Palazzina LAF, il film di Riondino che racconta il mobbing nel ...

1 Dic 2023

Questo non è un film contro la fabbrica, contro l’industria o contro il sindacato: questo è un film che difende un’idea di industria e di sindacato che però oggi non ci sono più. – Michele Riondino

Michele Riondino - Figure 1
Foto RADIO DEEJAY

Il vincitore di Sanremo 2020 Diodato e il regista (al debutto) Michele Riondino sono stati ospiti la mattina del 30 novembre a Deejay Chiama Italia per presentare Palazzina LAF, il nuovo film in sala dal 30 novembre che racconta la vicenda realmente accaduta all’Ilva di Taranto, città originaria dei due.

Il film racconta una storia vera di vita difficile in fabbrica, della classe operaria che crede nel paradiso, della pericolosità e tossicità di certi ambienti di lavoro. Il cantante e l’attore/regista lo hanno presentato in radio, raccontando il senso dell’opera facendo ovviamente riferimento anche alla storia dei fatti realmente accaduti (che trovate nel dettaglio più in basso nell’articolo).

Per ascoltare l’intervista di Dionado e Riondino da Linus e Nicola, vi basta cliccare qui sotto (intervista completa divisa in due parti).

Michele Riondino e Diodato: “Ecco qual è la situazione dell’Ilva oggi”Michele Riondino e Diodato: “Ecco cosa significa Palazzina LAF”Palazzina LAF: trama

Il film, ambientato a Taranto, racconta la storia dell’operaio Caterino Lamanna (Michele Rondino), che vive in una masseria caduta in disgrazia a causa della vicinanza all’impianto siderurgico e che sta per sposarsi con Anna, con cui condivide il sogno di andare a vivere in città. E quando i dirigenti aziendali decidono di fare di lui una spia per individuare gli operai di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi con lo scopo di denunciarli. Ben presto però, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF (acronimo di “laminatoio a freddo”, che dà il titolo al film) il reparto-lager dell’Ilva dove declassare gli operai più “scomodi”. Sarà lì che Caterino scoprirà che ciò che credeva un paradiso in realtà è un inferno.

La fabbrica è un po’ lo sfondo delle vicende raccontate, che parlano di persone e del rapporto che si crea tra loro in contesti e in momenti complicati. Il film è tratto dal libro Fumo sulla città di Alessandro Leogrande, che avrebbe dovuto firmare la sceneggiatura ma che purtroppo durante la lavorazione della pellicola è venuto a mancare.

Palazzina LAF: storia vera

È la prima volta che faccio il regista, e l’ho fatto con una storia che secondo me è importante raccontare, dopo tanti anni in cui mi sono dedicato all’argomento Taranto e alla questione Ilva. In tutti questi anni in cui ho messo la faccia ad eventi legati all’evento, ho raccolto il materiale per poter raccontare questa storia.– Michele Rondino

Il film attinge dalla realtà proprio come i film di Paola Cortellesi o quello di Antonio Albanese, altre opere neorealiste che stanno accompagnando attualmente il cinema italiano.

Oggi l’Ilva, complesso industriale di 15 chilometri quadrati fondato nel 1960 a Taranto (nel quartiere Tamburi, di circa 18mila abitanti) è “al 62% degli indiani e al 38 con partecipazione statale, attraverso Invitalia –spiega Rondino – Però fondamentalmente non hanno i soldi per pagare luce e gas, quindi non è una situazione felice. Oggi l’acciaieria non sta funzionando, o meglio funziona poco: hanno 3 milioni di tonnellate di produzione e si parla di 4.500 casse integrazioni che non verranno assorbiti e di cui la politica non si occupa”.

Oltre a quello dell’occupazione, la storia l’Ilva è legata anche e soprattutto a quello dell’inquinamento industriale causato dagli altiforni, che esponevano i lavoratori a sostanze cancerogene tra cui ferro, ossidi di ferro, arsenico, piombo, vanadio, nichel e cromo. Lo stabilimento è stato dunque sequestrato dallo Stato che, per salvaguardare l’occupazione, ha attivato il Commissariamento dell’azienda con una gara di assegnazione.

Nel frattempo tanti tarantini si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per avere giustizia, dato che le due perizie depositate nel 2012, una chimica e l’altra epidemiologica, dimostrano l’inquinamento e il danno alla salute pubblica. Quindi, a carico di Emilio Riva e Nicola Riva (del Gruppo siderurgico Riva, il primo in Italia) e del direttore dello Stabilimento e del Responsabile, sono state ipotizzate varie accuse tra cui quelle di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari e violazione delle cautele sul lavoro.

Non siamo contro la fabbrica, siamo contro quelle persone che avrebbero dovuto amare quella fabbrica e non renderla un mostro. All’Ilva c’è il problema ambientale, c’è il problema sanitario. Ma voglio essere ottimista: a Taranto adesso si sta respirando un’altra aria. C’è una generazione che non dipende più dall’Ilva e che ormai riesce a pensare e immaginare un futuro senza grandi industrie. – Michele Riondino

Palazzina LAF: la colonna sonora è di Diodato

Diodato è nato ad Aosta, ma è originario di Taranto. Non a caso il titolo del brano che il cantante ha scritto proprio per Palazzina LAF è La mia terra.

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana