Vannacci e la donna “che tanto donna non era”: ecco perché la sua ...

13 Mar 2024

Durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora su Radio 1, il generale Roberto Vannacci ha condiviso un aneddoto personale in cui ha raccontato di aver corteggiato una donna transgender credendola cisgender. «Mi è capitato di corteggiare un uomo, o meglio una donna – ha raccontato – Poi mi sono reso conto che tanto donna non fosse». Incalzato dal conduttore Giorgio Lauro, Vannacci ha aggiunto: «Me ne sono accorto perché me lo hanno detto, perché era davvero irriconoscibile». Quella che sembra una semplice e innocua battuta nasconde invece un pensiero radicato che nega il riconoscimento delle donne transgender come donne a tutti gli effetti e perpetua il pregiudizio secondo il quale solo le persone nate con genitali femminili possono essere considerate donne.

Vannacci - Figure 1
Foto Voci di Milano

Una frase che strizza l’occhio alle posizioni TerfQuesto pensiero evoca l’ideologia delle cosiddette Terf, acronimo di «Trans-Exclusionary Radical Feminists», una minoranza all’interno del movimento femminista radicale che esclude le persone transgender dalla propria visione del femminismo e delle questioni di genere. Così come suggerito da Vannacci, le Terf ritengono che il genere sia rigidamente associato alla biologia e non includono le donne transgender nella loro definizione di donna né nella partecipazione ai movimenti femministi. Tuttavia, le posizioni delle Terf sono oggetto di forte critica da parte di molti attivisti per i diritti Lgbtqia+ e femministi, in quanto promuovono la discriminazione e l’esclusione delle persone transgender. Al contrario, molte persone ritengono che il femminismo debba essere inclusivo e solidale verso tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere.

Sesso e identità di genere sono due realtà indipendentiL’identità di genere e il sesso assegnato alla nascita sono concetti distinti. L’identità di genere è un’esperienza profondamente personale che può essere diversa dal sesso assegnato alla nascita. Mentre per alcune persone l’identità di genere coincide con il sesso assegnato alla nascita (cisgender), per altre può essere diversa (transgender). Per dirla con Simone de Beauvoir, «maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa». Questa identità può essere influenzata da una vasta gamma di fattori, tra cui l’educazione, l’ambiente sociale, le esperienze personali e la cultura. È fondamentale rispettare e riconoscere l’identità di genere, poiché fa parte della nostra autenticità e integrità personale.

Vannacci - Figure 2
Foto Voci di Milano

Un antico e odioso pregiudizioLa risposta di Vannacci perpetua un pregiudizio antico e inaccettabile. Una frase che manca di rispetto all’identità di genere di una persona è grave poiché diffonde un’idea transfobica che può provocare conseguenze emotive e psicologiche molto negative per la persona coinvolta. La negazione o il disprezzo dell’identità di genere possono causare sofferenza, ansia, depressione e persino danneggiare la salute mentale. Inoltre, contribuiscono a legittimare discriminazioni e pregiudizi contro le persone transgender, alimentando un clima sociale di intolleranza e discriminazione. Ogni persona ha il diritto di essere riconosciuta e rispettata nella propria identità di genere, e le parole hanno un impatto significativo nel promuovere o compromettere questo rispetto.

Le finte verità del senso comuneParafrasando il linguista Massimo Arcangeli, autore del saggio intitolato provocatoriamente Il generale ha scritto anche cose giuste (Bollati Boringhieri), frasi come quella di Vannacci potrebbero essere definite «finte verità del senso comune». Queste, secondo Arcangeli, rivelano un’idea pericolosa, ribadita «in modo ossessivo» dal generale per l’intero libro Il mondo al contrario: «Ogni singola minoranza, indipendentemente dalla sua composizione, finisce per collaborare con tutte le altre per turbare le vite “normali” di una maggioranza definita una volta per tutte».

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