Gianfranco Fini, i Tulliani e la casa di Montecarlo: la sentenza slitta ...

14 giorni ago
Gianfranco Fini sentenza

diIlaria Sacchettoni

Sette ore di dibattimento, poi il rinvio. Giancarlo Tulliani ha ammesso «di aver fatto lobby per il re delle slot Corallo». I difensori di Fini: «Inconsapevole di tutto»

Slitta al 30 aprile la decisione dei giudici sulla vicenda che ha riguardato la compravendita della casa di Montecarlo. Sette ore di discussione da parte delle difese della famiglia Tulliani e di Gianfranco Fini hanno caratterizzato il dibattimento. Durante la discussione si è assistito a qualche colpo di scena come la lettura di una dichiarazione da parte del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani che ha ammesso, attraverso il suo avvocato Manlio Morcella, di aver non riciclato ma fatto lobbying per il re delle slot Francesco Corallo. Un argomento, questo, che, a detta della difesa, spiegherebbe una serie di circostanze e particolarmente la «generosità» di Corallo verso Tulliani. La difesa di Sergio e GiancarloTulliani ha poi sostenuto anche un argomento di natura tecnica, il fatto cioè che l'accusa sostenuta dall'antimafia sia andata oltre le proprie prerogative: «L' applicazione della pm antimafia era ampiamente scaduta perché nell’avviso di conclusione indagini era già caduta l’aggravante mafiosa. A novembre 2017 già non c’era più. Ci sono ombre in questa accusa... »

La difesa: «Fini inconsapevole»

Quanto alla difesa dell’ex presidente della Camera Fini, i suoi difensori gli avvocati Michele Sarno e Francesco Caroleo Grimaldi hanno detto: «Fini era inconsapevole di tutto. Il diritto penale si caratterizza nella semplificazione. La ricostruzione della accusa ha un deficit originario, l’idea accusatoria non trova conforto della realtà perché questa la sconfessa e la delegittima. Non poteva non sapere è solo una ipotesi della procura che non ha trovato alcun riscontro nei fatti. Tutti i protagonisti di questa vicenda hanno detto che Fini era inconsapevole». 

Assoluzione anche per Baetsen

Anche per  Rudolph Baetsen la difesa ha chiesto l'assoluzione: «Qui si è andati oltre ogni limite chiedendo una condanna a 13 anni neanche si trattasse dei proventi di trafficanti di migranti...» ha detto l'avvocato Valerio Spigarelli.  Secondo l’accusa la compravendita della casa di Montecarlo era parte di una complessa operazione di riciclaggio del denaro che Francesco Corallo doveva allo stato quale tassa sulle sue slot machine.  Chiosa Morcella: «Sono fiducioso nel buon esito del processo. Assurdo anche solo ipotizzare che un gruppo come quello di Corallo che manovra miliardi ricorra a un riciclaggio di 4 milioni di euro senza alcun ritorno»

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18 aprile 2024 ( modifica il 18 aprile 2024 | 18:30)

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