M5S, lo sfogo di Grillo: "Conte? Dovevo lasciarlo al banchetto"
Dopo la decisione di Conte di stracciare il contratto da 300mila euro, il fondatore del M5S si sarebbe sfogato con i suoi in questo modo: "Gliela farò pagare, dovevo lasciarlo al banchetto"
Il redde rationem interno al Movimento 5stelle è arrivato. Ieri la decisione firmata Giuseppe Conte di stracciare il contratto da 300mila euro a Beppe Grillo. Poi, a stretto giro, le reazioni piccate dei collaboratori vicini al fondatore genovese che hanno annunciato una battaglia senza quartiere all’ex "avvocato del popolo". Oggi, a completare un quadro già di per sé complicato, escono ulteriori dettagli nel travagliato rapporto tra Beppe e Giuseppi. Il comico, sfogandosi con i suoi fedelissimi, avrebbe confessato: “Dovevo lasciarlo al banchetto”.
Il riferimento delle parole di Grillo, riprese oggi da Corriere della Sera, è alla famosa conferenza stampa tenuta dietro a un tavolino in piazza Colonna a Roma. Il teatro politico di allora era altrettanto difficile: in pieno periodo Covid il secondo governo Conte era appena crollato come un castello di carte lasciando così il Movimento pentastellato con l’amaro in bocca. Grillo, tornando con la mente a quei giorni concitati, avrebbe il grosso rimpianto di aver offerto la guida politica dei 5stelle proprio al giurista di Volturara Appula. A confermare questo scenario sono i pochi parlamentari con i quali il fondatore è ancora in contatto. “Beppe, tu ci hai lasciati soli”, spiegano alcuni collaboratori.
Il presente, però, racconta tutt’altra storia. Giuseppe Conte, ormai leader indiscusso del Movimento, ha già deciso di non rinnovare il contratto da 300mila euro annui dell’Elevato. Il motivo è presto detto: “Beppe Grillo è responsabile di una contro comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”. Le parole di Conte, consegnate a Bruno Vespa in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, hanno il sapore di una resa dei conti finale. "Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto – ha spiegato Conte -. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione".
Tra i due protagonisti si è aggiunto anche Davide Casaleggio che, attraverso una nota, ha provato a mettersi in mezzo: “Il simbolo del M5s – ha scirtto il socio fondatore del Movimento - è di proprietà dell'Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio”.
Tra i mille punti interrogativi la certezza è una sola: Grillo non intende lasciare il palco a Conte e, prima o poi, risponderà punto per punto alle accuse del leader. Intanto, forse ferito dalle ultime parole dell’avvocato, avrebbe giurato: “Gliela farò pagare”.