Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, la recensione ...

12 Lug 2023

Tra malevole intelligenze artificiali e fantasmi del passato, la settima missione impossibile dell’agente Hunt è un action adrenalinico e tenebroso che arriva al cinema dal 12 luglio. Dal deserto di Abu Dhabi alle vie di Roma, dai canali di Venezia alle carrozze dell’Orient Express, un viaggio alla ricerca di una verità sempre più inafferrabile

Tom Cruise - Figure 1
Foto Sky Tg24

Era il 1996, quando per la prima volta sul grande schermo, l’agente Ethan Hunt, interpretato da Tom Cruise e diretto da Brian De Palma, si prodigava per salvare il mondo. Ora con Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno siamo arrivati alla resa dei conti. Nelle sale cinematografiche a partire da giovedì 12 luglio, il settimo lungometraggio del fortunato franchise ispirato all’omonima serie televisiva è diviso in due parte. Per sapere come andrà a finire dovremo aspettare il 28 giugno del 2024. Ma questa prima metà dell’ultima missione impossibile risulta davvero un’eccitante festa per gli occhi.a. La pellicola ci porta a spasso per il pianeta con inseguimenti che irridono la sospensione dell'incredulità (basti pensare alla Fiat 500 color giallo canarino con cui Ethan scorazza per le strade e i monumenti della città eterna. Ma  al tempo stesso, il lungometraggio si rivela un' acuta riflessione su come sia cambiata la realtà che ci circonda

Mission Impossible 7, tra realtà e finzione

Mission: Impossible - Fall Out, il penultimo film della saga cinematografica, si chiudeva con Tom Cruise, ricoverato in un ospedale da campo nel Kashmir, dopo aver impedito l’Apocalisse nucleare che avrebbe cancellato dalla faccia della terra un terzo della popolazione mondiale. Eppure, la sua ultima battuta era. “Ti prego, non farmi ridere.” Ma in questa ultima avventura non si scherza con il sorriso. I toni si fanno più foschi e dolenti. A partire dall’incipit ambientato all’interno di un sottomarino russo chiamato Sevastopol', (Sebastopoli, come la capitale della Crimea). Insomma, dalla recente tragedia del Titan al naufragio del Kursk, sino al conflitto russo-ucraino, è come se la realtà come un’ombra si palesasse tra pieghe della finzione. D’altronde, il cinema mainstream, nella sua manifestazione più alta, è sempre una cartina di tornasole del mondo in cui viviamo. Infatti. insieme ai fidati sodali dell’IMF, l’agente Ethan Hunt, dovrà disinnescare una terrificante arma tecnologica. Una sorta di senziente intelligenza artificiale chiamata nel film “Entità”, meno emotivamente instabile di Hal 9000 di 2001 - Odissea nello spazio e più perniciosa del supercomputer di Wargames – Giochi di Guerra.

Tom Cruise - Figure 2
Foto Sky Tg24

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Tom Cruise, l'ultimo re possibile di Hollywood

Come hanno scritto i giornali dell’intero globo terracqueo, Tom Cruise è l’ultima, vera star di Hollywood. Con Top Gun: Maverick ha vinto la sua sfida contro tutto e tutti e portato il sequel di un cult degli anni 80 alla dodicesima posizione nella classifica delle cinquanta pellicole con il maggior incasso nella storia del cinema. E come se non bastasse durante le riprese di Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, all’età 61anni, l’attore a cavallo di una Honda CRF 250 si è lanciato nel vuoto da una montagna norvegese, ha aperto il paracadute a soli 500 piedi da terra e, non pago, ha rifatto la scena per ben sette volte. Questa feroce ostinazione, questa ricerca spasmodica di superare il limite è la stessa che ritroviamo in Ethan Hunt. Altrimenti la saga si chiamerebbe Missione Possibile. E nello specifico, in questo settimo capitolo, la sfida è proprio quella di cambiare un destino già scritto, perché come recitava il titolo di uno splendido documentario su Joe Strummer, il leader dei Clash. The Future is Unwritten. Alfiere dell’analogico, scevro da qualsivoglia controfigura, Ethan afferra la sorte e le schiaffeggia la faccia, parafrasando le parole di A ja ljublju SSSR dei CCCP.

Tom Cruise - Figure 3
Foto Sky Tg24

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Viviamo strani giorni

I giorni per cui combattere per il cosiddetto bene superiore sono finiti. Abbiamo l'occasione di controllare la verità, i concetti di giusto e sbagliato per tutti, nei secoli a venire. Tu combatti per un ideale che non esiste, non è mai esistito. E ora di scegliere da che parte stare”. Queste parole, pronunciare da Eugene Kittridge, che torna a recitare nella saga (sempre interpretato da Henry Czerny) dopo l’esordio datato 1996 spiegano in maniera esaustiva il conflitto illustrato in Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno. Invece a Tom- Ethan Hunt- Cruise importa salvare la vita delle persone che gli stanno a cuore e pure di quelle di cui ignora l’identità. Tra doppi, tripli giochi, inganni, maschere, pugnali, pallottole, il nemico è dappertutto. Come in ogni action che si rispetti, abbiamo anche qui un villain più crudele del mese di Aprile, come scriveva Thomas Eliot. D’altronde per citare la missione impossibile orchestrata dal grande John Woo: è necessaria Chimera perché Bellerofonte possa agire. In questo caso il criminale  Si chiama Gabriel (Esai Morales), portavoce e financo famiglio dell’Entità. Un autentico Motherfucker, una vecchia e spiacevole conoscenza di Ethan, sadico quanto il i divin Marchese. Dirompente pure la presenza di Pom Klementieff, la star francese di madre coreana. Smessi i panni di Mantis, la supereroina telepatica  di I Guardiani della galassia, l’attrice ci offre una sorta di maligna guerriera che pare uscita da Kill Bill, silente ma molto letale. Il film ci offre pure la graditissima rentrée della “Vedova Bianca”, all’anagrafe Alanna Mitsopolis. Il suo debutto in Fallout resta indimenticabile, tra un martini cocktail con twist di limone e un coltello celato nella giarrettiera bianca. E Vanessa Kirby si conferma ancora una volta interprete eclettica e talentuosa in grado di passare dalla principessa Margaret della serie The Crown, all’ambigua sfuggente Alanna, sino alla seconda moglie di Hugh Jackman in The Son, con inusitata grazia.

Tom Cruise - Figure 4
Foto Sky Tg24

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New Entry  e volti noti

Tra azzeccate new entry, come Shea Whigham, ennesimo inseguitore di Ethan Hunt e soprattutto Hayley Atwell, la Peggy Carter nei film del Marvel Cinematic Universe che qui interpreta una sciccosa borseggiatrice che pare uscita da Caccia al ladro di Alfred Hitchcock (non a caso il suo personaggio si chiama Grace) il terzo lungometraggio della saga di Mission Impossible firmato da Christopher McQuarrie (Premio Oscar alla migliore sceneggiatura originale per I soliti sospetti) centra l’obiettivo. Sulle note dell’iconico tema musicale creato dal compositore Lalo Schifrin è un piacere rivedere vecchi volti della saga: da Luther Stickell (Ving Rhames) a Benji Dunn (Simon Pegg) passando per l'agente dei servizi segreti inglesi  Ilsa Faust (Rebecca Ferguson). Financo godibilissima tutta la sequenza ambientata sul lussuosissimo Orient Express. Il treno, reso mitico dal romanzo di Agatha Christie e dalle due pellicole tratte dal libro, aggiunge un tocco vintage e altresì adrenalinico all’opera. Una panacea di prima classe in questi tempi bui i cui la verità, obnubilata dalle fake news sta scomparendo e la guerra, purtroppo, è già arrivata da un pezzo. Per cui, se come ci ricorda il film: “La nostra vita è la somma della nostre decisioni”, vale la pena andare al cinema e godersi i 163 minuti in compagnia di Cruise e delle sue spericolate avventure. La missione risulterà oltremodo possibile e piacevole

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