Francia. Al via il processo a Marine Le Pen per uso improprio di ...
di Giuseppe Gagliano –
Ha preso il via in Francia il processo contro Marine Le Pen per presunto uso improprio di fondi del Parlamento europeo, una vicenda che mette in luce le persistenti tensioni tra le istituzioni europee e i partiti euroscettici, come il Rassemblement National, che da anni critica l’Ue accusandola di invadere la sovranità nazionale francese. Marine Le Pen, una delle figure di spicco del populismo europeo, ha già mostrato una notevole resilienza nel superare scandali e controversie che avrebbero potuto danneggiare in modo irreparabile altri leader politici. Tuttavia questo processo arriva in un momento delicato, mentre Le Pen si prepara a una potenziale candidatura presidenziale per il 2027. Se la sentenza dovesse includere una dichiarazione di ineleggibilità, potrebbe infliggere un duro colpo alle ambizioni politiche di Le Pen e al suo partito, che negli ultimi anni ha guadagnato consenso tra gli elettori delusi dalla politica tradizionale.
Da un punto di vista giuridico il processo solleva interrogativi importanti sull’uso dei fondi pubblici all’interno delle istituzioni europee. Le accuse, che riguardano il presunto dirottamento di 4,5 milioni di euro destinati agli assistenti parlamentari, puntano il dito contro una gestione opaca delle risorse, con il rischio di minare la fiducia pubblica nelle istituzioni dell’UE. La procura ha descritto il presunto schema come un’operazione sistematica e prolungata, suggerendo un livello di organizzazione che, se provato, potrebbe portare a condanne significative, incluse pene detentive e multe salate. Tuttavia, la difesa di Le Pen si è basata su un’interpretazione flessibile delle regole europee, sostenendo che le mansioni degli assistenti parlamentari possono includere attività politiche che esulano dai confini strettamente definiti dal Parlamento europeo.
Se la corte dovesse accogliere le argomentazioni dell’accusa, imponendo una condanna, ciò potrebbe costituire un precedente giuridico rilevante, non solo per il Rassemblement National, ma anche per altri partiti che potrebbero aver adottato pratiche simili. D’altra parte, un’assoluzione rafforzerebbe la narrativa di Le Pen secondo cui il processo è politicamente motivato, alimentando ulteriormente il suo consenso tra gli elettori che vedono nelle istituzioni europee un ostacolo al progresso della Francia. In ogni caso, il verdetto avrà conseguenze di vasta portata, influenzando non solo il futuro politico di Marine Le Pen, ma anche il rapporto tra partiti euroscettici e le istituzioni europee, in un periodo in cui l’UE cerca di rafforzare il proprio ruolo di garante di integrità e trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche.