G7, Meloni vede Sunak: collaborare con Africa e Sud globale
Il bilaterale con il premier giapponese
Per quanto riguarda invece il Giappone, è un rapporto sempre più stretto quello che Meloni punta ad avere con il Paese del Sol Levante, mentre si prepara alla possibilità di abbandonare entro la fine dell’anno la nuova Via della Seta. «C’è un’attenta riflessione ma non c’è ancora una decisione», ha spiegato a nome del governo in Parlamento nelle stesse ore il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, ricordando che «non possono esservi dubbi sull’appartenenza strategica e valoriale dell’Italia all’Occidente».
Dal nuovo caccia Tempest ai semiconduttori: i dossier in comune
Meloni e Kishida si conoscono e si sono incontrati già ai summit internazionali, e da ultimo a Roma, a gennaio, quando le relazioni bilaterali hanno fatto “il salto di qualità” del partenariato strategico. Ora si continua a spingere, dal nuovo caccia Tempest (che l’Italia sta sviluppando insieme a Giappone e Gran Bretagna) ai semiconduttori, su cui l’Italia, ha garantito la premier, è pronta a collaborare. Reduce dal vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik, questo viaggio terrà la premier lontana dall’Italia fino a lunedì 22 maggio: al ritorno si fermerà per qualche ora ad Astana, con un incontro in agenda anche con il presidente del Kazakistan.
Al tavolo con Macron e Biden
Quello con Kishida è il primo bilaterale ma non si escludono, nei prossimi giorni, altri faccia a faccia. Al tavolo - dove la premier è la quinta leader donna a sedere - Meloni si troverà con Emmanuel Macron, che ha tentato la mossa del disgelo a Reykjavik mentre i suoi ministri continuano a picchiare sul governo italiano per la gestione dei migranti. Ma anche con Joe Biden, con cui a Bali ebbe un primo incontro bilaterale.
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VisualizzaCina convitato di pietra
In un vertice che guarda al Pacifico, dove la Cina è il convitato di pietra, Meloni sottolineerà, tra l’altro, l’importanza come “mare di mezzo” tra i due Oceani di quel Mediterraneo che sarà al centro del summit del 2024 a guida italiana. E ribadirà l’importanza di cambiare paradigma nei rapporti con il Sud del mondo, a partire dall’Africa, con l’obiettivo, come spiegano fonti italiane, di «crescere insieme, non a discapito» dei Paesi in via di sviluppo.
Al centro del G7 il sostegno all’Ucraina
Un tema su cui si focalizzerà pure il vertice di Hiroshima, insieme al sostegno all’Ucraina (anche attraverso nuove sanzioni alla Russia). I rapporti con Pechino, sottolineano fonti italiane, saranno sì al centro del summit ma proprio per gli equilibri nell’Indopacifico. Non sfugge che la decisione italiana sulla Belt and Road Iniziative è di grande interesse per gli alleati, dato che l’Italia è l’unica tra i big ad avere sottoscritto (non senza tensioni a suo tempo, nel 2019) il Memorandum con la Cina. La questione è importante ma non c’è, assicurano le stesse fonti, un pressing quotidiano degli alleati. Anche perché non c’è un’urgenza immediata (per uscirne o meno c’è tempo fino al 22 dicembre, ha ricordato sempre Silli) e si tratta di un dossier sul quale eventuali decisioni saranno prese cercando un equilibrio anche con Pechino. Ogni scelta, ha assicurato il sottosegretario alla Farnesina, sarà fatta «tenendo a mente la più ampia riflessione sui rapporti da tenere con la Cina in corso con i partner Nato, G7 e Ue».
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