Colpo di scena in Liguria: accordo con i pm, Toti patteggia 2 anni

5 giorni ago

POLITICA & GIUSTIZIA

14:01 Venerdì 13 Settembre 2024

La pena verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Prevista anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e la confisca di 84.100 euro. I reati sono corruzione impropria e finanziamento illecito. Il caso si sgonfia parecchio

Toti - Figure 1
Foto Lo Spiffero

L’inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria portando alle dimissioni di Giovanni Toti e a nuove elezioni non vedrà alla sbarra l’ex governatore: è stato infatti trovato l’accordo con la procura per chiudere il contenzioso con il patteggiamento a due anni e un mese, rinunciando a qualsiasi difesa nel merito e al processo con rito immediato che doveva iniziare il 5 novembre. Adesso la decisione spetterà al gup che dovrà fissare una udienza. La pena verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell’accordo tra i pm e l’avvocato Stefano Savi è prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito.

Nell’accordo l’accusa riconosce che Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche. Si riconosce anche che gli atti prodotti dalla pubblica amministrazione fossero totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica. Cadono quindi le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato con l’esclusione della cosiddetta “corruzione impropria”, ovvero per atti legittimi degli uffici.

Al termine di oltre tre anni di indagini, continue intercettazioni, pedinamenti, filmati e quasi tre mesi di detenzione domiciliare la vicenda pare assai ridimensionata. «Come tutte le transazioni – commenta Toti – suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte. Resta quel reato “di contesto” definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni. Detto ciò, di fronte a questo finale, credo appaio chiaro a tutti la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alle forze politiche il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica stessa e non a quella giudiziaria».

Patteggiamento concordato anche per l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona, nonché ex ad di Iren, Paolo Emilio Signorini. I suoi legali hanno concordato una pena di tre anni e cinque mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro, oltre all’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Come previsto per Toti, anche in questo caso sarà il giudice per l’udienza preliminare a decidere se accogliere o meno la richiesta.

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