Taylor Swift riuscirà a far rivincere Joe Biden?

14 giorni ago
Taylor Swift

diMatteo Persivale

Taylor Swift, la cantastorie più famosa di sempre, riempie gli stadi, fa crescere il Pil, scrive testi che parlano a tutti. È, con tutta probabilità, la più brava scrittrice di testi dai tempi di Joni Mitchell. E la sua influenza mediatica potrebbe arrivare a far cambiare l'esito delle prossime elezioni americane 

«L'uomo si differenzia dagli altri animali in quanto è il più adatto all’imitazione», avverte Aristotele nella Poetica. E chi pensa che utilizzare «il maestro di coloro che sanno» per comprendere il successo inarrestabile di Taylor Swift sia un eccesso di zelo dovrebbe considerare che il fenomeno Swift non è, semplicemente, una questione di record. I record, anche quelli mostruosi come i suoi, sono fatti per essere battuti.

Non è solo una questione di soldi o di primati cancellati in uno spaventoso, apparentemente irrefrenabile tiro al bersaglio: il tour da 1 miliardo di dollari, i dieci singoli a occupare tutta la top ten, i quattro album nella top ten, lo streaming senza fine, è lei la donna che ha avuto più numeri 1 nella storia della musica, più di Madonna, Lady Gaga, più di tutte le altre, il titolo di “persona dell’anno” di Time — prima musicista di tutti i tempi, prima donna a vincerlo due volte dopo la copertina del 2017 in condivisione con le altre donne-simbolo del MeToo, le interviste concesse (zero) che sono inferiori a quelle di Papa Francesco. Non è una questione di celebrity, né di fidanzati famosi (lunga lista di ex: da Jake Gyllenhaal a Harry Styles, da Calvin Harris a Conor Kennedy, da Tom Hiddleston all’attuale Travis Kelce, giocatore di football della NFL che nel suo ruolo è uno dei più forti di tutti i tempi, guadagna 11 milioni l’anno e lei durante il tour ne guadagna 13 a sera, di milioni di dollari, e da quando stanno insieme le vendite della maglia di lui si sono impennate del 400%).

Effetti collaterali

La prima volta che Swift è comparsa a una partita casalinga dei Chiefs per vedere il fidanzato (in tribuna d’onore, ovviamente, accanto alla mamma di lui) e si è sparsa la voce che l’avrebbe seguito in trasferta a New York, le vendite dei biglietti per la partita sono schizzate in alto del 40% e l’audience televisiva ha registrato il record della stagione nel segmento demografico delle giovani donne (in tribuna accanto a lei a New York c’erano anche Hugh Jackman, Ryan Reynolds, Blake Lively, Jeremy Strong di Succession col solito berretto da baseball di cashmere italiano ma non se n’è accorto quasi nessuno). È una di quelle coppie che piacciono a tutti, tranne ai no vax perché lui è testimonial della Pfizer e per questo s’è attirato critiche aspre dagli “haters” on line. Più che altro deve stare attento a trattarla sempre bene: quando finì la storia con Jake Gyllenhaal lei lo immortalò in una delle sue canzoni più amate, All Too Well, nella quale l’attore non fa una bellissima figura («Così crudele, casualmente, con la scusa dell’onestà») e va a unirsi al regista PT Anderson per sempre marchiato dalla sua ex Fiona Apple in Oh, Well, altro capolavoro dedicato alla fine di una storia.

Una star dell'economia

Swift muove i Pil delle nazioni: arrivata a Singapore per il tour, ha costretto gli analisti a aumentare le stime sulla crescita del Pil.
Certo l’esercito di fotografi davanti a una piccola pizzeria di Brooklyn dove va a mangiare con le amiche è un film vecchissimo, vecchio quanto La dolce vita felliniana. La parte nuovissima è che mentre i flash illuminavano con effetto psichedelico i pochi metri di marciapiede tra la porta del pizzettaro e l’inevitabile gigantesco suv nero, il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas aveva invocato Swift come soluzione per aumentare l’affluenza dei giovani alle elezioni europee di quest’anno: «Nessuno può mobilitare i giovani meglio dei giovani. I giovani possono mobilitare i giovani a partecipare, più dei commissari». Facendo l’esempio di Swift: «Spero davvero che qualcuno del suo team segua questa conferenza stampa e le trasmetta la nostra richiesta».

Non è solo la vecchia Europa, anzi. Qualche settimana dopo, prima del recentissimo messaggio di Joe Biden sullo Stato dell’Unione, rimbalzavano da Washington voci sui possibili invitati famosi: da Yulia Navalnaya, vedova dell’eroico dissidente russo morto in carcere, a Olena Zelenska moglie del presidente ucraino. È un segno di tempi — interessante, allarmante, illuminante: decidano i lettori — che l’ospite impossibile sarebbe stata Swift: il suo endorsement — lei ha cercato di essere il più a lungo possibile super partes, almeno fino al 2020 quando disse che appoggiava Biden e non Trump — politicamente vale oro. Al punto che l’astuto Biden, vaccinato da 52 anni passati in politica, ha glissato le domande su un possibile nuovo endorsement della musicista facendo una battuta: «Segreto di Stato».
Non sono insomma solo canzonette, mai prima d’ora come nel caso di Swift.

Potere della musica

Aristotele ha ispirato l’idea di «desiderio mimetico» del filosofo francese René Girard: se l’imitazione reciproca è il dato che distingue l’uomo dagli animali, dalla socializzazione in giù si tratta del vero fondamento di molte se non tutte le nostre esperienze. Per questo il marketing oggi più avanzato si basa sul «linguaggio esperienziale del marchio», cioè tutto l’insieme di elementi sensoriali, tecniche di narrazione ed esperienze interattive che forgiano una connessione profonda, un legame strettissimo tra un marchio e il suo pubblico.
Swift insieme con le sue Swifties e i suoi Swifties — un popolo americanissimo ma anche globale, multirazziale e variopinto — ha creato con assoluta maestria, e evidente premeditazione, una sofisticatissima struttura che in estrema sintesi potremmo definire una comunità. Collegata digitalmente ma profondamnente analogica. Il marketing da anni insiste sui “valori” di un marchio come fondamento di autenticità e volàno di esperienze coinvolgenti e interattive. 

13 MILIONI, il guadagno di ogni concerto di Taylor Swift
​1 MILIARDO, l'incasso del suo Eras Tour, il più alto della storia della musica

La musica rock —lo scoprì Elvis Presley quando papà Scott Swift era piccolissimo e mamma Andrea Swift non era ancora nata — è il naturale vettore di queste esperienze, e Swift non parla con i media ma parla direttamente al suo popolo. Non semplicemente attraverso i social, ma attraverso la sua musica: ogni canzone è una storia, ogni rivisitazione di un album precedente è un tassello da aggiungere. Il suo popolo non la ascolta semplicemente: partecipa a un’emozione. Condivide, nella realtà del proprio quotidiano, quello che Taylor Swift racconta: è la celebrità come conversazione. Swift permette al suo pubblico di ridere, piangere, emozionarsi — vivere, in una parola — insieme con lei. Non è semplicemente questione di genialità nel marketing perché senza il genio musicale l’edificio crollerebbe per la fragilità della sua struttura: secondo il poeta Michael Robbins, una canzone che scrisse al liceo (Tim McGraw) contiene «le liriche più belle scritte da un teenager dai tempi di Le bateau ivre di Rimbaud».

IL FIDANZATO E' IL CAMPIONE DI FOOTBALL TRAVIS KELCE: QUANDO E' ANDATA A VEDERLO, LE VENDITE DEI BIGLIETTI SONO SALITE DEL 40%

Medium e messaggio

È, con tutta probabilità, la più brava scrittrice di testi dai tempi di Joni Mitchell: durante la pandemia, nel 2020, Swift scrive Epiphany che collega i medici e gli infermieri in prima linea contro il Covid ai soldati dello sbarco in Normandia (Swift è maestra, anche, di ellissi). La sua magia — e in ultima analisi di incantamento si tratta — sta proprio nella capacità di dire al pubblico: questa canzone l’ho scritta per me stessa, e per te.
Se l’attenzione è la valuta autentica del mondo digitale — molto più preziosa di Bitcoin — Swift la cattura in un modo che nessuna concorrente attuale, neanche una gigantessa come Beyoncé, riesce in questo momento a fare (fece qualcosa di vagamente simile Madonna nell’ultimo quarto del Novecento, ma ormai le vecchie regole del mondo analogico sono più o meno quasi tutte state scardinate).
Quello che il marketing oggi definisce un po’ eufemisticamente come “punti di contatto” dell’esperienza è riassunto da Swift nelle sue storie: ogni storia, ogni piccolo racconto, è un punto di contatto e l’inizio di un dialogo, dialogo per forza di cose personale («il medium è il messaggio», diceva Marshall McLuhan: Taylor Swift è entrambe le cose, medium e messaggio).
Per questo non è follia immaginare che la celebrità di Swift sia talmente pervasiva, almeno in America, da potersi espandere alla politica. Compirà i 35 anni richiesti dalla Costituzione per poter entrare in carica come presidente il 13 dicembre. Fa sorridere? Nel 2012 chi avrebbe scommesso sull’allora semplice palazzinaro da reality Donald Trump come successore di Obama premio Nobel per la Pace?

Il peso politico del successo

Swift — sempre e comunque reticente a prendere posizioni politiche se non strettamente necessario: ha cominciato nel country prima di passare al pop e conosce la pancia dell’America rurale — ha cominciato nel 2018 a invitare i suoi follower a registrarsi per votare alle elezioni americane (risultato nel 2018: + 65mila iscritti alle liste, l’anno scorso stesso invito con risultato + 35mila).
Allarma la politica, certo: tanto che di lei s’è parlato anche a un briefing del Pentagono.

Il conduttore di Fox News Jesse Watters aveva suggerito che Swift fosse un’agente democratica «sotto copertura, per fini politici segreti» alle dipendenze «di un’unità operativa del Pentagono per la guerra psicologica». Si trattava, come succede di frequente su Fox, di una bufala, ma il nome di Swift è tanto potente — e la sua base di fans talmente vasta — che non è possibile nominarla invano. Il Dipartimento della Difesa ha dovuto smentire ufficialmente: la portavoce Sabrina Singh ha fatto riferimento a uno dei grandi successi di Swift, Shake It Off, spiegando che «per quanto riguarda questa teoria della cospirazione, ce la scrolleremo di dosso», e continuando poi con una buffa serie di giochi parole sul cognome di Swift (in inglese significa “rapido”) e con altri titoli delle sue canzoni. Anche Singh è una Swiftie.

LA BIOGRAFIA E IL NUOVO ALBUM

LA VITA
Taylor Alison Swift è nata il 13 dicembre 1989 a West Reading, in Pennsylvania, figlia di Scott Kingsley Swift, ex agente di cambio, e Andrea Gardner Swift, casalinga, a sua volta figlia della cantante d’opera Marjorie Finlay. Cresciuta in una fattoria con il fratello Augustin, ha iniziato ad amare la musica country a 6 anni. E a comporre poesie, che sono poi state la base dei suoi testi come cantautrice. Notata dall’allora manager di Britney Spears, Dan Dymtrow, ha pubblicato il primo album nel 2006.
LA CARRIERA E IL NUOVO ALBUM
Il 4 febbraio di quest’anno Taylor Swift è diventata la prima cantante della storia a vincere per 4 volte il Grammy con l’album «Midnights». Oltre alla carriera come attrice, ha iniziato a dedicarsi alla regia già nel 2008. È fidanzata con il giocatore di football americano Travis Kelce. Il 19 aprile è uscito il suo nuovo album: «The Tortured Poets Department». 

19 aprile 2024 ( modifica il 19 aprile 2024 | 12:36)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi di più
Notizie simili