Tessile e calcio, la pazza storia dell'Elfsborg che sfida la Roma

13 ore ago

Nel freddo di Borås – dove questa sera, giovedì 3 ottobre, la Roma giocherà la seconda giornata della fase a gironi di Europa League, alle 21 e a una temperatura prevista di sette gradi sopra lo zero – si annida un’eccellenza di artigianato tessile che tutta la Svezia invidia. Nel centro-sud del paese, a grossomodo metà strada tra Göteborg e Jönköping, due forbici per tagliare la lana ornano lo stemma cittadino di Borås e poco importa che la globalizzazione abbia spostato l’effettiva lavorazione dei capi altrove, dove la manodopera costa meno, perché a Borås il tessuto è – letteralmente – un filo conduttore di oltre quattrocento anni di storia. Un tempo c’erano le botteghe, oggi – si legge su Wikipedia – Borås sarebbe la città svedese col maggior numero di società di vendita tessile per corrispondenza, l’evoluzione naturale (si dice) dei venditori ambulanti, i knallarna, per cui Borås è soprannominata Knallestaden, “la città degli ambulanti”. Se l’industria tessile decuplicò la popolazione all’inizio del secolo scorso, la successiva crisi del settore ha colpito molte attività. Alcune di queste, con l’avvento del digitale, hanno aperto un e-commerce e e tra queste c’è anche Ciszere, fondata da Per Frick, un attaccante della squadra di Borås, l’Elfsborg, che potrà scendere in campo stasera contro la Roma in Europa League.

Elfsborg - Figure 1
Foto esquire.com

Anders Ylander//Getty Images

In svedese, “ciszere” era il lemma usato per indicare le forbici con cui si tagliava la lana, così simile all’inglese scissors. Ed è il nome con cui Andreas Nyberg, figlio di un commerciante tessile, nel 2016 chiamò la sua azienda che «inizia nella pittoresca cittadina di Borås […], nel cuore della Svezia, tra i pini sussurranti e i laghi scintillanti» e ambisce a esportare – online – la moda scandinava nel mondo, ma non il fast fashion (curiosamente, sempre in Svezia, ma a Västerås e nel secondo dopoguerra, è nata H&M). Dietro Ciszere, oltre a Nyberg e al suo socio Johan Forsberg, ci sono i capitali di almeno due calciatori: Marcus Rohdén, ex centrocampista che ha giocato anche in Italia, a Crotone e Frosinone, oltre al Mondiale 2018 con la Nazionale svedese, e Per Frick, un attaccante di trentadue anni che quasi ininterrottamente gioca nella squadra di calcio di Borås, l’Elfsborg, dal 2009. Ha giocato oltre trecento partite e segnato 75 gol, di cui uno – lo scorso novembre, dopo essere tornato da un infortunio – esultato mimando la lettera M con entrambe le mani: «La gente pensava fosse il gesto dell’hard rock – spiegò Frick al Göteborgs-Posten – ma in realtà vuol dire “ti amo” nella lingua dei segni. Mia figlia è nata con problemi di udito, è sorda e ha imparato la lingua dei segni da bambina».

Nonostante sia soprannominato Frickadona – i tifosi gli hanno dedicato il coro “Per Frickadona, våran Maradona, cioè “Per Frickadona, il nostro Maradona” –, Per Frick ultimamente non è sempre titolare nell’Elfsborg, una squadra dalla storia particolare. È stata fondata nel 1904 da Carl Larsson, un uomo a cui non piaceva che la polisportiva esistente non praticasse il calcio e allora decise di fondare un suo club. Ed è una squadra fondata in una fabbrica tessile (la Kilsunds Fabriker), che non contiene il nome della città (Borås), perché pare esistessero troppe associazioni contenenti il nome Borås, per cui Larsson e gli altri fondatori chiamarono il loro club Elfsborg, da Älvsborg, cioè la storica contea in cui si trovava la città. E poi c'è la storiella per cui, scrisse anni fa lo Sportbladet, «quando la squadra andava in trasferta, i calciatori si dividevano in due gruppi, uno di chi volesse bere, l’altro di chi volesse restare sobrio. Carl Larsson non bevve nulla, ma era sempre nel gruppo dei “bevitori”, per badare ai compagni che bevessero». Leggenda o realtà?

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Foto esquire.com

Nella conferenza prepartita, il tecnico della Roma, Ivan Jurić, ha elogiato il pari ruolo dell’Elfsborg, Oscar Hiljemark: «Si sta dimostrando un grande allenatore, di lui ho un buonissimo ricordo. Purtroppo, al Genoa, le cose non sono andate benissimo per entrambi, ma avevamo un bel rapporto. E vedo che gioca con il 3-4-3, vuol dire che di quella squadra gli è rimasto qualcosa». Potresti ricordarti di lui perché giocò qualche anno in Italia, a Palermo e al Genoa, o perché si è dovuto ritirare dal calcio a soli 28 anni a causa di continui infortuni, e da allora ha iniziato ad allenare. Dopo un paio di stagioni in Danimarca, ad Aalborg, Oscar Hiljemark è stato scelto in estate come allenatore dell’Elfsborg. Del resto, da queste parti è una leggenda. Nella sua storia, infatti, l’Elfsborg ha vinto sei campionati svedesi, l’ultimo dei quali nel 2012 quando Hiljemark era in campo. E se nel 2015 la Svezia ha vinto il suo primo e unico trofeo, l’Europeo Under 21, ai rigori contro il Portogallo, Hiljemark ne era il capitano. Poi sì, nella sua storia l’Elfsborg ha vinto tre Coppe di Svezia e ha perso lo scorso campionato per la differenza reti, dopo essere arrivato a pari punti col Malmö, e come tutte le squadre della Scandinavia ha dovuto cedere i suoi migliori talenti (il portiere Valdimarsson, il difensore Lagerbielke, le ali Ondrejka e Okkels). Stasera, però, affronta la Roma e magari potremmo vedere Per Frick segnare ed esultare nella lingua dei segni. Mi raccomando, niente hard rock.

BEST BUR Io, Ibra

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