Caso Scurati, la lettera di contestazione disciplinare della Rai a ...

11 giorni ago

La Rai va avanti con l'istruttoria sul caso Scurati e invia una lettera di contestazione disciplinare a Serena Bortone per il post pubblicato sui profili social della conduttrice, con cui denunciava la censura del monologo di Antonio Scurati sull'antifascismo nella trasmissione Chesarà da parte della dirigenza dell'azienda. «Non è un provvedimento disciplinare, ma una richiesta di spiegazioni». ha detto l’amministratore delegato Roberto Sergio, sostenendo che la Rai ha subito «un danno reputazionale». Usigrai ha subito condannato l'invio della lettera alla conduttrice.

Rai Serena Bortone - Figure 1
Foto Vanity Fair.it

Secondo l'azienda è un atto dovuto perché vige il divieto di diffondere «attività, notizie e fatti aziendali». «Una regola che vale per tutti, anche per me» ha aggiunto il direttore generale Giampaolo Rossi sentito in commissione di Vigilanza Rai come Sergio.

L'amministratore delegato ha detto che non si è trattato di censura perché «non è stata vietata né la partecipazione, né la lettura del monologo di Scurati». Come fatto dalla Rai fin dal primo momento la questione è stata ricondotta a un fatto economico, anche se in modo diverso visto che all'inizio si era detto che l'azienda non voleva pagare per l'intervento. Allo scrittore sarebbe stata proposta la partecipazione gratuita perché «in promozione» per una graphic novel e la fiction tratta da una opera. I dirigenti Rai hanno detto che erano stati prenotati i treni e il pernottamento. Questa sarebbe la prova della volontà di ospitare lo scrittore e di non volerlo censurare. Per la dirigenza sarebbe stato lo stesso scrittore a decidere di non partecipare.

Serena Bortone ha denunciato la cancellazione dell'intervento di Antonio Scurati dal suo programma Rai. Questo il testo che avrebbe dovuto leggere: «Finché quella parola non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana»

Dall'opposizione Stefano Graziano del Pd ha contestato la ricostruzione dei fatti. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra ha chiesto l’audizione di Serena Bortone e ribadito che «il procedimento contro Bortone è un atto gravissimo, un messaggio chiaro ai giornalisti che vogliono esercitare la professione in libertà. Stiamo entrando in una fase molto cupa per la democrazia, la cui responsabilità è in capo non solo ai dirigenti Rai, ma anche alla presidente Meloni che la controlla».

Il dem Francesco Verducci riportato da Repubblica: «È questa gestione che sta gettando discredito, umiliando il servizio pubblico. L’autonomia e la libertà d’informazione sono continuamente sotto attacco. Lo sciopero di lunedì ha portato alla luce un’enormità di tentativi di intimidazione e condizionamento nei confronti dei cronisti. Vogliamo chiarezza su ognuno dei casi denunciati e sulla censura perpetrata nei confronti di Scurati».

Il direttore generale Sergio ha parla anche dello sciopero che non tutti i dipendenti Rai hanno fatto. «Non c’è stato alcun comportamento antisindacale, ma la spontanea presenza di numerosi giornalisti che ha consentito la messa in onda dei Tg. Se l’adesione fosse stata più alta, non sarebbe stato possibile». A non lavorare è stato «il 71% di chi era in turno quel giorno», ma i Tg 1 e 2 sono andati comunque in onda. Il dirigente Rai ha ricordato che una sentenza della Cassazione del ‘69 ha equiparato il diritto di scioperare a quello di non farlo.

Rossi ha detto che alcuni giornalisti che non hanno fatto sciopero hanno ricevuto «aggressioni e minacce di morte» sul web e «anche in maniera pubblica». In particolare le conduttrici dei tg. I vertici dell'azienda hanno parlato anche «dell’accanimento distruttivo di cui Rai è vittima» attraverso fake news. Nei palinsesti del prossimo anno Sergio ha detto di aver chiesto al direttore Stefano Coletta di inserire Insider, il programma di Roberto Saviano saltato lo scorso anno.

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana