''Domenico Modugno. L'italiano che incantò il mondo''
In occasione dei 30 anni dalla scomparsa di Domenico Modugno, mercoledì 27 novembre arriva su Rai 1 in prima serata “Domenico Modugno. L’Italiano che incantò il mondo”, un documentario evento che, con testimonianze e filmati di archivio, ripercorre la vita e la carriera dell'artista che ha segnato la storia del nostro Paese. Ideato, scritto e diretto da Maite Carpio, il documentario è prodotto da Maite Carpio, Alberto Meroni ed è una produzione originale Garbo Produzioni Srl e INMAGINE, in co-produzione con RSI – Radiotelevisione Svizzera, in collaborazione con RAI Documentari.
Un ritratto personale e storico dell’uomo e dell’artista: dagli anni a Polignano a mare, passando per il trasferimento a Roma, il provino al Centro Sperimentale, le vittorie al Festival di Sanremo, l’amore per sua moglie fino agli ultimi anni di vita. Il documentario riporta sullo schermo le mille sfumature dell’anima musicale di Modugno attraverso le canzoni "Nel blu dipinto di blu", "Meraviglioso", La lontananza", "Amara Terra Mia" e attraverso le parole e i ricordi, tra gli altri, di Adriano Aragozzini, Enrica Bonaccorti, Massimo Modugno, Liana Orfei, Giuliano Sangiorgi e Marinella Venegoni. Una preziosa collaborazione è stata quella con l’archivio fotografico Farabola che conserva una vasta collezione di scatti di Domenico Modugno, alcuni dei quali inediti.
Il 6 agosto 1994 finiva la vita avventurosa di un ragazzo intraprendente che dal sud scappò al nord in cerca di fortuna e arrivò più lontano di quanto avesse mai immaginato.
Era il 1958 quando una canzone scritta da un paroliere alle prime armi in collaborazione con un giovane artista in ascesa trionfò al Festival di Sanremo. I due erano Franco Migliacci e Domenico Modugno e la canzone era "Nel blu dipinto di blu". Inconsapevolmente, quel brano portò la musica italiana oltre il vincolo del belcanto e Domenico si trovò catapultato nello stardom americano, vendendo oltre 22 milioni di copie nel mondo e vincendo due Grammy. Modugno e la sua “Volare” esprimevano una nuova promessa di benessere e felicità e con questa canzone iniziò a cambiare la percezione dell’Italia nel mondo. A lui si deve la nascita della canzone d’autore ma il mondo del cantautorato, da lui fondato, è stato forse poco generoso. La sua carriera, come la sua vita, furono un susseguirsi di sfide, cadute e rinascite, soprattutto nel ventennio tra i ‘60 e i ’70 quando il mondo fu travolto da grandi cambiamenti culturali e sociali e cambiarono anche i gusti del pubblico.
Nel documentario si racconta l’artista ma anche l’uomo, che continuò a scrivere, comporre e cantare anche dopo l’ictus e la malattia nel 1984. Nel doc si ricorda anche il suo impegno politico con il partito radicale a favore dei diritti dei disabili e per l’ambiente.