Liguria, cosa è successo a Toti, Spinelli e Signorini - Startmag

12 giorni ago
Toti

Concessioni portuali e finanziamenti elettorali al centro dell'inchiesta giudiziaria sulla corruzione che ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Liguria,Toti, il capo del gruppo Iren, Signorini, e l'imprenditore Spinelli. Tutti i dettagli

Si è svegliata politicamente decapitata stamani la Liguria, a seguito dell’arresto del presidente della Regione, il giornalista Mediaset Giovanni Toti avvenuto in concomitanza con altre due misure cautelari di spicco che hanno riguardato l’’ex numero uno dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale oggi amministratore delegato del colosso dell’energia Iren, Paolo Emilio Signorini, e il noto imprenditore Aldo Spinelli.

LE ACCUSE CHE RIGUARDANO TOTI & CO.

Sono tutti e tre in arresto con l’accusa di corruzione, su ordine del giudice dell’indagine preliminare Paola Faggioni. Riassumendo il teorema della Procura, non ci sarebbe stato intervento di spicco a livello imprenditoriale avallato dalla politica che possa dirsi regolare, tanti sono i fronti su cui si indaga. L’accusa di “corruzione ambientale”, che non circoscrive dunque i reati a singoli e sporadici casi lasciando presupporre l’esistenza di un sistema rodato e sempre in funzione.

Gli altri nomi su cui la Procura indaga sono quelli di Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini, Roberto Spinelli, figlio dell’imprenditore Aldo, Venanzio Maurici (sindacalista della Cgil), Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa, che hanno ricoperto e ricoprono ruoli di coordinamento per Forza Italia nel Bergamasco e rappresentanti della comunità genovese originaria di Riesi (Caltanissetta).

FORZA ITALIA SI DICE ESTRNEA

Arturo Testa, riporta Il Giorno, lavora al Consiglio regionale della Lombardia come collaboratore del gruppo di Forza Italia al servizio del presidente della commissione Territorio Jonathan Lobati, consigliere regionale azzurro eletto nella circoscrizione di Bergamo. I due fratelli sono accusati di corruzione elettorale commessa al fine di agevolare l’attività mafiosa di Cosa Nostra.

“A seguito dell’indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa”, comunica FI ai media. “Forza Italia – si legge nel comunicato -, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali”.

L’OMBRA DI COSA NOSTRA

Tra gli inquisiti in una inchiesta che sorprende per il numero di ramificazioni e che potrebbe sfociare anche in un intreccio tra politica e criminalità organizzata anche l’attuale capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani accusato di corruzione elettorale con l’aggravante del fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, per la precisione il clan Cammarata del mandamento di Riesi.

I FILONI DELL’INDAGINE

Sotto la lente degli inquirenti è finito davvero di tutto, come riporta il principale quotidiano ligure: “la maxi-concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto genovese, e poi il via libera all’espansione dei supermercati Esselunga nel capoluogo ligure e la riconversione d’un pezzo di litorale nel Savonese, le ex Colonie bergamasche di Celle”, si legge sul Secolo XIX.

LA QUESTIONE ESSELUNGA

Lambito difatti dalle indagini anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

Al presidente di Regione e al suo capo di gabinetto Cozzani viene contestato di “aver accettato la promessa di Moncada di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del giugno 2022 – si legge nelle carte -, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona”.

In merito alle indagini della Procura di Genova Esselunga tiene a precisare “che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell’operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti”.

I pm – si legge sul Secolo XIX – ritengono che Matteo Cozzani abbia agevolato la realizzazione della struttura alla Palmaria, in cambio del coinvolgimento del fratello Filippo nella futura direzione, e fatto in modo che i Paletti si aggiudicassero la gara per controllare l’ex istituto Ravecca.

LE ACCUSE MOSSE A GIOVANNI TOTI

Secondo il teorema accusatorio Toti avrebbe accettato da Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell’impegno di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, si legge nelle carte, come pure ungere l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare sempre di Punta Dell’Olmo di interesse di degli Spinelli.

Il presidente della Regione Liguria si sarebbe poi impegnato a velocizzare e fare approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) poi approvata il 2 dicembre 2021.

LE ACCUSE MOSSE A SIGNORINI

All’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale Ad Iren, Paolo Emilio Signorini, si contesta di avere ricevuto da Aldo Spinelli: “22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici”. E persino “un posto tenda nella spiaggia della struttura alberghiera”.

Inoltre, “la partecipazione a eventi esclusivi, quali la finale del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters”, nonché fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo”. Signorini avrebbe ricevuto “una borsa Chanel, un bracciale in oro di Cartier del valore di 7.200 euro, entrambi regali destinati a terzi”.

IL TERREMOTO IN IREN

Se la vicenda scuote nel profondo la Liguria, scossoni pure nella multiutility dell’energia controllata dai Comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia: “Iren ha appreso stamane dalla stampa dell’applicazione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti dell’amministratore delegato Paolo Signorini disposta dall’Autorità Giudiziaria di Genova. I reati contestati e riportati nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Genova – viene sottolineato dal Gruppo – sono riferiti al suo precedente ruolo di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero quindi Iren”.

Il gruppo – viene poi precisato – ha già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale: tra queste “la convocazione, entro il primo pomeriggio di oggi, di un cda straordinario per l’attribuzione temporanea delle deleghe” di Signorini, verosimilmente al presidente Luca Dal Fabbro e al vice presidente Moris Ferretti.

IN MEZZO ANCHE LA PRINCIPALE EMITTENTE LIGURE

Le tangenti – si legge sul Secolo XIX – sempre nella tesi dell’accusa oggi accreditata dal giudice, si sono materializzate talora sotto forma di campagne di pubblicità politica, fatturate come ordinarie inserzioni commerciali perlopiù dall’emittente televisiva Primocanale, il cui editore Maurizio Rossi risulta indagato (al momento in cui scriviamo ciò non è confermato o comunque menzionato dall’articolo che la stessa Primocanale dedica al fatto di cronaca giudiziaria ndR).

“Per fare il bene bisogna saper coltivare il male” è il messaggio che Elisa Serfini, ex esponente di Italia Viva, sostiene oggi via social di aver ricevuto da Giovanni Toti, “nel luglio 2018 quando diedi le dimissioni da Assessore al Comune di Genova per non sottostare ad un sistema che ritenevo – e ritengo tuttora – corrotto, clientelare e dannoso per la il territorio e per la politica, fatto di appalti e consulenze “organizzate”, regolamentazioni e autorizzazioni ad personam, conflitti di interesse, e spesa pubblica incontrollata”.

(articolo in aggiornamento)

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