Heartstopper: finalmente una serie che sa come parlare di disturbi ...

12 ore ago
Heartstopper

Heartstopper, la popolare serie teen tratta dalla graphic novel di Alice Oseman è tornata su Netflix con la sua attesissima terza stagione. Arrivano nuovi episodi e nuove avventure per i due protagonisti Charlie e Nick, interpretati rispettivamente da Joe Locke e Kit Connor, che questa volta saranno alle prese con nuove sfide, non sempre semplici da affrontare. Il terzo capitolo di Heartstopper, infatti, a differenza delle prime due stagioni decisamente più leggere e romantiche - dove al centro del racconto c'era principalmente il tema dell'amore lgbt - vira la narrazione su argomenti molto più cupi parlando di disturbi alimentari e problemi di salute mentale e lo fa con una delicatezza e intelligenza impressionanti. 

Questo nuovo capitolo di serie, infatti, vede Charlie entrare nel vortice oscuro della depressione e manifestare seri sintomi di anoressia che cerca di nascondere ma che poi verranno a galla. Il suo fidanzato Nick non sa come aiutarlo, così come la sua famiglia che inizialmente non si accorge di quanto il ragazzo stesse male e quanto avesse bisogno di aiuto. Così inizia il viaggio di Charlie verso la guarigione aiutato da professionisti ma anche dai suoi amici e dalla sua stessa famiglia per arrivare a essere più sicuro di sé, fare pace con il cibo e capire che, dalla malattia, si può uscire. 

Heartstopper con questa nuova stagione si conferma una serie teen fatta benissimo, un racconto estremamente educativo, formativo e d'impatto emotivo  il cui scopo va oltre l'intrattenimento diventando un  manuale sull'adolescenza per ragazzi e genitori. 

I nuovi episodi della serie Netflix, infatti, fungono da vero e proprio aiuto per chi soffre di disturbi alimentari o psicologici ma anche uno strumento utilissimo per chi, invece, non sa come stare accanto a giovani che hanno un brutto rapporto con il proprio corpo, a ragazzi assaliti da pensieri intrusivi che provocano loro attacchi di panico, a chi non sa come gestire e superare le proprie insicurezze. 

Il bello di Heartstopper è che fin dalla sua prima stagione ha sempre saputo come comunicare in maniera efficace con un pubblico teen ma anche un pubblico più adulto arrivando al cuore di tutti con estrema facilità riuscendo a nascondere la profondità dei temi trattati dietro la leggerezza del genere di racconto. Non è semplice per una serie tv essere educativa senza essere "pesante", parlare di salute mentale o anoressia senza essere triste - un esempio lo è Tutto chiede salvezza, la serie italiana che affronta il tema della salute mentale scegliendo il genere drammatico e diventando di conseguenza un titolo molto impegnativo psicologicamente e per questo non adatto a tutti.

Ma Heartstopper riesce a fare un passo ulteriore: rende leggerissimo, colorato, piacevole e per tutti un racconto che, sotto sotto, è oscuro, serissimo e potenzialmente anche molto triste. E non solo mostra quanto sia facile cadere, per un ragazzo di sedici anni, nel vortice dei disturbi alimentari o della depressione ma mostra anche la via d'uscita senza essere mai un racconto melenso, deprimente o superficiale. 

Heartstopper 3 è una perla, non fate l'errore di farvela scappare. E anche se siete adulti e non amate le serie teen, buttate un occhio a questo titolo Netflix perché vi aprirà gli occhi sul mondo degli adolescenti e forse, vi aiuterà a giudicarli meno e capirli un po' di più. 

Voto: 7,7 Heartstopper 3: la spiegazione del finale L'intervista a Joe Locke, protagonista di Heartstopper

Heartstopper: finalmente una serie che sa come parlare di disturbi alimentari

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