Crisi Foggia senza fine, vince ancora il Cerignola: Paolucci di rigore ...
Anche lo scorso anno il Foggia affrontò il derby di ritorno senza una guida tecnica reale. Sulla panchina sedeva il tecnico della Primavera Olivieri, dopo l’esonero di Cudini, con la “collaborazione” di Antonio Vacca. Si giocava al ‘Monterisi’, unica vera differenza. L’esito fu lo stesso, una sconfitta di rigori (due, entrambi realizzati da Malcore). A distanza di quasi un anno non è cambiato niente: il Foggia perde un altro derby (il quinto consecutivo in campionato, playoff esclusi) e lo fa disputando una prestazione ai limiti dell’osceno, specie nella seconda frazione di gioco. Sulla panchina, ancora una presenza temporanea, Cosimo Zangla, dopo l’addio di Capuano. La sfida si è risolta anche questa volta su rigore, sicuramente più netto rispetto ai due concessi al ‘Monterisi’. Una vittoria meritata dall’Audace, malgrado una prestazione non scintillante. Ma per battere uno dei Foggia più brutti degli ultimi 10 anni, basta davvero poco. Festeggia la squadra di Raffaele che rosicchia due punti al Benevento (rimontato dal Crotone) consolidando il secondo posto e contenendo per un’altra giornata la furiosa risalita dell’Avellino. In casa Foggia, si preannunciano giornate pesantissime e riflessioni profonde da parte della società. I bonus si sono tutti esauriti.
Domenico Roma si dimettePRIMO TEMPO – Il terzo allenatore dell’anno (per le statistiche) non stravolge nulla. Zangla conferma il 4-3-2-1 con la sola novità di Parodi al posto di Camigliano. Anche il collega Raffaele non sorprende, schierando il 3-5-2 annunciato alla vigilia, con i rientri dal 1’ di Paolucci e Tascone jr in mediana e l’innesto di Tentardini come quinto a sinistra, per l’indisponibilità di Coccia, sostituito da Russo. C’è una discreta cornice di pubblico, nonostante il niet ai residenti cerignolani e una comprensibile delusione per i risultati, che generano – come prima conseguenza – lo svuotamento della tribuna Est. Come annunciato, le curve non cantano, se non per ricordare i tre giovani tifosi scomparsi a Potenza e incitare Samuele e Matteo a non mollare. Ma il primo coro è destinato alla insensibile (concetto edulcorato) Lega calcio. Poi c’è il campo. Appare subito chiara una cosa: da un lato c’è una squadra collaudata, in cui ogni componente ha uno spartito preciso da interpretare; dall’altra c’è una squadra che denuncia tutte le difficoltà di gioco, di idee, e anche di condizione atletica. Gli ingranaggi del 3-5-2 di Raffaele sono oliati alla perfezione. La coppia di attaccanti Jallow-Salvemini si muove bene, con le classiche combinazioni da 3-5-2 (uno viene incontro e l’altro attacca la profondità); a supporto si sgancia soprattutto Paolucci, più terzo uomo d’attacco che mezzala, rispetto a Tascone jr che resta più basso. Non a caso, la manovra degli ofantini predilige soprattutto la corsia mancina. Le reminiscenze ‘capuanesche’ portano i rossoneri alla frequente ricerca della palla lunga. Il compito di impostare viene affidato di sovente a Parodi, che non ha nella costruzione la sua virtù più importante. E i risultati si vedono. I rossoneri ci provano a fare la partita, va detto, ma la buona volontà non cancella i disagi, evidenti quando la squadra ha la palla tra i piedi. Poche combinazioni e tante imprecisioni tra i padroni di casa, fraseggio pulito e cambi di gioco mai banali tra gli ospiti. La squadra di Raffaele ha solo la colpa di non essere sufficientemente fredda nell’atto finale, pur dando sempre l’impressione di poter far breccia nella retroguardia avversaria. Eppure, il primo spunto per provare a spezzare l’inerzia, lo hanno proprio i satanelli, quando Millico pesca alla perfezione Murano al centro dell’area, ma l’incornata dell’ex Picerno è una carezza per Saracco. Più pericolosa è la frustata di Salvemini, sugli sviluppi di un corner, che chiama De Lucia alla respinta in tuffo. Sono le due uniche chance del primo tempo, che va agli archivi tra i fischi della tribuna.
SECONDO TEMPO – Con il passare dei minuti, la speranza è che si riesca a strappare quanto meno un punto. Perché il Foggia non trasmette neppure l’impressione di poter far male all’Audace. Fioccano gli errori, figli anche di una stanchezza che emerge puntualmente dopo pochi minuti. Cinque, quelli che Zangla concede a Millico e Salines, che vengono richiamati a vantaggio di Silvestro e Orlando. Ma la squadra rossonera è palesemente cotta. Raffaele richiama Jallow inserendo Ruggiero. Mossa che ridà brio alla manovra degli ofantini: il dieci gialloblu sfiora subito il gol con una bella girata. Ma in generale il suo lavoro tra le linee fa porta energie e soluzioni nuove alla squadra. In casa Foggia, invece, la stanchezza, mista a un nervosismo crescente, ottenebra ulteriormente le idee. Ne dà una plastica dimostrazione Danzi, che colleziona errori in impostazione a raffica, accompagnati da fischi sempre più assordanti. Fa peggio di lui Felicioli, che si fa scappare Russo in area e pensa bene di entrare in tackle da dietro. Rigore a dir poco solare, che Paolucci trasforma. La partita, di fatto, finisce qui. Il Cerignola può andare col pilota automatico, mentre prosegue lo stillicidio rossonero. Il rosso a Silvestro (entrataccia su Paolucci, ndr) è la fotografia di una serata da dimenticare in fretta. Per tutto il resto, ci sono le feroci contestazioni dello ‘Zac’ al triplice fischio.
Foggia-Audace Cerignola 0-1: il tabellinoFOGGIA (4-3-2-1) De Lucia; Salines (6’st Silvestro), Parodi, Carillo, Felicioli (29’st Vezzoni); S. Tascone, Danzi (29’st Zunno), Mazzocco; Emmausso, Millico (6’st Orlando); Murano. A disposizione: Perina, De Simone, Camigliano, Santaniello, Da Riva, Sarr, Pazienza, Ascione. Allenatore: Zangla
AUDACE CERIGNOLA (3-5-2) Saracco; Visentin, Gonnelli, Martinelli; Russo, M. Tascone, Capomaggio, Paolucci (46’st Bianchini), Tentardini (39’st Ligi); Jallow (10’st Zak Ruggiero), Salvemini (46’st Gagliano). A disposizione: Greco, Fares, Parigini, Bianchini, Faggioli, Velasquez, Sainz-Maza, Carnevale, Romano, Iurilli, Gagliano, Carrozza, Di Dio. Allenatore: Raffaele
Arbitro: Mastrodomenico di Matera
Assistenti: Pelosi di Ercolano – De Vito di Napoli
Quarto ufficiale: Tropiano di Bari
Marcatori: 28’st rig. Paolucci (AC)
Ammoniti: Tascone (F), Paolucci (AC), M. Tascone (AC)
Espulsi: 41’st Silvestro (F) per gioco violento