Addio al leggendario produttore e musicista Quincy Jones, collaborò ...

17 ore ago

Il grande Quincy Jones, un “titano” dell'intrattenimento americano, è morto all'età di 91 anni nella sua casa di Bel Air, a Los Angeles, circondato dalla sua famiglia. Produttore e musicista, ha lavorato con le più grandi star da Frank Sinatra a Michael Jackson e Will Smith.

Quincy Jones - Figure 1
Foto Rai News

"Stasera, con il cuore pieno ma spezzato, dobbiamo condividere la notizia della scomparsa di nostro padre e fratello Quincy Jones", ha dichiarato la famiglia. "Anche se questa è una perdita incredibile, celebriamo la grande vita che ha vissuto e sappiamo che non ce ne sarà mai un altro come lui".

Jones è stato probabilmente la figura culturale pop più versatile del XX secolo. Tra gli altri ha prodotto gli album Off the Wall, Thriller e Bad per Michael Jackson negli anni '80, che hanno reso il cantante la più grande pop star di tutti i tempi. Jones ha anche prodotto musica per Sinatra, Aretha Franklin, Donna Summer e molti altri.

Quincy Jones e Michael Jackson (Getty)

Nella sua lunga carriera, durata oltre 60 anni, Jones ha frequentato presidenti e leader stranieri, star del cinema e musicisti, filantropi e imprenditori. È stato in tournée con Count Basie e Lionel Hampton, ha arrangiato dischi per Sinatra ed Ella Fitzgerald, ha composto le colonne sonore di 'Roots' e 'In the Heat of the Night', ha organizzato la prima celebrazione del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e ha supervisionato la registrazione di 'We Are the World', il brano nel 1985 realizzato per beneficenza per la lotta alla carestia in Africa. 

È stato anche uno dei produttori esecutivi della serie tv 'Willy il principe di Bel-Air', che ha lanciato Will Smith, e ha vinto 26 Grammy su 76 nomination, oltre a un Grammy Legend Award nel 1991.

Quincy Jones e Frank Sinatra, 1991 (Getty)

Un'immensa produzione artistica

"Qualunque cosa, Quincy l'ha fatta. È stato in grado di prendere questo suo genio e tradurlo in qualsiasi tipo di suono che ha scelto", disse di lui il pianista jazz Herbie Hancock a PBS nel 2001, "Non conosce paura. Se vuoi che Quincy faccia qualcosa, devi dirgli che non puo' farlo e ovviamente lui lo farà, eccome se lo farà".

Quincy Jones ha registrato oltre 2.900 canzoni e più di  3.000 album tra i suoi e quelli prodotti, composto una cinquantina di colonne sonore per il cinema e per la televisione: spiccano le musiche per i film "La calda notte dell'ispettore Tibbs" (1967) di Norman  Jewison, "Fiore di cactus" (1969) di Gene Saks e "Getaway!" (1972) di  Sam Peckinpah; più le musiche scritte per serie tv quali "Ironside",  "Sanford and Son", "Radici" e "The Bill Cosby Show". 

Quincy Jones - Figure 2
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La straordinaria abilità di Jones nel miscelare sapientemente suoni appartenenti ai più disparati generi musicali diventò ben presto il suo marchio di fabbrica come compositore e produttore. Esordì nel pop con l'arrangiamento di un successo del 1963, "It's My Party" di Lesley Gore. 

Nei successivi trent'anni della sua carriera le sue produzioni per alcuni dei più importanti artisti musicali, tra i quali Miles Davis, Frank Sinatra, Nana Mouskouri, Dinah Washington e Michael Jackson, hanno influenzato il panorama pop. Tuttavia non cessò mai  delle produzioni proprie, come "Big Band Bossa Nova" (rilanciata  quarant'anni dopo come colonna sonora dei tre film della serie Austin  Powers), "Walking in Space", "Gula Matari", "Smackwater Jack", "Body  Heat", "Mellow Madness", "I Heard That" e "The Dude".

Quincy Jones, Dionne Warwick e Stevie Wonder nel 1986 (Getty)

Quincy Jones ha prodotto due dischi anche in Italia: il primo è il 45  giri di Tony Renis "Cara fatina/Lettera a Pinocchio" del 1964, il  secondo, nel 1973, per un singolo della cantante Lara Saint Paul, che  conteneva i brani "Non preoccuparti/Adesso ricomincerei", di cui curò  gli arrangiamenti e per cui diresse l'orchestra. Per le registrazioni  in studio scelse, tra gli altri, musicisti come Gianni Basso e Gianni  Bedori al sassofono tenore, Oscar Valdambrini alla tromba e al  flicorno, Pino Presti (presente anche nel 1964) al basso elettrico,  Tullio De Piscopo alla batteria, Angel 'Pocho' Gatti e Victor  Bacchetta al pianoforte.

La madre malata, la povertà, il pianoforte

Quincy Delight Jones Jr. era nato il 14 marzo 1933 a Chicago, da una madre che soffriva di schizofrenia e finì in manicomio quando lui era un ragazzino. Lui e suo fratello Lloyd vivevano con la nonna, un'ex schiava, a Louisville, Kentucky, un periodo così duro da costringere la famiglia a mangiare topi fritti. Da preadolescente, tornò a Chicago per vivere con il padre, che lavorava come falegname per la mafia. "Fino a 11 anni avrei voluto fare il gangster", ha detto Jones nel documentario Netflix del 2018 sulla sua carriera, diretto dalla figlia, l'attrice Rashida Jones. Poi i fratelli Jones si trasferirono a Seattle, dove in un centro ricreativo Quincy scoprì il proprio talento per il pianoforte e la storia ebbe inizio. "Avevo trovato un'altra madre", ha scritto nella sua autobiografia del 2001.

Quincy Jones - Figure 3
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Dai locali ai Grammy

Jones iniziò a suonare in locali, scrivendo la sua prima composizione, sviluppando abilità nell'arrangiamento musicale e iniziando a suonare la tromba. Incontrò un Ray Charles adolescente dopo un'esibizione del futuro pioniere del blues e del bebop, e il duo divenne un pilastro della scena musicale locale. Poi studiò brevemente al Berklee College of Music nel Massachusetts prima di unirsi a Lionel Hampton in tournee, per poi trasferirsi a New York, dove attirò l'attenzione come arrangiatore di come Duke Ellington, Dinah Washington, Count Basie e, naturalmente, Ray Charles. 

Gli anni '50 lo videro tornare in tournee, in particolare in Europa. Suonò la seconda tromba in "Heartbreak Hotel" di Elvis Presley, collaborando con Gillespie per diversi anni prima di trasferirsi a Parigi nel 1957, dove studio' con la leggendaria compositrice Nadia Boulanger.

Attraversò l'Europa con numerose orchestre jazz, ma iniziò a rendersi conto che un nome e un talento non sempre si traducevano in denaro. Ritrovandosi profondamente indebitato, si unì al lato commerciale della musica, ottenendo un lavoro alla Mercury Records dove alla fine arrivò a ricoprire il ruolo di vicepresidente.

Per Hollywood compose colonne sonore per film e programmi televisivi. Inizio' a lavorare con Sinatra, per il quale ha arrangiato la versione piu' famosa di "Fly Me To The Moon", e  nacque un rapporto musicale e personale che sarebbe continuato fino alla morte del cantante. Mentre produceva la colonna sonora per il musical "The Wiz" con Diana Ross e Michael Jackson, Jones avviò la collaborazione che avrebbe dato vita a "Thriller", l'album più venduto di sempre nel settore. Un fenomeno che sorprese persino lui, tanto da definirla "inspiegabile". "Non è una cosa che puoi costruire al atvolino, alla quale puoi puntare" disse a Rolling Stone, "è per questo che tengo in studio un cartello con su scritto 'Lascia sempre spazio a Dio per entrare nella stanza'".

Fondò un'etichetta, una rivista hip-hop e produsse il programma televisivo di successo degli anni '90 "Il principe di Bel-Air", scoprendo Will Smith. Ha portato Oprah Winfrey alle masse, trasformandola da conduttrice di talk show di Chicago a interprete da Oscar per "Il colore viola" diretto da Steven Spielberg, al quale l'aveva presentata.

Ha sostenuto Martin Luther King Jr e una serie di cause umanitarie, in particolare in Africa. Per raccogliere fondi per la carestia in Etiopia nel 1985, radunò decine di popstar per un'operazione ormai leggendaria: "We Are the World".

Habitue' del circuito delle feste dei VIP, in cui conosceva tutti quelli che contavano, si salvò per miracolo quando dimenticò l'invito a cena a casa di Sharon Tate, la sera in cui la famiglia Manson compì il massacro entrato nella storia.

Ebbe tre mogli: le attrici Jeri Caldwell e Peggy Lipton e Ulla Andersson, attrice ed ex modella svedese e ha avuto sette figli, tutte femmine tranne una, con cinque donne diverse. Soffrì di diversi problemi di salute, tra cui un aneurisma cerebrale quasi fatale nel 1974, che lo costrinse a smettere di suonare la tromba. Ebbe un "crollo nervoso" da superlavoro nel 1986 e nel 2015 entrò in coma diabetico ed ebbe un enorme coagulo di sangue, che lo spinse a rinunciare all'alcol.Tra le figure più decorate dell'intrattenimento, Jones ha praticamente ricevuto tutti i principali premi alla carriera, tra cui 28 Grammy Awards, un Emmy, un Tony e un Oscar onorario.

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