Toti, il patteggiamento a sorpresa e lo sfogo: «Ero sul Golgota, mi ...

5 giorni ago
Toti

diGiuseppe Guastella 

L’ex governatore della Liguria parla al «Corriere» dopo la decisione di patteggiare con la Procura: «Sono vittima di leggi populiste»

Giovanni Toti si accende l’ennesima sigaretta sul terrazzo del suo avvocato dove spira un vento leggero, troppo freddo per la stagione.

Dall’arresto si proclama innocente. Ora decide di patteggiare. Perché?

«Perché sul piatto la Procura ha messo qualcosa di irrifiutabile a fronte della prospettiva di decenni di udienze per un giudizio immediato, un secondo e forse un terzo filone di indagine che avrebbero occupato un ventennio di vita personale e del Tribunale. La seconda ragione è perché i pm hanno sostanzialmente confermato che non c’era un atto illegittimo tra quelli che, secondo loro, sarebbero stati da me influenzati così come, evidentemente, erano legittimi i finanziamenti al Comitato Toti. Io mi ritengo innocente perché ho agito per l’interesse pubblico».

Qualcuno potrebbe pensare che se ha patteggiato Toti avrà fatto qualcosa.

«Fare un accordo non vuol dire necessariamente riconoscere le proprie colpe ma ritrovarsi a metà strada, anzi in questo caso molto oltre la metà. Le transazioni lasciano sempre l’amaro in bocca, vuol dire che da un lato non hai combattuto fino in fondo per rivendicare le tue ragione ed essere totalmente scagionato, ma che dall’altro hai la soddisfazione di aver riconosciute molte delle tue ragioni».

Quando le hanno proposto di patteggiare come ha reagito?

«Francamente, viste le prime conseguenze dell’inchiesta, e cioè i domiciliari di un governatore, le dimissioni, pensavo che i pm avessero la sensazione di una centrale di malaffare di vastissime proporzioni».

Che non è emersa.

«Come abbiamo sempre sostenuto. Non ho mai attaccato i magistrati e non lo farò, ma secondo me hanno interpretato male ciò che avevano. Si può sbagliare, ma se la vita politica di una regione e la vita di tante persone possono essere devastate da qualcosa che poi produce un accordo su 1.500 ore di lavoro socialmente utile io penso che sia il legislatore a dover intervenire. Se mi avessero chiesto di farne tremila senza tutto questo, l’avrei fatto ben volentieri. È il Parlamento che, in un clima di estremo populismo, ha prodotto le leggi che hanno causato tutto questo. Se la politica non avrà il coraggio di cambiare alcune situazioni resterà sempre succube di se stessa, non delle Procure».

Giudica questo patteggiamento un pareggio?

«No, una vittoria. Sono passato da essere Al Capone ad aver parcheggiato la macchina in divieto di sosta. La montagna delle accuse ha partorito un topolino».

In quattro mesi la sua vita è cambiata radicalmente.

«Per me, per la mia famiglia, per i miei collaboratori, ma è cambiata anche per una regione che aveva scelto un Governatore, una maggioranza e un indirizzo politico con obiettivi da perseguire».

Questa vicenda influenzerà la campagna elettorale.

«Spero di no. Spero che la politica capisca che quello che è accaduto in Liguria non riguarda solo una parte. In tutta franchezza, però, al netto di qualche particolare sensibilità, ho trovato un mondo politico rassegnato».

Si sente una vittima?

«Di leggi mal scritte, di una politica un po’ ipocrita e disinteressata».

Con chi ha condiviso la decisone di patteggiare?

«Con mia moglie, gli amici più stretti e le persone del cui giudizio mi fido, oltre che con i miei avvocati. Nessuno mi ha detto che sbagliavo».

Lo ha comunicato ai suoi alleati politici?

«Marco Bucci lo sapeva. Glielo ho annunciato alcune ore prima di firmare. Con gli altri alleati ci confronteremo».

Pare che non siano contentissimi.

«Invece dovrebbero esserlo. Rafforza la posizione di tutti».

Perché?

«Perché la Procura ha ammesso che erano legittime le pratiche e i finanziamenti di cui si sono giovate tutte le forze della nostra parte. Dovrebbero fare un monumento a Toti».

Forse un Toti martire sarebbe stato più utile di un Toti che patteggia?

«Non ho visto un lungo corteo accompagnarmi verso il Golgota. In tutta franchezza, girandosi con la croce sulle spalle, tranne qualche eccezione, dietro c’era un imbarazzante vuoto».

14 settembre 2024 ( modifica il 14 settembre 2024 | 07:32)

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