Iran-Israele, le radici delle tensioni

5 Apr 2024

I rapporti tra Israele e Iran non sono sempre stati caratterizzati da rivalità e tensione. Dalla nascita dello stato ebraico a oggi, le relazioni tra i due paesi hanno conosciuto quattro fasi distinte: una di non riconoscimento, una di amicizia, una di cosiddetta “pace fredda” e una di aperta ostilità. Queste fasi sono strettamente legate ai cambi di regime in Iran e alle frequenti crisi regionali che hanno interessato il Medio Oriente nell’ultimo secolo.

Iran - Figure 1
Foto Wired.it
Le prime tre fasi

La prima fase va dal 1947 al 1953, quando l’Iran era ancora retto dalla monarchia assoluta della dinastia Pahlavi. All’epoca i Pahlavi si opposero, assieme alla Jugoslavia e all’India, al Piano di partizione della Palestina delle Nazioni Unite, che nel 1947 proposero la creazione di due stati, uno israeliano e uno palestinese. La loro soluzione alternativa era quella di creare una specie di stato federale unitario della Palestina, con un solo parlamento, ma diviso in cantoni arabi ed ebraici.

La seconda fase di amicizia ha inizio dal 1953 e finisce nel 1979, a causa della rivoluzione iraniana che portò all’istituzione della Repubblica islamica dell’Iran. Nel 1953, quando ormai Israele era nato ed era riuscito a vincere la prima guerra arabo-israeliana del 1948, l’Iran fu la seconda nazione a maggioranza musulmana a riconoscere ufficialmente Israele, dopo la Turchia. Da questo momento, per i successivi 24 anni, i due paesi strinsero una proficua collaborazione, con ambasciate nelle rispettive capitali, intensi rapporti commerciali, energetici e di sicurezza.

Nel 1979, le milizie radicali dell’ayatollah Ruhollah Khomeini rovesciarono la monarchia dei Pahlavi, istituendo un nuovo regime autoritario basato sulla supremazia religiosa sciita. È in questo momento che inizia la cosiddetta “pace fredda”, con la recessione di ogni legame diplomatico tra i due paesi e il rifiuto di riconoscere Israele come stato da parte dell’Iran. Nonostante ciò, Israele e Iran collaborarono a lungo durante tutti gli anni Ottanta in funzione di contenimento dell’Iraq, che stava emergendo come nuovo attore nella regione. In particolare, Israele fornì consistenti aiuti militari, logistici e di intelligence all’Iran per sconfiggere Saddam Hussein.

Rispondono direttamente alla guida religiosa suprema dell'Iran, hanno un grande potere economico e si occupano dell'addestramento delle milizie fondamentaliste nel Medio Oriente

L’inizio delle ostilità

Questo periodo di collaborazione cominciò a peggiorare all’inizio degli anni Novanta, durante il periodo di instabilità dovuto alla dissoluzione dell’Unione sovietica e alla fine della Guerra fredda. In questo contesto, il nuovo leader israeliano Yitzhak Rabin cominciò ad avere una postura più aggressiva nei confronti dell’Iran, con lo scopo di trasformare Israele nell’attore dominante della regione, dopo la sconfitta dell’Iraq. Sempre in questo periodo, Israele aumentò le sue violenze contro la popolazione palestinese, portando a quella che è conosciuta come Prima intifada, cioè una rivolta contro la continua espansione israeliana fuori dai territori pattuiti con le Nazioni Unite.

L’insieme di questi due cambi di passo innescarono una rivalità con l’Iran per il controllo della regione e a un maggiore sostegno iraniano nei confronti della popolazione palestinese. Il sostegno iraniano assunse il risvolto pratico di finanziamento alle milizie palestinesi che lottavano contro Israele e alla milizia Hezbollah in Libano, che Israele aveva invaso nel 1982 per attaccare i membri dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina fuggiti in Libano. Anche per questo, Israele ha sempre ritenuto l’Iran come mandante dei due attentati compiuti in Argentina nel 1992 e nel 1994 contro l’ambasciata israeliana e la sede di un’importante associazione ebraica.

L’escalation negli anni 2000

I contrasti regionali peggiorarono ulteriormente con l’ascesa al potere di Mahmud Ahmadinejad, presidente della repubblica islamica dal 2003 al 2013, che sostenne come Israele dovesse essere “cancellato dalla carta geografica”. In particolare la tensione è aumentata durante la seconda guerra tra Libano e Israele del 2006, quando le Guardie rivoluzionarie dell’Iran, i cosiddetti pasdaran, operarono attivamente al fianco di Hezbollah contro Israele.

Da quel momento le due potenze hanno continuato a scontrarsi indirettamente in una serie di “guerre di prossimità”, fatte di scontri tra Israele e le milizie sciite finanziate dall’Iran in Siria, attentati e sabotaggi israeliani in Iran e scambi di cyberattacchi contro infrastrutture strategiche. In particolare, Israele ha spesso colpito persone e luoghi legati al programma nucleare iraniano, uccidendo ingegneri e distruggendo siti di raffinazione dell’uranio o bloccando la produzione di energia nucleare attraverso attacchi informatici.

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