L'arresto di Toti, Nordio: "Perplesso sui tempi". Le reazioni della ...

12 giorni ago
Toti

"Da garantista penso sempre alla  presunzione di innocenza'', il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è perplesso per gli arresti domiciliari del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti insieme ad altri in una maxi inchiesta che riguarda la corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio. A margine degli Stati generali dei commercialisti a Roma, dove si trova, avanza l'ipotesi di una giustizia a orologeria soprattutto per la tempistica delle indagini per presunti reati commessi anni addietro. ''A me non piacciono le frasi fatte, io preferisco tener presente il principio di presunzione di innocenza e dell'esistenza dell'impugnazione''.    

''La mia perplessità - sottolinea Nordio - non è sul momento in cui  scatta un provvedimento cautelare rispetto all'imminenza delle  elezioni, anche perché in Italia si vota molto spesso; se ho delle  perplessità tecniche, queste riguardano l'adozione di una misura  rispetto ai tempi in cui è stato commesso il reato e al tempo in cui  sono iniziate le indagini''.        

''Non conosco gli atti - dice Nordio - ma mi è sembrato di capire che  si tratta di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Da pubblico ministero raramente ho  chiesto provvedimenti di custodia cautelare dopo anni di indagine, tenendo conto se pericolo di fuga, reiterazione e inquinamento delle  prove dopo tanti anni dall'evento che si è verificato possano ancora  sussistere''.

Su un garantismo senza se e senza ma si pronuncia il vicepremier Antonio Tajani: "Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio. Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra". Da Gorizia il ministro degli Esteri precisa: "Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l'estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui".

Il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che di Toti è anche compagno di partito, punta sulla bontà del governo ligure e confida nel lavoro della magistratura: "Il presidente della Regione Liguria ha governato bene. C'è un'indagine in corso e ne seguiremo gli sviluppi. In passato ho assistito ad arresti che poi si sono concretizzati in un nulla di fatto, cosa che mi auguro succeda anche ora. Confidiamo nella magistratura, ma ricordiamo che c'è il principio della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva. Sue dimissioni? Lo valuterà Toti. Ci sono stati governatori e ministri che in passato si sono dimessi, anche se poi sono risultati innocenti. Ognuno farà le sue valutazioni. Ma rincorrere i provvedimenti della magistratura è sempre un errore". Non c'è secondo Lupi un danno di immagine per il partito: “La nostra proposta politica va avanti con più forza”.

Il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida parla di "accuse pesanti" a 20 giorni dal voto: "Le accuse per Toti sono pesanti. Ho letto che è così, ho visto che queste lunghe indagini, credo d'aver capito tre anni, si concludono a 20 giorni dal voto con importanti arresti, abbiamo fiducia nella magistratura. Auspichiamo che il presidente Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma ovviamente possiamo solo guardare a quello che accade e cercare di comprendere le ragioni che hanno portato a questa situazione". 

Schlein: “Se le accuse fossero confermate sarebbe doveroso per Toti dimettersi”

Toti si deve dimettere? "Secondo me sì. Se confermate, le accuse disegnano un quadro di gravità inaudita. Un sistema corruttivo e un rapporto con la criminalità organizzata che arriva ai vertici di governo della Regione. Sono una garantista ma quando le accuse sono così gravi c'è l'opportunità politica di fare un passo indietro, per rispetto delle istituzioni". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a E' sempre Cartabianca, su Rete 4. "Sarebbe doveroso dimettersi", ha aggiunto. 

Pd e M5s chiedono un'informativa al Governo per i fondi del Pnrr

Il Partito Democratico e il Movimento 5 stelle chiedono un'informativa del Governo sulla Liguria. A prendere la parola in Aula per i dem è Valentina Ghio che avverte: "Il collasso istituzionale di queste ore ci rende molto preoccupati". "Gli investimenti del Pnrr rispettino i tempi dovuti, a Genova ci sono una serie di opere vincolate a una tempistica stretta con ingenti investimenti", prosegue, chiedendo a nome del partito che il governo riferisca e "informi il Parlamento su cosa intende fare in merito".

Il leader pentastellato Giuseppe Conte chiede che Toti tragga le conseguenze di quel che sta accadendo, alludendo alle dimissioni: "L'inchiesta è appena uscita. Sembra ci siano fatti precisi, gravi accuse. È bene che Toti ne tragga le conseguenze per tenere al riparo le istituzioni da un discredito che fa male a tutti". 

"Faccio un appello ai cittadini di andare a votare in massa così non ci sarà più bisogno di pagare e riusciremo a contenere questo malaffare", conclude Conte.

Il sindaco di Milano Beppe Sala si dice in difficoltà nel commentare, perché con Toti ha un rapporto personale: "Io Toti lo conosco bene e l'ho visto anche di recente in Liguria, con lui ho anche un rapporto personale quindi, al di là di questo, come si fa a commentare una cosa del genere?".

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, rivendica come in ogni occasione il suo credo garantista: “Sapete già qual è la mia risposta su un caso del genere. Noi siamo all'opposizione di Toti in Liguria, la nostra candidata lì era la Paita. Ciò nonostante, noi siamo garantisti. Non commentiamo le indagini, gli arresti, gli avvisi di garanzie. Commenteremo a tempo debito le sentenze, se ci saranno. Non ritengo che un provvedimento giudiziaria debba auto automaticamente influire sulla vita democratica del Paese. Questioni di opportunità? Quelle riguardano i diretti interessati. Dobbiamo rispettare la Costituzione”, anche Renzi si trovava agli Stati Generali dei Commercialisti alla Nuvola di Fuksas a Roma.

Per Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi e Sinistra, la parola deve tornare agli elettori. 

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