Pietrangeli, tennis e calcio: "Firmai a vita con la Lazio"

12 Set 2024
Pietrangeli

Nicola Pietrangeli, famoso tennista italiano, rivela ai microfoni del sito ilgiornaledellosport.net la sua grande passione oltre al tennis, il calcio, attività sportiva che poteva diventare una vera e propria professione. Questo con la maglia della Lazio. Pietrangeli ha raggiunto la vetta del tennis mondiale quando ha vinto nel 1959 e nel 1960 il Roland Garros.

La firma sul contratto per la Lazio

Nicola Pietrangeli ha raccontato uno storico aneddoto legato al suo passato da calciatore nella Lazio:

“Da giovane feci un provino con la Lazio, firmai un cartellino a vita che penso che ormai non esista più. Ho anche chiesto a Lotito se per caso lo ritrovasse. Fino ai 18 anni ero più bravo a calcio che non nel tennis. La Lazio mi voleva dare in prestito alla Viterbese, ma io volevo viaggiare e quindi mi diedi al tennis”.

I tempi di Pietrangeli nella Lazio di Maestrelli

In una intervista rilasciata a Radiosei Pietrangeli raccontò incontri importanti con icone del mondo laziale come Maestrelli e Re Cecconi raccontando inoltre, un calcio romantico che oggi purtroppo è lontano dai nostri tempi. Il suo racconto:

"Dopo aver lasciato Tunisi a circa 10 anni, iniziai a giocare a pallone nelle giovanili della Lazio e l’allenatore era Speroni. Ho avuto la fortuna di giocare con Sentimenti IV e con tanti altri giocatori che poi si sono affermati. Un giorno incontrai Maestrelli perché abitavo vicino a Tor di Quinto e che conoscevo, a cui chiesi di visitare il contro sportivo. Mi invitò, mi presentò allo spogliatoio e mi misi a giocare in allenamento con loro. I giocatori mi davano del lei e mi chiamavano “Signor Pietrangeli”. Dopo 10 giorni ci mandavamo a quel paese al punto che Re Cecconi si lamentò con me perché non gli avevo passato una palla. Gli ricordai che lui era in Nazionale e io ero solo un dilettante e si mise a ridere dandomi ragione. Pensate quanto fossero competitivi anche in allenamento. Da loro ho imparato questo atteggiamento. Mi sono allenato con la Lazio per tre mesi e le regole tecniche e le botte valevano anche per me. Come se fossi stato un giocatore vero".

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