"Sotto le stelle di Parigi", su Rai 3 l'amicizia fra una clochard e un ...

22 Dic 2023

La protagonista è interpretata da Catherine Frot, la signora della commedia francese

Sotto le stelle di Parigi - Figure 1
Foto Io Donna

di Elsa Ungari

Sotto le stelle di Parigi – in onda questa sera alle 21.20 su Rai 3 – è una fiaba commovente e drammatica sull’incontro speciale fra due emarginati della società: una matura clochard e un bimbo africano clandestino.

Sotto le stelle di Parigi, la trama

Christine (Catherine Frot) è una donna senza fissa dimora che vive nei bassifondi di Parigi, in un atrio sotto il ponte della Senna. Un giorno incontra un bimbo nero, Suli (Mahamadou Yaffa), che le mostra una foto di lui con la madre, accompagnata da un certificato di espulsione dalla Francia.

Christine prova a dirgli che non può essergli d’aiuto, ma il piccolo, che viene dall’Eritrea, non capisce una parola di francese. Nonostante i tentativi di allontanarlo, Suli segue Christine facendole capire il bisogno di ritrovare la madre e così la “strana coppia” comincia a vagare per la capitale francese in cerca di qualcuno che l’abbia avvistata.

Fino a quando, dopo tanto girovagare, un clochard consiglia loro di recarsi all’aeroporto di Roissy da dove partono i voli di espulsione. Christine e Suli si precipitano così allo scalo nella speranza di ritrovare la donna prima dell’imbarco.

Mahamadou Yaffa e Catherine Frot in una scena di “Sotto le stelle di Parigi”. (Officine UBU)

Un film che mescola poesia e tematiche sociali

Diretto dall’ex documentarista Claus Drexel, Sotto le stelle di Parigi è una favola urbana che affronta il problema della migrazione come, forse, avrebbe fatto Charlie Chaplin nel secolo scorso. Mescolando urgenti tematiche sociali (e politiche) alla magia che nasce nell’incontro fra due solitudini. Un po’ come succedeva ne Il monello, capolavoro dell’allora Charlot del 1921.

Con un tocco anche del cinema di Aki Kaurismaki, Drexel racconta una storia “semplice” senza mai essere invasivo, lasciando tutto lo spazio necessario ai due protagonisti per conoscersi e farsi amare dallo spettatore attraverso le loro storie personali. Anche se il passato di Christine viene solamente accennato in qualche flashback. Un lavoro semplice ed essenziale, dunque, certamente commovente, anche se, a tratti, la commozione sembra quasi studiata a tavolino.

Resta comunque un’operazione più che dignitosa per riflettere, e possibilmente scuotere le coscienze, sul popolo dei “dimenticati” che vivono le grandi città e che sembrano invisibili agli occhi di chi le abita.

Mahamadou Yaffa e Catherine Frot. (Officine UBU)

Catherine Frot, la signora della commedia francese

Parigina doc, nata nel 1956, alla fine degli anni Settanta fonda poco più che ventenne la compagnia teatrale Compagnie du Chapeau Rouge. Calcando per molti anni i palcoscenici con molti classici come Il giardino dei ciliegi e Il gabbiano di Cechov.

Catherine Frot. (Getty Images)

Debutta al cinema nel 1980 nel film Mio zio d’America di Alain Resnais. Dopo tante piccole particine, nel decennio successivo raggiunge finalmente la fama meritata grazie ad alcune commedie che, in modo dissacrante, criticano la borghesia francese. Tra cui il famosissimo La cena dei cretini del 1998 e Una relazione al femminile.

Dopo la vittoria di un César nel 2006 per Lezioni di felicità, Catherine si “specializza” nel ruolo della donna matura, solare e parecchio incasinata, mostrando il suo naturale talento nel costruire personaggi a tutto tondo. Di recente, ha aggiunto un’altro ruolo esilarante alla sua filmografia: quello di Edith nel film Un uomo felice. Dove interpreta una moglie che, dopo 40 anni di matrimonio, rivela al marito che dentro di sé si è sempre sentita un maschio.

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