Beyoncé è ancora la regina (indiscussa) del pop e non solo

22 Dic 2023

Su Rotten Tomatoes, sito sul quale sia critici che persone normali possono recensire film, documentari e serie tv, RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ ha un punteggio di 97 su 100 per gli "esperti" e di 99 su 100 per il pubblico. "Portandoti dal backstage alla prima fila - si legge - RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ offre tutto ciò che un fan può chiedere.". E ancora: "In parte documentario, in parte film-concerto, RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ mostra due lati dell'artista, entrambi ugualmente brillanti.". Il tour, intitolato, appunto, RENAISSANCE (non vogliatemene per questa aggressione di capslock, così è stato battezzato e tocca riportarlo paro paro) non ha toccato nelle sue mille mila tappe partite a maggio e finite a settembre 2023, l'Italia, e questo sembra aver contribuito a far scendere leggermente nel nostro paese la percezione di quanto sia ancora gigantesca Queen Bey. Ma se questo è stato l'anno di Taylor Swift, eletta persona dell'anno dal Time Magazine, perché "quasi tutto quello che ha fatto nel 2023 è incommensurabile" (compreso aver aumentato il Pil degli Stati Uniti d'America), di certo non è andata meno bene a Beyoncé che, semplicemente, ci ha abituati al fatto di vederla ormai da più di un decennio, dominare sul mondo dello showbiz da vette inarrivabili ai più.

Beyonce - Figure 1
Foto elle.com

Handout//Getty Images

Dopo il Beychella del 2018, ovvero il concerto cult che ha reso il festival del Coachella di quell'anno sinonimo di Beyoncé, e dopo il documentario Netflix che ci aveva raccontato come quella perfezione di show fosse stata messa su pochi mesi dopo un parto gemellare, molti pensavano che più in alto di così non si potesse andare, semi cit. E invece la regina è più viva e ispirata che mai, e viva la regina. Se Lemonade, uscito nel 2016, è stata un'opera immensa di cui tanto si è parlato, ma un po' troppo per i motivi sbagliati, Renaissance, arrivato nel 2022 dopo una cospicua pausa, è strabiliante. Vivace, coraggioso, divertito, sperimentale, con una stupefacente combinazione di generi, suoni sperimentali e performance vocali ricche di sfumature. Con questo disco e con il tour che ne è seguito, ma soprattutto con il film che è uscito ieri, 21 dicembre 2023, anche nelle sale italiane, Beyoncé ha allargato il suo impero, e ha persino visto inserito su Dictionary.com il nome della sua fanbase, Beyhive.

Beyonce - Figure 2
Foto elle.com

Leggiamo da Dictionary: "BeyHive, o Beyhive, è un termine usato per riferirsi al fandom della musicista Beyoncé. Questo termine è comunemente usato dai media e dai fan stessi". E ancora: "I fan di Beyoncé usano comunemente il nome per riferirsi affettuosamente a se stessi, soprattutto se si considerano fan appassionati. Il termine BeyHive è comunemente usato anche nella copertura mediatica di Beyoncé e del suo fandom. Esempio: Beyoncé si è esibita a Los Angeles ieri sera e il BeyHive era in piena attività. Il perché di Beyhive credo lo sappiate già, ma ripetiamolo: un soprannome comune usato per riferirsi a Beyoncé è Queen Bey, un gioco di parole che fa riferimento all'ape regina "un termine usato - dice Dictionary - formalmente per riferirsi alla donna leader di una colonia di api e informalmente per riferirsi a una donna preminente, come è Beyoncé. BeyHive continua questo gioco di parole come un gioco di parole della parola alveare. I fan di Beyoncé si vedono metaforicamente come api fuchi che seguono l'esempio della regina Bey ("ape regina"). Molto più accattivante del suo predecessore, Beyontourage, le cui origini sono sconosciute, il termine Beyhive è entrato nella coscienza mainstream intorno all'uscita nel 2011 di 4, il quarto album in studio di Beyoncé e il suo primo progetto realizzato indipendentemente da suo padre, Mathew Knowles.

Beyonce - Figure 3
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Kevin Mazur//Getty Images

In un cenno alla nuova direzione che stava prendendo la sua carriera – una versione leggermente più adulta degli inni sull'emancipazione femminile per i quali era diventata famosa – la voce e l'immagine già molto precise della pop star, si sono illuminate ancora di più. Ma è stato proprio in quel momento che tra lei e la fanbase il sodalizio s'è cementato. Era il 2015, quando Kid Rock scelse di criticare Beyoncé perché, come se fosse in qualche modo rilevante, non la trovava attraente; né pensava che avesse "una fottuta Purple Rain" nella sua discografia. I Beyhive hanno risposto pubblicando infiniti commenti su tutti i suoi canali di social media utilizzando solo emoji di api. Battaglie come questa, condotte con la stessa passione che si metterebbe in campo se i membri di Beyhive stessero difendendo la propria famiglia, hanno conferito inizialmente al fandom una reputazione piuttosto negativa, come, tuttavia, capita al 90% di tutte la fanbase, che, come titolammo nel 2018, "possono essere i luoghi peggiori del mondo". Ma ciò che sta al centro di questo senso di protezione verso la propria "regina" è l’apprezzamento verso gli sforzi di Beyoncé per, consapevolmente o meno, dare alle donne nere un senso di libertà ed emancipazione. Proprio come Beyoncé occupa spazio nella musica, nel cinema, nella moda, nell'arte e, per certi aspetti, nella politica, lo stesso, dice lei, possono, semplificando ma è così che parla il pop, fare tutte le donne nere di questo mondo. Beyoncé è arrivata anche a rappresentare il duro lavoro e il perfezionismo testardo. Già nel documentario di Beyoncé del 2013 Life Is But A Dream c'era questa incessante etica del lavoro della star. A partire dalle scene in cui balla nel corridoio di casa fino all'una di notte perché non ha spazio per provare, roba che mi fa venir voglia di urlare per la frustrazione, che a qualcuno forse farà salire la carica per fare meglio e di più.

Beyonce - Figure 4
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Kevin Mazur//Getty Images

Il potere di Beyoncé è sia economico che politico: ha mandato in crash rispettivamente iTunes, Topshop e la pagina dei contatti del Congresso degli Stati Uniti, con il suo album omonimo a sorpresa, l'uscita della sua linea athleisure Ivy Park e un appello ai suoi fan a contattare i loro rappresentanti riguardo alle brutalità della polizia. Beyoncé ha brandito con orgoglio il termine "femminismo" sui maxi schermi degli stadi, nelle premiazioni, nei suoi video musicali e come parte del suo merchandising. E se ciò sia pinkwashing o reale attaccamento agli ideali è impossibile da dire, ma quel che conta è che generi dibattito. Parte del divertimento di essere un membro certificato di Beyhive, immagino, è la speculazione infinita. Il matrimonio con Jay-Z sarà davvero uno dei pochi a durare per sempre? La sua amicizia con gli Obama la ispirerà a candidarsi davvero, prima o poi, al Congresso? I tentativi di prevedere le mosse future di Beyoncé sono solitamente inutili. Rivelerà tutto quando sarà pronta. E quando lo sarà, saremo lì a goderci lo spettacolo.

Beyonce - Figure 5
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