Bari, Decaro: "Se ci sono sospetti sul Comune, rinuncio alla scorta"

20 Mar 2024

Il sindaco ha convocato una conferenza stampa all'indomani delle notizie giunte dal ministero dell'Interno sulla procedura della Commissione d'accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell'amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate  

Decaro - Figure 1
Foto Sky Tg24

Comune di Bari verso lo scioglimento? È questa l'ipotesi al vaglio della commissione nominata dal ministro dell'Interno Piantedosi. Dura la reazione del sindaco Antonio Decaro che sui social ha parlato di "un atto di guerra contro la città". E che oggi incalza: "Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari, io rinuncio alla scorta". 

L'inchiesta

"Sono sotto scorta da 9 anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune", ha precisato il sindaco di Bari arrivando alla conferenza stampa convocata all'indomani delle notizie giunte dal ministero dell'Interno sulla procedura della Commissione d'accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell'amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate. Nello specifico, l'ipotesi di commissariamento del Comune pugliese deriva dall'inchiesta 'Codice Interno', che ha rivelato intrecci tra mafia, imprenditoria e mondo della politica. L'indagine, condotta dalla direzione distrettuale antimafia, il 26 febbraio scorso ha portato all'arresto di 130 persone accusate di vari reati e, tra loro, di due esponenti politici, Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e della moglie Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale di maggioranza, poi dimessasi.

approfondimento Mafia barese: 130 indagati, ingerenza nelle elezioni comunali del 2019

La reazione di Decaro

Decaro ieri, su Facebook, aveva spiegato: "Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune". "L’atto, come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra. Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: 'L'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata', gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale".

La posizione del Viminale

Il ministero dell'Interno, dal canto suo, ha precisato che quanto accaduto "si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell'art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l'azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune".

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