Putin cambia la dottrina sull'atomica, ora un attacco nucleare è più ...

24 ore ago

Dettagli Francesco Ciotti 27 Settembre 2024
Abbassata la linea rossa per l'uso delle testate. Peskov: segnale per i paesi ostili delle conseguenze se partecipano ad un attacco alla RUSSIA

Un nuovo serio monito diretto a Washington arriva dal Cremlino rispetto all'eventualità di portare la guerra in Ucraina direttamente in territorio russo. Vladimir Putin, durante la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale dedicata alle proposte per un aggiornamento della dottrina sulla deterrenza atomica, ha proposto di considerare l’aggressione contro la Russia, con il sostegno di uno stato nucleare, come un attacco congiunto che le permetterebbe di passare alle armi nucleari. In particolare, il progetto “Fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza nucleare” ha ampliato la categoria degli stati e delle alleanze militari contro i quali viene attuata la deterrenza nucleare. “Nella versione aggiornata del documento, si propone di considerare l’aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare, come una loro azione congiunta di attacco alla Federazione Russa", ha detto Putin, aggiungendo che la Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione contro di essa o contro la Bielorussia in quanto membro dello Stato dell'Unione. “Tutte queste questioni sono state concordate con la parte bielorussa, con il presidente della Bielorussia. Anche se il nemico utilizzasse armi convenzionali, rappresenterebbe una minaccia critica per la nostra sovranità”, ha sottolineato. Il precedente documento approvato nel 2020, stabiliva quattro condizioni per le quali la Russia potrebbe utilizzare armi nucleari: ricezione di informazioni affidabili sul lancio di missili balistici che attaccano il territorio del paese o degli alleati; l'uso di armi nucleari e di altro tipo di distruzione di massa sul territorio russo; impatto su installazioni governative o militari critiche del paese; aggressione contro un paese che utilizza armi convenzionali quando l’esistenza stessa dello stato è minacciata. Ora il livello di guardia si alza pericolosamente, con le truppe ucraine ancora impegnate in schermaglie nella regione russa di Kursk.

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Foto Antimafia Duemila

“Uno Stato nucleare che allenta le regole per l’uso del suo arsenale nucleare sembra spaventoso" riporta il Der Spiegel, mentre il Bild segnala che per le "potenze nucleari occidentali, come Stati Uniti e Francia in particolare, il rischio di diventare il bersaglio di una controffensiva russa aumenta”. I cambiamenti nella dottrina nucleare russa sono un segnale per i paesi ostili, ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, definendo le modifiche alla dottrina nucleare un chiaro segnale per i paesi ostili. "Questo è un segnale che avverte questi paesi delle conseguenze se partecipano ad un attacco al nostro paese con vari mezzi, non necessariamente nucleari", ha detto Peskov, osservando che i “capi di Stato ragionevoli” avevano già compreso la serietà delle dichiarazioni di Putin, soprattutto quando si tratta di “uno scontro senza precedenti” provocato dalla partecipazione diretta dei paesi occidentali al conflitto ucraino. Pochi giorni fa, lo stesso Putin aveva già avvertito che se Washington avesse dato il via libera a Kiev di colpire la Russia con armi a lungo raggio occidentali la Nato sarebbe stata considerata cobelligerante nel conflitto. Di concerto il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, aveva annunciato che esistono già le condizioni affinché la Russia possa ricorrere alle armi nucleari, in linea con la propria dottrina della deterrenza. Una prospettiva fin troppo ambita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, parlando alla 79ª sessione generale dell'Assemblea delle Nazioni Unite, ha annunciato il nuovo piano di pace basato, non tanto sui "negoziati con la Russia” quanto sul raggiungimento di una “posizione forte” che spingerebbe Putin “a porre fine alla guerra diplomaticamente”. Un contorto piano diabolico che si realizzerebbe, per l’appunto, attraverso l’ok americano alle incursioni missilistiche con sistemi a lunga gittata. In sostanza si tratta di portare la Nato in guerra direttamente con Mosca per vincere la guerra; l’ultima carta da giocare per il presidente ucraino che cova ancora la speranza di ribaltare la situazione disastrosa del fronte orientale, dove oramai i russi avanzano senza sosta.

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Foto Antimafia Duemila

Volodymyr Zelensky

Biden sembra aver preso sul serio l’avvertimento di Putin e secondo il Washington Post, “l’Ucraina non è riuscita a convincere gli Stati Uniti a revocare le restrizioni sugli attacchi con armi occidentali”, anche se, fino a pochi giorni fa, diverse fonti all’interno della Casa Bianca parlavano di un’approvazione imminente. La battuta di arresto non ha tuttavia impedito alla Casa Bianca di rinvigorire la propria industria bellica con un nuovo pacchetto di aiuti militari da 8 miliardi di dollari, comprendente nuove munizioni a lungo raggio. “Oggi annuncio un aumento dell’assistenza alla sicurezza per l’Ucraina e una serie di azioni aggiuntive per aiutare l’Ucraina a vincere questa guerra”, ha dichiarato il presidente Usa in un comunicato. Di tutta risposta, Zelensky ha ringraziato l’omologo statunitense assicurando che “utilizzeremo assistenza nel modo più efficace e trasparente per raggiungere il nostro principale obiettivo comune: la vittoria dell’Ucraina, una pace giusta e duratura e la sicurezza transatlantica”. Il pacchetto comprende un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot, nuovi equipaggiamenti per la difesa e intercettori, droni, missili a lungo raggio e munizioni aria-terra, insieme a fondi per rafforzare la difesa e la capacità industriale dell’Ucraina. Rilevante anche la decisione di ampliare i programmi di addestramento per un numero maggiore di piloti ucraini sugli F-16, e le severe sanzioni introdotte per ridurre ulteriormente la capacità della Russia di finanziare la sua guerra. Una novità assoluta è rappresentata dall’inclusione, per la prima volta dall'inizio del conflitto, delle munizioni a lungo raggio Joint Standoff Weapon (Jsow), progettate per migliorare le capacità d’attacco dell’Ucraina. Queste bombe guidate plananti, lanciate dai caccia, vengono adoperate per colpire obiettivi fortificati, bersagli mobili e difese aeree a lunga distanza, con un raggio massimo di 110 chilometri.

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Foto Antimafia Duemila

Foto di copertina © Imagoeconomica

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