Pesce di sant'Andrea, un'antica tradizione tutta viterbese: la storia
Redazione 30 novembre 2023 06:27
A novembre le vetrine di pasticcerie e negozi di Viterbo si riempiono di pesci colorati. Sono i pesci di sant'Andrea, particolare prodotto artigianale in cioccolato avvolto in colorati involucri di carta stagnola.
Il 30 novembre si celebra sant'Andrea apostolo, umile pescatore della Galilea morto martire nel 36 dopo Cristo. Una festa che ha origini cristiane che si perdono nella notte dei tempi. Sant'Andrea moltiplicò miracolosamente i pochi pesci nelle mani di un bambino per sfamare i più poveri. Da qui la tradizione, tra i primi cristiani, di scambiarsi i pesci nel giorno della festa del santo.
La tradizione del pesce di cioccolatoI più anziani ricordano che il 30 novembre il parroco della chiesa di Sant'Andrea a Pianoscarano era solito regalare al vescovo un pesce di pastafrolla, finché in vescovo non propose di donare ai bambini che il giorno dedicato al santo si recavano a messa dei pesci di cioccolato che venivano messi nella vasca dell'acqua santa. Un'antica usanza viva tutt'oggi, con genitori, figli e fidanzati si scambiano il tradizionale pesce. Soprattutto i bambini aspettano questa festa, mettendo la sera del 29 novembre sul davanzale della finestra o sul tavolo un piatto vuoto nella speranza che sant'Andrea faccia loro visita donando il pesce di cioccolato.
Sant'Andrea nel resto della TusciaA Canino, di cui sant'Andrea è patrono, nel pomeriggio del 29 novembre è tradizione la "Scampanata". I bambini attraversano il centro storico trascinando barattoli di metallo, legati con fili di ferro e corde, con l'obiettivo di fare più rumore possibile. Secondo la tradizione, in questo modo sant'Andrea senta e ricambi portando il pesce di cioccolato e facendo soffiare un forte vento. Così intenso da far cadere a terra tante olive, poi da raccogliere l'indomani. Anche a Tessennano si fa rumore, ma in questo caso per allontanare gli spiriti maligni. Tradizione di sant'Andrea anche a Latera, dove si recitano preghiere e filastrocche per esorcizzare le lunghe notti vicine al solstizio d'inverno.