuovi pareri sulla revoca del regime del 41-bis all'anarchico Alfredo Cospito. La Procura nazionale antimafia si è espressa per la conferma del 41 bis o per sostituirlo con il regime di alta sicurezza. Contrario alla revoca il Procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Secondo alcune fonti citate dall'Ansa li il documento conterrebbe riferimenti alla necessità di monitorare costantemente le condizioni di salute del detenuto.

La  Corte di Cassazione ha anticipato al prossimo 24 febbraio l'udienza in cui discutere il ricorso di Alfredo Cospito contro il regime carcerario del 41 bis. Si tratta di un'ulteriore accelerazione, dopo la stessa Cassazione aveva già anticipato al 7 marzo, rispetto alla data originaria del 20 aprile, l'udienza presentata dal legale di Cospito per l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'anarchico.

Verrà annunciata domani nell'Aula della Camera la costituzione del giurì d'onore che è stato chiesto dalle opposizioni dopo le affermazioni, pronunciate lo scorso 31 gennaio nell'Emiciclo di Montecitorio, da Giovanni Donzelli (Fdi) nei confronti di quattro deputati deputati del Pd tra cui il capogruppo Debora Serracchiani. Il giurì, le cui conclusioni sono inappellabili (la relazione conclusiva viene semplicemente letta in assemblea ma non viene discussa né votata) sarà composto da cinque deputati, ma non si sa ancora chi lo presiederà: il vicepresidente Giorgio Mulè si è detto a ciò indisponibile in quanto presiedeva l'Assemblea quando i fatti sono avvenuti. Il regolamento della Camera (all'articolo 58) stabilisce che, quando nel corso di una discussione, un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione - il cosiddetto Giuri' d'onore, appunto - per giudicare la fondatezza dell'accusa. Alla commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera che ne prende atto senza dibattito nè votazione. Non è specificato il numero dei giurati, che solitamente sono stati solo un paio. Si tratta, dunque, di uno strumento eminentemente interno, che come è stato più volte autorevolmente ribadito, non ha poteri assimilabili a quelli dei magistrati e il suo ambito di azione è solamente interno. Si tratta di un retaggio ottocentesco, che era già previsto nel Parlamento del Regno d'Italia. Nella Prima Repubblica si fatto sovente ricorso al Giurì d'onore. Famosi sono rimasti quelli che riguardarono il democristiano Paolo Cirino Pomicino ed il socialista Franco Piro e, ancor prima, quello tra il missino Giorgio Pisanò e il democristiano Bisaglia. Nella Seconda Repubblica a subirlo uin paio di volte fu Franco Barbato di Italia dei Valori. A volte il giurì viene evitato se preceduto dalle scuse dell'"accusato". L'unico Giurì d'onore che si ricorda essere stato presieduto dallo stesso presidente della Camera è quello (era il dicembre 1999) su una presunta vicenda di "compravendita" di parlamentari che vedeva coinvolti l'ex leghista Paolo Bampo e Luca Bagliani dell'Udeur. Presieduto da Luciano Violante, venne composto anche dai quattro vicepresidenti di Montecitorio.


News correlate

Leggi di più
Notizie simili