Il discorso di Macron sull'Europa e i dubbi su von der Leyen

11 giorni ago

Bruxelles – Un attacco esplicito a Ursula von der Leyen non c’è nel lungo discorso programmatico di quasi due ore del presidente francese, Emmanuel Macron. A dire il vero l’unico riferimento a von der Leyen è un solo “la presidente della Commissione Europea” nelle primissime battute (e secondario al nome del commissario francese per il Mercato interno, Thierry Breton). Ma il senso del discorso sull’Europa pronunciato ieri (25 aprile) dall’inquilino dell’Eliseo alla Sorbona è un implicito cambio di direzione al vertice dell’esecutivo dell’Unione per guidare una sfida senza precedenti: “Dobbiamo essere chiari sul fatto che la nostra Europa oggi è mortale, può morire, e questo dipende solo dalle nostre scelte, che devono essere fatte ora”.

Emmanuel Macron Il presidente francese, Emmanuel Macron, alla Sorbona il 25 aprile 2024 (credits: Christophe Petit Tesso / Pool / Afp)

Un messaggio “semplice”, ma che tanto semplice non è. Perché, oltre alle minacce e alle possibili risposte messe sul tavolo, Macron ha iniziato a scoperchiare il vaso di Pandora della leadership per la prossima (o prossime, perché niente di tutto ciò che ha citato sarà possibile risolverlo in un solo mandato quinquennale) Commissione Europea. E lo ha fatto proprio nel giorno in cui il Parlamento Europeo a Strasburgo – in Francia – si è riunito in sessione plenaria per l’ultima vota di questa legislatura, il vero inizio della campagna elettorale che porterà alle urne i cittadini dei 27 Paesi membri tra il 6 e il 9 giugno. “Siamo a un punto di svolta e la nostra Europa è mortale, dipende semplicemente da noi“.

Pace e guerra sul continente, difesa e sicurezza, transizione digitale e intelligenza artificiale, decarbonizzazione, produzione industriale e competitività, risposta a “l’attacco alle democrazie liberali, ai nostri valori, a quello che è il fondamento stesso della civiltà europea”. Sono queste le sfide che “si giocano oggi” secondo il presidente francese Macron, ma “tutto è cambiato” rispetto al recente passato. Una (nuova?) leadership europea dovrebbe puntare su tre direttrici d’azione: “Potenza, prosperità e umanesimo”. È soprattutto la questione della “prosperità” a mostrare tutti i limiti, se non di von der Leyen in quanto presidente della Commissione Ue, quantomeno dell’approccio dell’esecutivo dell’Unione: “Le regole del gioco sono cambiate, la soluzione sta nella nostra capacità di prendere decisioni strategiche massicce e di assumere cambiamenti di paradigma“, è l’esortazione di Macron, che ha parlato esplicitamente di “un nuovo modello di crescita e di produzione”. Questi obiettivi per Macron sono “chiari”, ma “non ci siamo e non possiamo raggiungerli con le regole” della politica “di concorrenza, commerciale, monetaria e di bilancio che abbiamo oggi, non ci riusciremo”.

Ursula von der Leyen Ppe MigrazioneLa presidente della Commissione Europea e Spitzenkandidatin del Partito Popolare Europeo, Ursula von der Leyen, al Congresso del Ppe a Bucarest il 7 marzo 2024 (credits: Daniel Mihailescu / Afp)

Se per il passato la risposta della Commissione von der Leyen – e dei suoi predecessori, per onestà intellettuale – poteva ancora funzionare “in un modello ordoliberale di concorrenza e libero scambio”, per un futuro in cui “le regole del commercio stanno cambiando” questo approccio è da insufficienza piena: “Regoliamo troppo, investiamo troppo poco, siamo troppo aperti e non difendiamo abbastanza i nostri interessi, questa è la realtà“. Difficile cambiare gioco non cambiando l’allenatrice (che invece si è riproposta alla guida dell’esecutivo Ue come Spitzenkandidatin del Partito Popolare Europeo).

Per molto tempo l’Europa è stata la principale risorsa della nostra crescita“, ha ricordato Macron. Un’epoca in cui “le materie prime non sembravano limitate, il cambiamento climatico era ignorato, il commercio era libero e tutti rispettavano le regole”. Questo mondo, senza troppi giri di parole, non c’è più: “Siamo dipendenti dai combustibili fossili a differenza degli Stati Uniti d’America e di molti altri Paesi, abbiamo bisogno di materiali critici e la Cina ha iniziato a commercializzarli e ad assicurarsi molte capacità”. Di fronte a questo scenario l’orizzonte per l’Unione deve essere quello di “costruire un nuovo modello di crescita e di produzione”, dal momento in cui “non ci può essere potere senza una solida base economica, altrimenti lo dichiariamo ma viene finanziato da altri”. E non ci possono essere né transizione ecologica né uno dei “punti di forza dell’Europa”, il modello sociale, “se non produciamo il denaro che poi vogliamo ridistribuire”. Von der Leyen ha dovuto affrontare una pandemia e due guerre, che hanno complicato non poco il suo cammino come presidente della Commissione Europea. Ma per il futuro dell’Unione, all’Eliseo la ricerca della nuova leadership potrebbe non andare nella direzione di una conferma di chi è inevitabilmente legato alle soluzioni del passato, anche recente.

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