Chiusa l'inchiesta su Chiara Ferragni, "truffa aggravata" per i casi ...

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, nei confronti di Chiara Ferragni e di altre persone per l'accusa di truffa aggravata. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli e dall'aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, ci sono i casi di presunta pubblicità ingannevole legata alle vendite, a prezzi maggiorati e mascherate con iniziative benefiche, avvenute tra il 2021 e il 2022, del pandoro Pink Christmas Balocco e delle uova di Pasqua-Dolci Preziosi.

"Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima". Così gli avvocati di Chiara Ferragni hanno commentato la chiusura delle indagini per truffa aggravata. 

La nota della procura: le indagini "hanno permesso di ricostruire la pianificazione e  diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in  errore i consumatori in ordine al collegamento tra l'acquisto dei  prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche" .

Alla influencer viene contestata la cifra totale di oltre 2 milioni di euro che avrebbe ottenuto come un ingiusto profitto.
Nello specifico, secondo i magistrati, conseguito "dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 750mila euro oltre Iva".
E ancora: "ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a  1.075.000 mln oltre iva".
I pm contestano un ingiusto profitto conseguito dalle società Sisterhood srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 400mila euro + iva”.

Con la campagna commerciale sul Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni "venivano propalate informazioni fuorvianti" attraverso "locuzioni" come il “pandoro Chiara Ferragni le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall'ospedale Regina Margherita di Torino”, “Il pandoro di Chiara Ferragni per sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino”, “Il mio pandoro @chiaraferragnibrand @balocco sostiene l'ospedale Regina Margherita di Torino per un Natale più dolce per tutti”, "Questo progetto sostiene l'ospedale Regina Margherita di Torino". 

Lo sottolineano il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il sostituto Cristian Barilli nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari notificato a Chiara Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo per truffa aggravata. Inoltre le viene contestato, sempre in merito all'operazione del pandoro, di aver omesso "di riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Balocco S.p.a Industria Dolciaria aveva effettuato in data 2 maggio 2022 un versamento di  50.000 a favore dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, e che nessuna correlazione sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" e anche di non avere fornito "spiegazioni a chi - attraverso i medesimi canali utilizzati per la promozione del prodotto - avanzava richieste volte a conoscere l'effettiva quota destinata all'iniziativa benefica".

"Siamo di fronte ad un avviso di conclusione delle indagini, che permetterà una fase di confronto con la procura della Repubblica dalla quale confidiamo di far emergere la non rilevanza penale delle condotte contestate". Lo ribadiscono i difensori di Chiara Ferragni e sottolineano che al momento non c'è alcuna "richiesta di processo".
Secondo il codice, con l'atto di chiusura dell'inchiesta, il cosiddetto 415  bis, la difesa ha tempo 20 giorni per presentare documenti, memorie o per far rendere interrogatorio al proprio assistito, con lo scopo di dimostrare l'innocenza dell'indagato o l'insussitenza delle contestazioni e di ottenere una richiesta di archiviazione. In caso contrario i pm vanno avanti ed esercitano l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio o con la citazione diretta a giudizio.

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