G7: Sanzioni a diamanti e altri rimedi | ISPI

19 Mag 2023

Un viaggio inaspettato

Mentre è terminato a Xi’an il summit Cina-Asia Centrale iniziato ieri, a poco più di 2000 chilometri di distanza è il premier nipponico Fumio Kishida a fare gli onori di casa. Tra oggi e domenica, Hiroshima ospiterà infatti il G7. Un incontro che affronterà diverse questioni, come il contenimento cinese e le relazioni con il ‘Global South’. Ma soprattutto la guerra in Ucraina.

Proprio in queste ore si è saputo che al G7 parteciperà anche Volodymyr Zelensky. Volerà in Giappone domenica, dopo aver presenziato oggi al summit della Lega Araba a Jeddah, in Arabia Saudita. Un viaggio inaspettato, quello del presidente ucraino, tanto da cogliere di sorpresa Kishida stesso. Ma indispensabile a Kiev per ottenere conferme sull’impegno degli alleati.

Un diamante russo non è per sempre

Nella tre giorni di Hiroshima,i leader del G7 dovrebbero mettere al vaglio nuove sanzioni contro Mosca. O meglio, sanzioni nuove e “scintillanti”, dato che si starebbe considerando di attaccare l’industria dei diamanti russi, capace di riempire le casse del Cremlino per oltre 4 miliardi di dollari nel 2021.

Nonostante il sanzionamento lo scorso anno della compagnia mineraria statale Alrosa, che tuttora produce intorno al 40% dei diamanti commerciati nel mondo, nel 2022 l’Ue ha importato circa 1,5 miliardi di dollari di diamanti russi. Con i ricavi energetici di Mosca praticamente dimezzatisi dallo scorso anno, per il fronte pro-Ucraina è ancor più importante compromettere le altre fonti di finanziamento della macchina bellica russa.

Conta il pensiero

Anche se l’Occidente si adoperasse congiuntamente per vietarne le importazioni, non è detto che i diamanti cesserebbero di generare profitti per il Cremlino. Più del semplice divieto, conterebbe l’ideazione di un tracing-system, che consentirebbe di sanzionare non solo i diamanti provenienti direttamente dalla Russia, ma anche a quelli importati “triangolando” l’acquisto attraverso altri paesi. Malgrado il G7 stia coinvolgendo nella discussione anche Paesi non occidentali – l’India, ad esempio – è però difficile che il flusso dei diamanti russi venga interrotto in toto.

Insomma, si avvicina forse il limite oltre il quale le sanzioni perdono di mordente. In quella che è l’era della triangolazione commerciale è probabile che Mosca troverà sempre un paese terzo disposto a rilanciare diamanti e materie prime strategiche russe, potenzialmente sanzionabili, alla volta dei mercati occidentali.

In definitiva, Le sanzioni occidentali sui diamanti russi rischiano di avere soprattutto un valore simbolico. Sarà così?

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