Perfect Blue: Un anime che ha fatto la storia, una visione ...

11 giorni ago

Per la prima volta in 4k, Perfect Blue di Satoshi Kon torna in sala il 22, 23 e 24 aprile proponendosi come uno degli appuntamenti irrinunciabili per gli appassionati di animazione giapponese. E di grande cinema.

Perfect Blue - Figure 1
Foto Movieplayer.it

È passata quasi una settimana dalla proiezione stampa di Perfect Blue di Satoshi Kon, un appuntamento che abbiamo sentito di non poter perdere nonostante conoscessimo già, quasi a memoria, l'opera del maestro giapponese: avevamo già visto e rivisto più volte il film, ma mai su grande schermo, mai con la qualità della riedizione 4K che ci propone Nexo Digital il 22, 23 e 24 aprile in sala per la nuova stagione di anime al cinema. E mai con la ritualità della sala, l'attesa prima che si spegnessero le luci, il tempo di riflettere e studiare la grafica sullo schermo a sottolineare quel momento. Proprio su quella grafica una serie di citazioni e scritte che si preoccupavano di trasmetterci l'importanza dell'evento, dalla quote che spiegava come fosse il punto d'incontro tra Hitchcock e Disney, un'altra che indicava come l'anime, datato 1997, sia stato fonte d'ispirazione per molto di ciò che è venuto dopo, da Inland Empire di Lynch a Il cigno nero di Darren Aronofsky. Frasi che hanno dato vita a una riflessione, che hanno preparato il campo alla nuova visione di un capolavoro, perché di questo, indiscutibilmente, parliamo.

Perfect Blue - Figure 2
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Nel mondo delle Idol

Le idol protagoniste di Perfect Blue

Perfect Blue è la storia di Mima, idol arrivata al successo in una band insieme ad altre due cantanti, ma strappata a quel mondo dai propri agenti che intendono rilanciarla e consolidarne la popolarità in veste di attrice, lanciandola in un mondo a cui non era abituata, in cui finisce per essere fagocitata e schiacciata. Nel serial televisivo Doppio legame Mima ottiene la parte di una ragazza psicologicamente instabile e deve barcamenarsi per ritagliarsi il proprio spazio, mentre parallelamente deve subire le minacce di un fan ossessionato che non ha accettato il cambio di immagine e campo d'azione della sua artista preferita. È l'inizio di un incubo a occhi aperti, di una serie di incidenti dentro e fuori il set e la sensazione, per la ragazza, di non sapere più chi sia la vera se stessa, se quella sorridente che la sua home page su Internet promuove o quella schizofrenica che incarna su schermo.

Un grande autore per grande cinema che guarda avanti

Perfect Blue è un film che ha fatto discutere sin dal lancio nel 1997 in Giappone, che ha raccolto file di spettatori ansiosi di vederlo fuori ai cinema e il prestigioso Public Prize al Fantasia '97. Ma è anche un film che ha avuto il merito di affrontare con lucidità e inquietudine le derive del mondo dello spettacolo, incarnato nella storia che Satoshi Kon ci racconta da quello, peculiare ed estremo, delle Idol. Se l'essere sotto i riflettori può avere dei punti in comune in tutto il mondo, nel contesto specifico delle Idol giapponesi viene portato all'estremo, con un'attenzione maniacale da parte dei fan, dei cosiddetti Otaku che affrontato ogni passione in modo così esagerato e drastico, un senso di possessione che gli stessi rivendicano sulle proprie artiste preferite, la necessità che si mantengano pulite, pure. Simboli, icone, più che persone in carne e ossa.

Perfect Blue - Figure 3
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Perfect Blue, una delle sequenze più discusse

Questo il contesto relativo allo show business che fa da sfondo a Perfect Blue, che sa parlare al pubblico internazionale nonostante parta da una incarnazione così peculiare e caratterizzante: al centro della storia c'è una Idol, ma il discorso è applicabile per estensione a tutto il mondo dello spettacolo di ieri e di oggi, tale è l'attualità del lavoro di Satoshi Kon, la lucidità e profondità con cui tratteggia il background della storia e le sue derive. Ma altrettanto attuale e moderno è l'approccio visivo, la forza dirompente delle immagine, la costruzione di sequenze tese e taglienti, cariche di pathos e violenza.

L'immensa ispirazione

Nel mondo di Mima

Si ha una sensazione di già visto a guardare oggi Perfect Blue, ma è un'impressione deviata, deformata, rovesciata. Sbagliata, a tutti gli effetti. Perché nel film di Satoshi Kon ci si trova tanto del cinema che è seguito, anche da noi in occidente. Fa riflettere che l'anno di produzione sia il 1997, quasi trent'anni fa, per un film che affonda le mani nella contemporaneità e ne rimescola alcune torbide caratteristiche. Anche nel parlare del web e internet quando ancora pochi lo facevano, anticipando temi sarebbero stati evidenti a molti solo anni dopo, adattando con piglio autoriale il romanzo dello scrittore e giornalista Yoshikazu Takeuchi che si dedicava alla cultura degli otaku. È bene tenere in mente la data di uscita di Perfect Blue perché deve essere chiara, nel corso della visione, la capacità del suo regista di guardare avanti, essere moderno e anche più avanti del proprio tempo. Una caratteristica che è prerogativa dei grandi autori e che rende il film un'opera imprescindibile per chi ama l'animazione, giapponese e non, e il cinema in generale.

Perfect Blue - Figure 4
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