Rodri può fare meglio di Modric?

7 giorni ago

Ieri hanno ufficialmente preso il via gli Europei, con la roboante vittoria dei padroni di casa della Germania contro la Scozia. La sfida più attesa della prima giornata della fase a gironi è senza alcun dubbio Spagna-Croazia, che andrà in scena oggi. Tra l’altro le due sono nello stesso girone dell’Italia. Un match dove ci saranno molti duelli interessanti, ma a spiccare è sicuramente quello tra Rodri e Modric. Ed ecco che diventa più che lecito chiedersi se lo spagnolo possa ripercorrere le orme del croato. Per provare a rispondere non resta che dare vita a una sorta di vero e proprio faccia a faccia.

Modric - Figure 1
Foto SportCafè24.com
Modric, una carriera costellata di trionfi

Inutile analizzare troppo la carriera del centrocampista del Real Madrid. La sua infanzia è stata segnata dalla guerra tra Serbia  e Croazia e il calcio per lui è stato una sorta di vera e propria salvezza. Il suo esordio nella Nazionale maggiore è arrivato a soli vent’anni. Era il 2006 e, in quell’anno, è stato anche convocato per i Mondiali. Ma è con i club che ha mostrato tutto il suo valore e la sua classe cristallina. Affermatosi con la Dinamo Zagabria, dove ha vinto i suoi primi trofei, il 2008 è stato per lui un anno importante. Infatti è avvenuto il trasferimento al Tottenham. In Premier, dopo un inizio difficile, ha trovato continuità e ha completato la sua maturazione calcistica. Una maturazione calcistica che ha portato alla chiamata del Real Madrid.

Nel 2012 Modric ha infatti firmato un contratto quinquennale con gli spagnoli, in un affare da 42 milioni di euro. Con i Blancos ha fatto incetta di trofei nazionali e internazionali, arrivando a essere definito uno dei centrocampisti più forti del mondo. La sua firma c’è stata in tanti match, ma un esempio può essere la finale di Champions League del 2014, quando ha fornito a Sergio Ramos l’assist che ha dato il là alla rimonta contro l’Atletico Madrid. Le Champions con il Real sono state ben sei, l’ultima è arrivata proprio quest’anno. Con il passare del tempo, ha anche dovuto fare i conti con infortuni e problemi fisici, ma la sua stella ha continuato a brillare. Una stella che ha guidato la sua Nazionale a una finale e a una semifinale Mondiale. Manco però una vittoria che sarebbe la vera e propria ciliegina sulla torta. E quest’ Europeo, a 38 anni, può davvero essere la sua ultima grande occasione.

Rodri, un pilastro per tutti

Classe 1996, cresciuto nelle giovanili dell’Atletico Madrid, l’iberico si è fatto conoscere con la maglia del Villarreal. Il debutto in prima squadra è datato 2015. Totalizza 34 presenze, avendo un buona qualità e soprattutto tantissima continuità, togliendosi pure la soddisfazione di realizzare due reti. Le sue prestazioni gli sono valse dunque il ritorno a casa all’Atletico, dove è stato uno dei migliori in una stagione per i Colchoneros un po’ troppo altalenante. Ed ecco che, a puntare su di lui, è stato il Manchester City. Gli inglesi hanno investito 70 milioni di euro, pagando la clausola rescissoria. E Rodri, in queste cinque stagioni, non ha certo deluso le aspettative. 257 presenze e 26 gol, con una continuità mostruosa e la firma in calce nei trionfi della squadra allenata da Guardiola.

A puntare su di lui è anche la Nazionale spagnola, con prima Lopetegui e dopo Luis Enrique che l’hanno sempre convocato con regolarità. Ad affidargli le chiavi del centrocampo è stato però l’attuale ct De la Fuente. Insomma, Rodri sarà uno dei leader della Spagna in questi Europei. Perché anche a lui manca un grande trionfo con la propria Nazionale.

Rodri è come Modric?

Ma quindi quante possibilità ha Rodri di percorrere le orme di Modric? Occorre dire che si sta parlando di due giocatori leggermente diversi. Il croato è un regista con spiccate doti offensive, che può infatti essere utilizzato anche tra le linee e come trequartista. La sua visione di gioco non ha praticamente eguali e su questo in pochi possono discutere. Lo spagnolo è molo più mediano, agendo prevalentemente davanti alla difesa ed eccellendo nel recupero di palloni e nel gioco aereo. Anche il buon Luka però ha dimostrato di saper primeggiare in pressing, recupero del pallone e riconquista delle seconde palle. Insomma, i punti di contatto ci sono. La realtà è che si sta parlando di due autentici fenomeni. Così diversi e così uguali.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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