Educazione Fisica, il film di Stefano Cipani tutto girato dentro una ...
Un’immagine fissa, in distanza e dall’alto, rivolta verso una scuola fatiscente situata in un campo di terra che ricorda un film western e poi un unico luogo, chiuso e scuro. Pochi attimi e la scena cambia. Inizia l’azione e avviene completamente all’interno della palestra della scuola. Qui quattro genitori (Claudio Santamaria, Sergio Rubini, Angela Finocchiaro e Raffaella Rea) sono stati convocati dalla Preside (Giovanna Mezzogiorno), ignari della motivazione e della richiesta. Adattamento del testo teatrale La palestra di Giorgio Scianna e sceneggiato dai fratelli D’Innocenzo, dal 16 marzo con 01 Distribution c’è al cinema Educazione fisica di Stefano Cipani.
Un film in un’unica location: è questo Educazione fisica. Una location simbolo di svago, movimento, sport, allenamenti e incontri, che qui si trasforma in contenitore di più generi cinematografici tra loro affini - thriller e noir con tanto di colpo di scena finale. Educazione fisica si svolge in una palestra vissuta anni prima dai genitori e ora dai figli, e tra un ricordo e un altro prende vita il misfatto. Viene annunciata la notizia agghiacciante che li vede convocati ed è così che la palestra si trasforma, non visivamente ma sentitamente, in un'aula di tribunale in cui, attraverso un ritmato ping pong di accuse e presunte bugie, si cerca di fare luce sulla verità.
© Gianfilippo De Rossi courtesy 01 Distribution
© Gianfilippo De Rossi courtesy 01 Distribution
In questo non-luogo non entrano i figli - ragazzi di appena 13 anni impegnati a giocare nel cortile antistante -, i colpevoli della storia a cui non è quindi permesso emanciparsi dai genitori e non è data la possibilità di difendersi, di sperimentare il dolore e la vergogna. I genitori vestono qui i panni del tutore perfetto ma protettivo oltre ogni limite. Proprio come da intento di La palestra di Giorgio Scianna, il film di Cipani mette in scena lo scontro tra una Preside e alcuni genitori in un dramma attuale e spietato. Cosa è disposto a fare un genitore per coprire un errore, un gesto mostruoso commesso dal proprio figlio? Scianna, i D’Innocenzo e Cipani non giudicano ma mostrano come anche gli adulti insieme possono diventare un temibile branco. Il film non fa altro che innescare un meccanismo a orologeria che traccia il possibile ed esistente lato oscuro della nostra società, insieme a un processo doloroso in cui tutto è messo in discussione.
© Gianfilippo De Rossi courtesy 01 Distribution
Per Educazione fisica “mi sono stati d’ispirazione i cartoni animati anni '70 di Ralph Bakshi, il cinema di Buñuel e il punk”, commenta Cipani. “Inoltre, l’idea di girare un film interamente in una location e avere l’occasione di lavorare con un gruppo di attori in maniera organica, cronologica e totalizzante nella propria verbosità, mi affascinava molto. Ho avuto la possibilità di ricreare interamente, secondo i criteri della mia immaginazione, la palestra in uno studio a Cinecittà con l’obiettivo di realizzare un film intelligente, scioccante, emotivo, vicino al pubblico e al contempo personale, personalizzato”. E continua, “volevo fare un classico, senza fronzoli, dove tutto è rivolto alla discussione. Il montaggio è per scelta democratico e non lascia scampo a nessun personaggio, i quali sono sempre tutti presenti attraverso i piani d’ascolto che giocano un ruolo chiave nella lettura del film. Ho optato per un découpage classico le cui geometrie vengono dettate dall’emotività della scena”.
Educazione fisica non è ovviamente il primo racconto cinematografico ambientato in un’unica location. Altri esempi virtuosi in tal senso, di cui fa accenno lo stesso Cipani, sono Parola ai giurati di Sidney Lumet e JFK di Oliver Stone, ma tra i titoli considerati imperdibili è impossibile non citare anche La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, Carnage di Roman Polanski e l’italianissimo Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese.
© Gianfilippo De Rossi courtesy 01 Distribution
