L'Italia troverà una Spagna diversa dal solito - Il Post
Giovedì sera alle 21 si giocherà Italia-Spagna, la seconda partita della fase a gironi degli Europei maschili di calcio. Entrambe le nazionali hanno vinto la prima partita (la Spagna 3-0 contro la Croazia, l’Italia 2-1 contro l’Albania) e con una vittoria sarebbero quindi matematicamente qualificate per gli ottavi di finale.
È la quinta edizione consecutiva degli Europei in cui si affrontano Italia e Spagna. Le ultime due volte ha vinto l’Italia, ai rigori in semifinale nel 2021 e 2-0 agli ottavi di finale nel 2016. Nel 2012 le due nazionali giocarono contro per due volte: ai gironi finì 1-1, in finale vinse per 4 a 0 la Spagna, che al tempo era la miglior nazionale del mondo (aveva vinto anche gli Europei del 2008 e i Mondiali del 2010). Nel 2008, ai quarti di finale, passò la Spagna ai calci di rigore.
Da quelle partite, anche dalla stessa semifinale del 2021, le due squadre sono cambiate parecchio nei calciatori e nello stile di gioco, anche perché entrambe hanno un nuovo allenatore. L’estate scorsa l’Italia ha nominato Luciano Spalletti al posto di Roberto Mancini, mentre nel dicembre del 2022, dopo l’eliminazione agli ottavi di finale dei Mondiali, la Spagna ha sostituito Luis Enrique con il 62enne Luis de la Fuente.
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De la Fuente lavora da oltre dieci anni per la federazione spagnola: prima di arrivare in nazionale maggiore ha allenato la nazionale under 19, poi l’under 18 e infine l’under 21. Con le nazionali giovanili ha vinto due Europei (under 19 nel 2015 e under 21 nel 2019) e ha fatto esordire diversi calciatori che oggi fanno parte della Spagna: nella finale degli Europei under 21 del 2019 giocarono Fabián Ruiz, Mikel Merino, Dani Olmo e Mikel Oyarzabal. Con la Spagna, de la Fuente ha vinto la Nations League del 2023, un torneo meno importante per nazionali (in semifinale batté 2-1 l’Italia, che era ancora allenata da Mancini).
La Spagna di oggi è come sempre una nazionale piena di giocatori di talento e molto abili tecnicamente, ma il suo gioco è diventato un po’ più verticale (i giocatori puntano cioè ad arrivare più velocemente nell’area avversaria) e un po’ meno basato sulla ricerca quasi ossessiva del possesso palla, com’era stato per praticamente tutte le nazionali spagnole dal 2008 al 2022. Contro la Croazia, per la prima volta dopo 136 partite ufficiali la Spagna ha avuto meno possesso palla degli avversari (il 47 per cento): era dal 2008 che non accadeva. Eppure ha vinto 3-0.
Quella di puntare su un gioco più diretto è in parte una scelta di rottura fatta dalla federazione e dal nuovo allenatore, soprattutto dopo che la Spagna di Luis Enrique fu eliminata dal Marocco ai Mondiali del 2022 in una partita in cui ebbe il 76 per cento di possesso palla, fece oltre mille passaggi ma tirò in porta una sola volta. La Spagna pareggiò 0-0 e perse ai rigori. In parte però è anche un modo per adattarsi alle diverse caratteristiche dei suoi giocatori offensivi, come il centravanti e capitano Álvaro Morata, molto bravo ad attaccare in profondità, e soprattutto i giovani esterni d’attacco Nico Williams e Lamine Yamal, entrambi velocissimi e abili nel dribbling.
Nico Williams ha 21 anni e gioca nell’Athletic Bilbao, con cui nella stagione appena conclusa ha vinto la Coppa del Re (l’equivalente della nostra Coppa Italia) e ha totalizzato 11 assist in campionato. Il nuovo fenomeno della Spagna però è Lamine Yamal, che a 16 anni e 338 giorni è diventato il più giovane calciatore di sempre a giocare una partita degli Europei. Yamal è l’ultimo eccezionale talento uscito dalla Masia, il famoso vivaio del Barcellona. Alla sua prima stagione tra i professionisti, a soli 16 anni, è già uno dei calciatori più importanti del Barcellona e della Spagna. Nelle otto partite giocate finora in nazionale ha fatto due gol e cinque assist, l’ultimo dei quali per il gol di Dani Carvajal contro la Croazia.
In un’amichevole contro il Brasile lo scorso marzo Lamine Yamal ha entusiasmato talmente il pubblico da guadagnarsi la standing ovation del Santiago Bernabeu (lo stadio del Real Madrid, dove non è affatto comune che la gente si alzi per applaudire un calciatore del Barcellona)
La Spagna rimane comunque una squadra a cui piace controllare il pallone, e che a centrocampo schiera calciatori di alto livello tecnico come Rodri del Manchester City, Pedri del Barcellona e Fabián Ruiz del Paris Saint-Germain. Il minor possesso palla contro la Croazia potrebbe essere in questo senso un’eccezione, ed è ipotizzabile che contro l’Italia la Spagna proverà a dominare il gioco. A differenza del passato, però, adesso la nazionale allenata da de la Fuente alterna meglio i diversi stili di gioco. Una zona del campo in cui sembra un po’ meno solida è probabilmente la difesa, dove ha giocatori di buon livello ma non all’altezza del resto della squadra.
Allo stesso modo, comunque, anche l’Italia è cambiata negli ultimi anni. Prima con Mancini, e poi con Spalletti, la Nazionale ha cercato di rompere con la sua tradizione di squadra reattiva e di giocare un calcio più coraggioso e di dominio, attraverso il controllo del pallone ma anche un pressing più alto e la partecipazione di un maggior numero di calciatori alle azioni d’attacco. Sarà interessante quindi capire come si svilupperà il gioco nella partita tra Italia e Spagna, chi proverà di più a prendere l’iniziativa e chi invece adotterà una strategia più attendista.
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