Harvey Weinstein, revocata la condanna per reati sessuali a New York
La Corte Suprema dello Stato di New York ha revocato la condanna di Harvey Weinstein per reati sessuali. È una nuova puntata dentro il caso Weinstein. Il produttore cinematografico accusato di molestie sessuali da più cento donne nel 2018 è stato condannato due anni dopo, nel 2020, a 23 anni di carcere per crimini sessuali. Il caso che ha dato vito al movimento #MeToo in tutto il mondo torna a scuotere il dibattito.
Secondo i giudici della Corte d'Appello di New York, composta in maggioranza da donne, il giudice e loro collega James Burke commise «un errore» nel chiamare a testimoniare alcune donne che avevano accusato il produttore cinematografico senza però che le loro storie e quindi le loro accuse fossero parte dei capi di imputazione. Nello specifico si tratta delle testimonianze di Lauren Young, Dawn Dunning e Tarale Wulff che vennero chiamate in causa a proposito di «precedenti atti negativi» come permette una legge statale per mostrare l'eventuale attitudine dell'imputato a determinati comportamenti.
Per il caso Weinstein, la Corte d'Appello ha però stabilito che «nel nostro sistema di giustizia, l'accusato ha il diritto di essere considerato responsabile solo del crimine di cui è accusato». Quindi, secondo i giudici il processo che ha stabilito la condanna di Weinstein per reati sessuali non è stato portato avanti in maniera equa. Su questo dovrà pronunciarsi procuratore distrettuale di Manhattan Alvin L. Bragg per decidere se processare nuovamente il produttore di Hollywood.
«Questa non è solo una vittoria per Weinstein, ma per ogni imputato in un processo penale nello Stato di New York», ha commentato l'avvocato di Weinstein, Arthur Aidala. Il produttore cinematografico resterà in carcere ma verrà trasferito in California. Resta infatti in vigore la condanna a 16 anni di carcere emessa contro Harvey Weinstein da un tribunale di Los Angeles, nel 2022, per lo stupro di una donna a Beverly Hills.
