Meloni capolista in tutte le circoscrizioni. «Questa Italia che cambia ...

22 giorni ago
Giorgia Meloni

ServizioLa kermesse di FdI

Meloni capolista in tutte le circoscrizioni. «Questa Italia che cambia oggi può cambiare l’Europa»L’annuncio della discesa in campo. A Pescara per l’evento sono arrivati oltre 2.200 delegati da tutta Italia. Anche Carlo Calenda (Azione) rompe gli indugi: anche lui sarà candidato in tutte le circoscrizioni

di Nicola Barone

28 aprile 2024

Europee, Meloni si candida: l'annuncio

6' di lettura

«Noi vogliamo che l’Italia sia centrale per cambiare quello che non funziona in Europa, questa Italia che cambia oggi può cambiare l’Europa». Sono le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal palco della conferenza programmatica di FdI a Pescara. L’attesa degli ultimi giorni è sciolta. Con la decisione, finalmente comunicata alla platea dei militanti, «di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’italia in tutte le circoscrizioni elettorali», non senza un battuta di spirito («se sopravvivo»). Per la premier «l’Italia è tornata protagonista in Occidente, in Europa, nel Mediterraneo dopo gli anni del servilismo di certa sinistra, dopo gli anni del cerchiobottismo dei Cinque Stelle. È tornata l’Italia che rispetta i suoi impegni internazionali, che viene guardata con rispetto perché ha il coraggio di prendere decisioni giuste anche quando quelle decisioni possono essere impopolari. Come quella di sostenere il popolo ucraino che combatte per la propria libertà contro l’imperialismo neo sovietico di Vladimir Putin».

«È arrivato il momento di alzare posta»

«Difenderemo anche in Ue le nostre eccellenze, i nostri confini, la nostra identità. Anche stavolta ci diranno che siamo dei pazzi che è una sfida impossibile da vincere». La sfida è lanciata. «Ci hanno dato tante volte per sconfitti, ci hanno detto che eravamo destinati scomparire. Lasciateglielo dire. Mentre si crogioleranno in questa loro rassicurante speranza noi continueremo a lavorare come sempre fatto e chissà se anche stavolta riusciremo a smentire i pronostici. È arrivato il momento di alzare la posta, cambiamo anche l’Europa».

«Sono fiera di essere una persona del popolo»

«Chiedo agli italiani di scrivere il mio nome, ma il mio nome di battesimo» alle Europee. «Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara, perché loro sono colti. Ma io sono fiera di essere una persona del popolo». Lo ha detto la premier e leader di FdI Giorgia Meloni. «Se volete dirmi che ancora credete in me scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi. Il potere non mi cambierà, il Palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena».

«Nel 2014 mancammo quorum, ora primo partito»

«Mancano poche settimane alla nuova sfida che ci aspetta» delle Europee. Nel 2014 «mancammo di pochissimo il quorum del 4% e fu una grande delusione, che non ci ha tolto determinazione, cinque anni di battaglie dopo» capimmo «che potevamo diventare protagonisti», ora «siamo primo partito d’Italia». Ma, avverte Meloni, il risultato che abbiamo ottenuto come FdI «non è dato acquisito, dobbiamo continuare a meritarcelo» e «fa tremare i polsi». «Noi non tradiremo gli italiani che non hanno creduto» alle «balle spaziali» che «hanno propagandato dentro e fuori i confini nazionali». L’obiettivo davanti al partito è adesso «creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare all’opposizione la sinistra anche in Ue è una impresa difficile ma possibile e dobbiamo tentare». È possibile «portare anche in Europa il modello italiano, sarebbe una rivoluzione in cui il partito dei conservatori è strategico e fondamentale».

«Noi oscurantisti per stesse cose che ora dice Draghi»

«Chi oggi plaude a Enrico Letta e a Mario Draghi bollava le nostre critiche come oscurantismo o negazionismo: la verità è che abbiamo sempre avuto ragione noi, non era negazionismo o oscurantismo, era banale realismo», arringa Meloni dal palco di Pescara. «Anche gli osservatori più severi sono costretti a prendere atto della solidità della nostra economia, della serietà con la quale il governo sta gestendo i conti pubblici. Dall’insediamento del nostro governo a oggi lo spread che tanto piaceva a molti osservatori, a molti commentatori è sceso di oltre 100 punti base da 236 punti a 131 di ieri tanto perché doveva schizzare a 600 punti nei sogni diciamo così interessati e un po’ antinazionali dei nostri detrattori».

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